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SLLB, i prestiti legati alla sostenibilità per rilanciare gli strumenti di finanziamento sostenibili #adessonews


Si chiamano Sustainability-Linked Loan financing Bonds (SLLB) e sono il nuovo strumento su cui le associazioni di mercato internazionali stanno lavorando per ripristinare la fiducia nel mercato dei prodotti sostenibili e rafforzare la resilienza delle strutture legate alla sostenibilità, con l’auspicio di riuscire a far fronte al rallentamento dei volumi che ha caratterizzato gli ultimi tempi.

Gli SLLB sono definiti, nelle linee guida, come “qualsiasi tipo di strumento obbligazionario in cui i proventi o importi equivalenti saranno esclusivamente applicati per finanziare o ri-finanziare, in parte o in toto, un portafoglio di Sustainability Linked Loan (SLL) nuovo e/o già esistente”. Secondo gli analisti, questi strumenti potrebbero compensare le principali debolezze spesso associate ai prestiti e alle obbligazioni sostenibili ossia la mancanza di trasparenza e di ambizione rispetto ai criteri di sostenibilità scelti e di conoscenza dei dettagli della strutturazione che non sono sempre visibili. Soprattutto per le aziende che operano in settori difficili da decarbonizzare, gli SLLB offrono (indirettamente) una strada percorribile per accedere al mercato della finanza sostenibile, collegando i loro finanziamenti a obiettivi di sostenibilità specifici e misurabili, attenuando così le preoccupazioni di greenwashing.

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In questa analisi, Océane Balbinot-Viale e Armand Satchian, ESG Analysts, Crédit Mutuel Asset Management, ripercorrono le tappe che hanno portato alla costituzione dei Sustainability-Linked Bond (SLB) e dei Sustainability-Linked-Loan (SLL), analizzandone le differenze e spiegando il contesto in cui si presentano i SLLB. Non privi anch’essi di potenziali limitazioni, i Sustainability-Linked Loan financing Bonds potrebbero rappresentare un’ancora di salvezza per gli strumenti di finanziamento sostenibili e il mercato ESG.

Il ruolo degli strumenti di finanziamento nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità

Nel 2021, l’International Capital Market Association (ICMA) ha lanciato i Sustainability-Linked Bond Principles (SLBP), delle linee guida per legare le caratteristiche finanziarie delle obbligazioni al raggiungimento di obiettivi ESG. Contemporaneamente, la Banca Centrale Europea (BCE) ha iniziato ad accettare i Sustainability-Linked Bond (SLB) come garanzia per il suo programma di acquisto di asset. Nello stesso anno, l’emissione di SLB ha raggiunto un picco di 97 miliardi di dollari (9% del totale delle emissioni di labelled bond del 2021), evidenziando la partecipazione delle imprese al mercato del reddito fisso “labelled” indipendentemente dalle dimensioni del loro pool di attività verdi e/o sociali pre-identificate. Dall’iniziale popolarità dello strumento, tuttavia, la situazione è mutata negli ultimi anni: nel 2023 infatti le emissioni sono state pari ad 66 miliardi di dollari (6,7% del totale delle emissioni di labelled bond) e il calo dei volumi è proseguito anche nel primo semestre del 2024 (-34% a/a, pari a 275 miliardi di dollari).

Al contrario, nonostante il rallentamento nell’ultimo anno, dovuto principalmente all’aumento dei tassi di interesse e ai rischi reputazionali percepiti, il mercato dei SLL si è dimostrato più solido e resistente di quello dei SLB e rappresenta oggi la maggior parte dei labelled loan (circa il 75% del mercato totale dei labelled loan nel 1° semestre 24).

Uno dei fattori chiave per la crescita del mercato del debito legato alla sostenibilità nel settore bancario è probabilmente l’imperativo di decarbonizzare i portafogli prestiti. La spinta iniziale è arrivata dal punto di vista normativo nel 2020, con la BCE che ha richiesto alle banche di incorporare i rischi legati al clima nella gestione del rischio stesso e nella cornice degli stress test. Anche la Banca d’Inghilterra, attraverso la sua Prudential Regulation Authority, ha esercitato una pressione normativa significativa sulle banche quando, nel 2019, ha emesso il suo Supervisory Statement che ha stabilito le aspettative per lo sviluppo di piani efficaci per affrontare il rischio finanziario legato al clima.

