Si sono chiuse le sbarre al porto peschereccio di San Benedetto. Nelle ultime ore, infatti, sono stati attivati i varchi installati alcuni anni fa, ma che fino ad ora non erano mai entrati in funzione. Da poche ore, l’area del molo Nord, che ospita gli i pescherecci ormeggiati, e la zona della banchina Malfizia, sono interdette al passaggio di qualsiasi mezzo, a meno che non sia autorizzato dall’autorità portuale. È proprio dall’autorità portuale che è arrivata la decisione di uniformare il porto di San Benedetto alle normative già in vigore da anni negli impianti dove c’è attività professionale, sia in quelli grandi che in quelli più piccoli. Non bisogna andare molto lontano: a Giulianova, ad esempio, da anni è impossibile entrare nel porto peschereccio senza un’autorizzazione specifica.
A San Benedetto i varchi furono installati diversi anni fa, ma la loro entrata in funzione è stata ritardata. Le sbarre si erano abbassate per la prima volta lo scorso inverno, ma si decise di temporeggiare per consentire a tutte le attività legate alla pesca e ai loro fornitori di mettersi in regola con i permessi di accesso. Ora, con i tempi maturi per l’entrata in vigore delle nuove regolamentazioni, le sbarre sono state attivate tra qualche mugugno, soprattutto da parte dei vecchi pescatori, abituali frequentatori del molo Nord. “Ora ci vuole il permesso per entrare in un posto dove siamo sempre entrati” affermano alcuni di loro. “Ma dentro l’area chiusa ci sono anche le lapidi dei nostri morti in mare. È possibile che non possiamo raggiungerli per dire una preghiera?” Effettivamente l’area interdetta ai non addetti ai lavori comprende anche la zona dove insistono le lapidi anche se è difficile ipotizzare che qualcuno, in futuro, possa elevare una sanzione a una persona che va a piedi a salutare un parente scomparso in mare.
Tanto più che le lapidi si trovano a poche decine di metri di distanza dal varco. Ad ogni buon conto la scelta di chiudere l’area portuale ai non addetti ai lavori rappresenta per molti una cosa positiva. In primis perché la Riviera delle Palme in questo modo si uniforma alle altre città dall’importante economia ittica ma anche perché in questo modo si evita una pericolosa promiscuità tra mezzi da lavoro e semplici passanti. Nel frattempo, il porto si prepara alla ripresa delle attività, prevista per la fine della prossima settimana.
Al mercato ittico sono in corso i lavori finalizzati al rifacimento della pavimentazione in quarzo. La vecchia pavimentazione era ormai logora, e i giorni di fermo pesca si sono rivelati l’occasione giusta per intervenire. Durante queste settimane di stop forzato, armatori e marittimi hanno approfittato per effettuare lavori di manutenzione sulle proprie imbarcazioni, mentre il comune ha deciso di intervenire sul mercato ittico, dove le aste non si stanno svolgendo proprio a causa del fermo pesca. Il nuovo pavimento sarà pronto per il ritorno alle attività e, soprattutto, per la prima asta notturna del pesce, programmata per la notte tra il 30 settembre e il 1 ottobre. Questa ripresa è attesa con grande trepidazione, sia da chi lavora nel settore, sia dagli appassionati di cucina e dai clienti abituali del mercato, che potranno presto tornare a godere delle eccellenze ittiche.
Emidio Lattanzi
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