Da due “B” a tre con il segno meno, per Fitch – tra le principali agenzie mondiali per la valutazione del credito e dunque della salute degli enti locali e delle imprese – il Comune guidato dal sindaco Gaetano Manfredi ha raggiunto il traguardo di una stabilità che apre nuove prospettive di sviluppo. La finanza internazionale – in buona sostanza – promuove Napoli. L’Ente – per dirla in maniera concreta – ha capacità nel pagare i debiti e anche di riscuotere.
E di contrarre debiti – ovvero mutui come quello recentissimo con la Bei, la Baca europea per gli investimenti – perché può pagare. Palazzo San Giacomo ha possibilità ora di investire sulla città senza troppi lacci e laccioli all’interno comunque di parametri che sono quelli di un ente ancora in predissesto ma non più in prognosi riservata, anzi si avvia verso la piena salute. Il segno meno vicino alle tre (BBB–) è dovuto a questo aspetto della risalita finanziaria del Municipio napoletano preso in mano da Manfredi che aveva 5,2 miliardi di debiti e nel giro di tre anni è sceso a 4,3 miliardi.
Una performance che si spiega in tre mosse: il “Patto per Napoli” fortemente voluto da Manfredi e concesso dall’allora premier Mario Draghi che porta liquidità per 1,2 miliardi di cui 670 milioni già erogati; le aliquote delle tasse al massimo e una ritrovata capacità di riscuotere. Il rating stabile, la capacità di pagare i debiti, consegna ai mercati finanziari e del credito affidabile. L’outlook è una previsione a medio-lungo termine che la situazione attuale non muterà sicuramente in peggio, ma anzi ci sono buone possibilità di continuare la risalita.
Cambiano le prospettive perché nel linguaggio della finanza il Comune passa da un rischio medio alto dio default a un rischio medio basso. Soddisfatto l’assessore alle Finanze Pier Paolo Baretta: «L’analisi di Fitch – spiega – è un ulteriore riconoscimento che siamo sulla strada giusta. Se migliora il rating vuol dire che migliora la situazione finanziaria del Comune, contribuendo così al miglioramento di tutta la città. È la prova che risanamento e sviluppo possono andare insieme. È uno stimolo per tutti: Amministrazione comunale e aziende partecipate, a fare ancora di più e meglio».
Come presenta Napoli Fitch? «L’upgrade – si nel documento dell’Agenzia – riflette un ulteriore miglioramento delle finanze di Napoli, a seguito di una performance finanziaria migliore del previsto nel 2023. Abbiamo anche rivisto il profilo di credito autonomo della città a “b+” da ”b”. Gli attuali trasferimenti dallo Stato aiuteranno la città a far fronte ai suoi debiti netti in sospeso e a migliorare il suo profilo finanziario, mentre la città continuerà ad attuare le misure finanziarie stabilite nel “Patto per Napoli”».
E ancora: «In base al nostro caso di rating rivisto, ora ci aspettiamo che il tasso di recupero migliorato della città rimanga pari o inferiore a 9 volte rispetto al periodo 2024-2028, rispetto al 10,5 volte negli ultimi due anni del nostro caso di rating precedente. Le prospettive di stabilità riflettono le nostre aspettative che i parametri del debito di Napoli rimangano in linea con i suoi attuali rating per il periodo 2024-2028». Il profilo di rischio “basso medio” «è dovuto alla «solidità delle entrate rimasto abbastanza stabile a fine 2023 a 1,4 miliardi». Un dato nel quale pesano molti i fondi del “Patto per Napoli con una anticipazione di ben 670 milioni, cioè la metà della cifra, l’altra metà invece verrà erogata dal 2027 al 2042 al ritmo di 50 milioni l’anno.
Ma c’è fiducia in Napoli perché il “Fondo nazionale di perequazione” cioè trasferimenti statali, rappresentano un quarto delle entrate dell’Ente, il Fondo «contribuisce a stabilizzare le entrate, attenuando il debole ma in miglioramento tasso di riscossione delle imposte». Fitch promuove l’affidamento a “Napoli obiettivo valore”, cioè una società esterna, della riscossione.
«Napoli è oggetto – scrivono gli analisti – di un piano di ripresa dal 2014, che prevede l’aumento delle tasse e dei diritti fino ai limiti legali. Fitch ritiene che la flessibilità di Napoli nell’aumentare le entrate dipenda dall’ampliamento della base imponibile, dalla lotta contro la grande economia sommersa della città e dal miglioramento dei tassi di riscossione delle entrate proprie. Prevede di rafforzare la riscossione delle imposte e dei diritti mediante l’esternalizzazione parziale dei servizi di riscossione, con risultati tangibili previsti dopo il 2025». C’è fiducia anche sulla spesa: «La struttura di spesa di Napoli è prevedibile e generalmente non ciclica, in quanto le principali responsabilità della città sono: registro civile, manutenzione urbana, raccolta dei rifiuti, trasporti e assistenza ai bambini. La città ha mantenuto le spese di funzionamento annuali a circa 1 miliardo negli ultimi cinque anni e Fitch prevede che la città continuerà ad utilizzare il meccanismo dei pagamenti preferenziali, che dà priorità alle spese per il personale, al servizio del debito e ai servizi essenziali, nel quadro della gestione delle sue passività. E non si prevedono ulteriori tagli della spesa pubblica».
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