«Senza voler qui elencare le decine di domande di attualità ed interrogazioni per le quali ancora attendiamo risposte, o i tanti emendamenti da noi presentati, che rappresentano le reali esigenze dei cittadini, in materia di lavori pubblici, manutenzioni, qualità dell’aria, servizi sociali, finanziamenti europei, impianti sportivi, traffico, sicurezza ecc ecc, ci limitiamo a ricordargli cosa da anni gli viene chiesto in ambito culturale. I professionisti del comparto artistico-culturale chiedono LAVORO, dignità e diritti. Si chiede di utilizzare le risorse culturali per il popolo e non per le élite dello “show business” che ormai hanno individuato la nostra città come una mucca da mungere. Tornare a portare cultura nelle scuole, nelle piazze, in periferia, nelle litoranee è ciò che la popolazione richiede.
Riempire per tutto l’anno il nostro centro storico di piccoli eventi musicali, letterari, artistici, teatrali, cinematografici, consente alle città di essere attrattiva verso l’esterno, con immediate ricadute economiche tanto sugli operatori commerciali che sugli operatori culturali e tecnici che vi lavorerebbero. Se queste non sono esigenze reali evidentemente Cannito che guadagna da sindaco quasi 10.000 € al mese dovrebbe provare per qualche settimana a vivere con meno di 1.000€. Evidentemente ciò che a Cannito non è chiaro, o che Cannito fa finta di non capire, è che l’assessore Cilli non può più ricoprire quel ruolo, non soltanto per le gravi offese ascoltate in consiglio comunale, ma perché quelle offese, a cui mai sono seguite delle scuse, rappresentano soltanto l’ultima goccia che ha fatto traboccare un vaso di impegni e promesse mai mantenuti. Il sindaco è a conoscenza del fatto che l’assessore alla cultura non ha mai applicato il Regolamento Comunale che garantisce trasparenza ed equità per i contributi alle imprese e ai professionisti culturali? Il sindaco è a conoscenza del fatto che nella sua città si confonde la cultura con il business degli eventi che arricchisce pochi a discapito di un’intera popolazione che è sempre meno istruita e a cui si offrono sempre meno occasioni gratuite di crescita socio-culturale? Il sindaco sa quanto costano i biglietti dei concerti a pagamento? Il sindaco è a conoscenza della gestione di tutta la macchina culturale da quando l’assessore Cilli ricopre questo incarico? Il sindaco Cannito sa che dietro ad ogni iniziativa presa da un assessore pesa la fiducia che gli è data dal sindaco stesso?
Il sindaco ricorda ancora che è lui il sindaco e non altri? E che di conseguenza deve essere a conoscenza di tutto ciò che accade nella propria città, soprattutto quando da più parti si levano voci che chiedono garanzia, trasparenza e correttezza politico-amministrativa? Ci saremmo aspettati che, di fronte ad una richiesta così forte e circostanziata di revoca di una delega assessorile, il sindaco prendesse quanto meno in considerazione di approfondire le richieste fatte, invece prendiamo atto che quando si tocca l'”affare” cultura a Barletta, tutto debba essere messo a tacere in fretta e furia. Questa volta non sarà così, perché andremo fino in fondo finché non si farà chiarezza e finché il sindaco, e non altri, si assuma tutte le responsabilità che gli sono attribuite dalla legge».
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