GENOVA -Fermo amministrativo per le Geo Barents giunta stamane nel porto di Genova con 205 aspiranti profughi perlopiù siriani, con tante donne e bambini, alcuni senza familiari: la nave dopo lo sbarco dei migranti raccolti con due soccorsi nel mare libico alla fine dei controlli, intorno alle 21, è stata dichiarata in stato di fermo dai poliziotti della squadra mobile e i militari della capitaneria di porto e della guardia di finanza che hanno svolto le verifiche sulle operazione di soccorso.
La contestazione al comandante norvegese della nave è stata di essersi recato su un altro obiettivo sul quale stavano già andando i militari della capitaneria libica senza essere autorizzati all’intervento. In linea teorica non avrebbero neppure avvicinarsi a quella barca piena di migranti visto che gli era già assegnato il porto di Genova per il primo intervento e i nuovi migranti avvistati, a detta dei libici, non erano in pericolo imminente. La vicenda sarà chiarita davanti ai giudici.
La Geo Barents per gli stessi motivi è già stata fermata mesi fa nel porto di Salerno.
Le accuse mosse dai libici quasi sempre sono respinte dagli equipaggi delle navi delle Ong che prestano soccorso nel mare fra la Sicilia e la Libia con motivazioni molto varie e spesso vaghe. In realtà non è un mistero che se i profughi vengono salvati dalle imbarcazioni dei militari libici sono poi riportati in quel Paese, rispediti al mittente, dove spesso finiscono in veri e propri lager in cui si rischia la vita e da dove è impossibile tornare verso il proprio Paese e si rischia di essere venduti e trattati come schiavi da imprenditori locali senza scrupoli.
Nelle due operazioni di soccorso la Barents ha prima salvato 96 tra uomini, donne, bambini e minori non accompagnati, e poi recuperato altre 109 persone. In entrambi i casi, a detta dell’equipaggio della nave, i profughi viaggiavano su una barca di legno in chiaro stato di difficoltà.
Anche questa volta, come le precedenti in cui la nave è arrivata a Genova, i migranti, dopo i controlli sanitari e di polizia, sono stati o saranno smistati quasi tutti verso altre regioni.
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