Da una “fiscalità dedicata con abbattimento fino al 100% nelle aree più critiche”, fino alla previsione di “ristori/contributi a fondo perduto per sostenere i cali di fatturato”, passando anche da un nuovo piano degli orari della città. E’ un sunto dell’elenco di richieste che Ascom ha ribadito a Palazzo d’Accursio, messe per iscritto in un documento redatto dalla giunta dell’associazione di categoria, riunitasi due giorni fa. L’epicentro, ovviamente, sono i cantieri del tram. Sui ristori, in particolare, per Ascom “si tratterebbe di un cambio di passo coraggioso, in grado di superare, come auspichiamo, i bandi comunali che hanno messo a disposizione contributi a fondo perduto anche per interventi di riqualificazione, che sono difficili da sostenere” in una fase dove il lavoro inevitabilmente si contrae.
Queste, nel dettaglio, le richieste. Per i commercianti, in primis, servirebbe l’estensione all’intera platea delle tasse e dei tributi locali e a beneficio di tutte le imprese che subiscono l’influenza dei cantieri, quindi non solo quelle frontiste; la previsione di ristoricontributi a fondo perduto per sostenere i cali di fatturato e le spese correnti delle imprese da erogare con tempestività attraverso bandi semplificati e con importi massimi concedibili più alti di quelli visti finora; una programmazione dell’avvio dei lavori che eviti di creare ampie zone della città, e dunque non soltanto singole strade, caratterizzate da un’accessibilità ridotta per merci e persone; una progettazione dei cantieri flessibile; l’individuazione di aree di sosta gratuita ad uso commerciale/terziario per garantire l’accesso alle zone di cantiere; l’utilizzo promiscuo pubblico e privato di alcune preferenziali strategiche; la stipula di convenzioni (sostenute da un intervento economico pubblico) per sfruttare la capacità di sosta dei parcheggi in struttura nelle aree di cantiere con una tariffazione simbolica per i clienti di negozi, pubblici esercizi e servizi; una comunicazione adeguata sia con segnaletica stradale, sia con informazioni attraverso web e social; più efficaci modalità per aumentare la visibilità e segnalare la posizione delle attività commerciali; infine la realizzazione di un piano regolatore della città che desincronizzi gli orari di entrata a scuola e riorienti gli orari dei servizi pubblici.
L’opinione di Giancarlo Tonelli, direttore di Ascom Bologna: “Se il Comune riconosce il valore sociale, e non soltanto economico, alle attività economiche di prossimità, allora deve darsi strumenti più incisivi: è in gioco la rete economica di intere porzioni di città e, con lei, migliaia di posti di lavoro – incalza Tonelli –. Non possiamo gestire i lavori della rete tramviaria come fossero un cantiere normale e per questo, prima di tutto, è fondamentale uno sforzo finanziario diverso da quello messo in campo finora: servono almeno 10 milioni di euro, anche per gestire la fase dell’entrata in esercizio del Tram, che non sarà indolore per le nostre imprese. Ed è giusto tornare a parlare degli orari della città – conclude il direttore –, partendo dalla nostra proposta di un anno fa: se tutto resta com’è, andiamo incontro al rischio di ‘bloccare’ Bologna”.
Paolo Rosato
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