A lanciare l’allarme sono i vertici dell’Api, l’associazione delle piccole e medie imprese di Torino e provincia: i 50 milioni del bando che riguarda l’area di crisi industriale complessa di Torino, messo in moto dall’ex ministero dello Sviluppo Economico, oggi ministero delle Imprese e del Made in Italy, fanno fatica ad atterrare sul territorio.
«Quanto sta accadendo sui fondi previsti dal bando ‘Torino area di crisi complessa” è a dir poco curioso: il bando era nato per supportare velocemente le imprese di un territorio che rischiava di entrare in una crisi complessa e si è discusso molto proprio di snellire le procedure per intervenire prima che la situazione diventasse critica». dice Luca Sanlorenzo, il direttore generale di Api Torino
Come è andata a finire? Semplice: «Sono invece (e nel frattempo) passati quattro anni e le imprese non hanno visto un euro dei 50 milioni di euro destinati».
Questa situazione, aggiunge, si verifica «in un momento in cui gli altri paesi “concorrenti” destinano miliardi al rilancio dei loro distretti industriali. Oggi ci troviamo con le imprese che hanno realizzato i progetti, hanno investito risorse proprie a tassi crescenti e Invitalia, responsabile della gestione di queste risorse, sta bloccando tutto con un carico di “nuova” burocrazia che non era prevista nel bando e che non ha alcuna ragione d’essere». Andando con ordine va ricostruito che stiamo parlando di un progetto partito con un decreto ministeriale ad aprile 2019, con il termine di presentazione delle domande che scadeva a settembre 2022. Per questo, due anni dopo, il ritardo indispettisce non poco le imprese che si erano fatte avanti investendo risorse, attese, investimenti e professionalità.
«Api Torino – prosegue Sanlorenzo – per questo sta lavorando intensamente con la Regione Piemonte per sbloccare la situazione. Ricodiamo che il nostro territorio comincia a vivere una crisi che rischia di essere senza precedenti e irreversibile. Il comportamento di chi governa questi fondi è assolutamente inammissibile».
Dalla Regione promettono la massima attenzione su questo caso. La scorsa settimana l’assessore alle Attività Produttive, Andrea Tronzano, ha incontrato i vertici di Invitalia per fare il punto sui fondi che sono ancora congelati.
«Sappiamo che alcune imprese stanno denunciando ritardi nel riuscire ad intercettare i fondi – conferma Tronzano – per questo abbiamo sottoposto all’attenzione di Invitalia i casi che stanno riscontrando degli intoppi burocratici. Evidentemente c’è qualcosa che sta sfuggendo nell’erogazione dei fondi».
In tutto erano arrivate domande per 26 progetti imprenditoriali (legati soprattutto ad automotive, aerospazio ed edilizia) per un totale di agevolazioni richieste superiore ai 90 milioni di euro e un programma di investimento totale di oltre 163. Alla fine, dopo l’ultima graduatoria pubblicata dal ministero ad ottobre 2023, su 26 domande sono state 10 quelle ammesse alle agevolazioni.
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