Oltre a introdurre l’innalzamento dell’età per andare in pensione, la riforma Amato (30 dicembre 1992) ha anche previsto delle deroghe alle attuali regole.
Per quanto riguarda le pensioni, ci sono delle buone notizie per chi ha fatto determinate scelte prima/entro il 1992, anno molto importante vista l’entrata in vigore della legge Amato (D.lgs. n. 503 del 30 dicembre 1992). Questa, ha disposto infatti il graduale innalzamento dell’età utile per la pensione, anticipando quindi la riforma Dini del 1995 e la Fornero nel 2011.
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Come detto, però, il 1992 è un anno molto importante per le pensioni e per usufruire di alcuni vantaggi. Di seguito, andiamo a scoprire quali sono e perchè possono diventare così importanti.
Pensioni e il 1992: il caso del versamento volontario e i vantaggi
Oltre a introdurre l’innalzamento dell’età per andare in pensione, la riforma Amato (30 dicembre 1992) ha anche previsto delle deroghe alle attuali regole. Tra queste, quella di riconoscere al lavoratore la possibilità di andare in pensione ai 67 anni con cinque anni di contributi in meno rispetto a quanto previsto dalla legge (15 e non 20).
Nello specifico, ci sono tre motivi che consentono di andare in pensione già con 15 anni di contributi, quindi cinque in meno rispetto al previsto. Il primo, è quello riservato a tutti coloro che hanno maturato i 15 anni entro il 31 dicembre del 1992.
Questo vantaggio, come seconda istanza spetta anche a coloro che entro la stessa data – quindi il 31 dicembre del 1992 – sono stati autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione. Chi ha fatto richiesta per il versamento entro la data in questione, dunque, può andare in pensione anche se non ha raggiunto il requisito minimo richiesto per la pensione. Per farlo, è sufficiente anche la sola autorizzazione da parte dell’Inps qualora il profilo fosse ritenuto idoneo ed abbia rispettato i termini entro la fine del dicembre del 1992.
In terza battuta, la legge Amato prevede anche una agevolazione per coloro che hanno iniziato a versare dei contributi da almeno 25 anni (o 30 in alcuni casi) e per almeno 10 anni non raggiungono le 52 settimane di contributi. Questa misura, nasce per tutti quei lavoratori part-time.
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