Un anno è quasi passato da quando – era il 4 ottobre 2023 – in Prefettura a Cuneo si riunì un’inedita «cabina di regia», per fare il punto sulla procedura per la costruzione del nuovo ospedale del capoluogo. Una decisione assunta per «fare chiarezza» dopo che il primo cronoprogramma (annunciato a febbraio 2023) era stato smentito nei tempi. In quella sede la Regione scandì le nuove tappe: consegna del progetto da parte di «Inc» (proponente del Partenariato pubblico-privato) a metà novembre, aggiornato con le modifiche chieste dall’Aso; conclusione dell’istruttoria per fine anno; a gennaio 2024 invio degli atti in Regione; a febbraio convocazione della conferenza preliminare dei servizi, per acquisire gli eventuali rilievi. E via dicendo, verso la «dichiarazione di interesse pubblico» e il bando di gara.
Fino a quando l’Aso ha trasmesso a Torino tutta la pratica, a maggio, la tabella delle scadenze pareva procedere a buon ritmo. Ma quando sul tavolo della Regione sono arrivati gli atti con le considerazioni degli advisor, ecco che qualcosa si è inceppato. Il parere (vincolante) della Regione non è arrivato all’Aso: un segnale che i rilievi degli advisor (in primis Sda Bocconi) così benevoli non dovevano essere. Soprattutto – secondo le indiscrezioni – per un sensibile aumento dei costi contenuto nel piano economico-finanziario della proposta di Ppp, che renderebbe il progetto non più conveniente. O, per meglio dire, non il più conveniente. Caratteristica che lo aveva fatto preferire alla realizzazione dell’opera con i fondi Inail.
Ieri lo scossone. La scelta della Regione, pur non confermata nero su bianco, di prendere atto dell’ultimo pronunciamento negativo (così da fonti ufficiose) degli advisor e trarne le uniche conseguenze possibili: cioè dire «no» alla proposta di Partenariato pubblico-privato della Inc. E considerare, confermando la costruzione del nuovo ospedale, il passaggio al «piano B»: attingere ai fondi Inail, che tuttavia andranno implementati.
Sono queste le novità preannunciate, nei giorni scorsi, dall’assessore alla Sanità Federico Riboldi, quando parlò con La Stampa di «importanti incontri a Roma, anche al ministero»? Il 3 ottobre la conferenza Stato-Regioni dovrebbe approvare un decreto ministeriale su risorse Inail: c’entra il Lazio, riguarderà pure il Piemonte?
Riboldi, con una nota a metà pomeriggio, ha provato a moderare i toni: «Martedì pomeriggio saremo ad Alessandria e Cuneo, con i vertici delle Aso, per incontrare i sindaci del territorio e rassicurarli in merito alla costruzione dei nuovi ospedali, anche alla luce di alcune indiscrezioni giornalistiche. Vogliamo da subito rassicurare che sulla costruzione dei nuovi ospedali siamo alle fasi conclusive di un procedimento complesso: quindi nessun ritardo, siamo al lavoro per garantire la scelta migliore». E ancora: «Proprio in questi giorni sono in corso le valutazioni finali, che si concluderanno in tempi brevi. Come previsto dalle norme, infatti, abbiamo esaminato le proposte di Ppp per valutarne la pubblica utilità e, contemporaneamente, abbiamo portato avanti i percorsi alternativi per avere la certezza di garantire la fattibilità degli ospedali come previsto. Quello che vogliamo comunque ribadire è che non ci saranno passi indietro nella realizzazione dei due nuovi ospedali, perché è ferma volontà della Regione dare ai cittadini dell’Alessandrino e del Cuneese due nuove strutture all’avanguardia». Riboldi non conferma le «indiscrezioni», ma neppure le smentisce. Resta, però, difficile – mettendo davvero tutte le carte in tavola – pensare che il cronoprogramma possa essere rispettato.
Senza il «via libera» regionale, infatti, l’Aso non potrà procedere con la dichiarazione di pubblico interesse, dunque l’iter di fatto si interrompe. E per recuperare i fondi Inail necessari ci sarà da lavorare. Intanto i sindaci aspettano l’incontro di martedì con la Regione. Il momento della verità.
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