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Océane Balbinot-Viale, ESG Analysts, Crédit Mutuel Asset Management

Sebbene un recente studio della BCE indichi che le banche dell’eurozona hanno iniziato a valutare il rischio climatico nelle loro politiche di erogazione del credito, diversi stakeholder hanno osservato che l’integrazione del rischio di transizione climatica si è storicamente concentrata sulla rendicontazione e sugli impegni (per esempio, una mappa di calore per classificare la materialità del rischio di transizione, le emissioni finanziate e gli obiettivi associati) e che le banche hanno generalmente faticato a incorporare a fondo questi rischi nei processi decisionali.

Per questo motivo, al di là della spinta normativa iniziale (e in corso), sono sorte iniziative come la Glasgow Financial Alliance for Net-Zero (GFANZ), promossa dalle Nazioni Unite, e del Net-Zero Banking Alliance (NZBA) impegnate nella creazione di un mercato SLL resiliente. Per esempio, i membri della NZBA si impegnano ad allineare i loro portafogli di prestiti e investimenti a zero emissioni entro il 2050 e sono tenuti a fissare obiettivi per il 2030 o prima entro 18 mesi dall’adesione. Inoltre, i membri si impegnano a divulgare relazioni annuali che misurano i progressi compiuti rispetto alle strategie di transizione approvate dal consiglio di amministrazione, comprese le politiche e le azioni settoriali relative al clima.

Settore bancario e rischi di transizione: Sustainability Linked Boand e Sustainability Linked Loan a confronto

Anche se gli investitori non hanno talvolta accesso a informazioni sufficientemente esaustive su come le banche affrontino concretamente i rischi legati alla transizione climatica all’interno dei portafogli di investimento, sta crescendo la consapevolezza di come gli SLL possano contribuire positivamente a ridurre l’esposizione del settore bancario ai rischi legati alla transizione climatica.

Un’altra ragione per cui il declino degli SLL è stato meno pronunciato rispetto a quello degli SLB è che gli SLL sono spesso sindacati da un numero limitato di banche, dotate delle competenze e del know-how necessari. La stretta collaborazione tra mutuatario e finanziatore consente una comprensione dettagliata delle esigenze e degli obiettivi sostenibili, che inevitabilmente facilita la strutturazione del prestito e, più in particolare, la definizione di indicatori chiave di performance (KPI) e di obiettivi di performance di sostenibilità (SPT), che sono strettamente allineati alla strategia di sostenibilità unica del mutuatario. La frequente interazione tra mutuatari e finanziatori facilita il monitoraggio e gli aggiustamenti degli obiettivi e le discussioni che ne derivano. Inoltre, rende più facile concordare il risultato economico (per esempio, adeguamenti delle cedole o pagamenti una tantum in base al raggiungimento degli SPT predefiniti). Al contrario, il mercato obbligazionario coinvolge un gruppo di stakeholder molto più ampio e diversificato, il che rende più impegnativa la personalizzazione e l’impegno costante. Pertanto, il mercato del credito può accogliere KPI più complessi e vari, mentre il mercato obbligazionario tende a privilegiare quelli più semplici.

Ultimo, ma non meno importante, a differenza degli SLB, il mercato degli SLL è fiorito grazie all’adattabilità degli strumenti alle esigenze di aziende di varie dimensioni, comprese le piccole e medie imprese. Inoltre, le banche disponevano di strutture per altri tipi di prestiti sindacati, che potevano essere adattate agli SLL.

Finora gli SLB e gli SLL erano considerati i principali strumenti di finanziamento etichettati per sostenere la transizione climatica. Tuttavia, la crescente fiducia nei confronti degli SLB e degli SLL ha limitato la gamma di strumenti di “finanza di transizione” tra i quali le imprese con limitati asset verdi o sociali possono scegliere. Queste aziende spesso operano in ”industrie verdi abilitanti” che hanno asset green limitati ma essenziali nella catena del valore dei progetti verdi (come l’industria mineraria), oppure in settori difficili da abbattere che hanno un percorso definito verso lo net zero ma che sono all’inizio del loro percorso di sostenibilità e hanno asset green circoscritti (come la produzione di acciaio) o ancora in settori che non hanno un percorso chiaro verso lo net zero ma che hanno messo in atto misure che possono già ridurre drasticamente la loro impronta di carbonio (come l’aviazione a lungo raggio).

Un nuovo strumento per rilanciare gli strumenti di finanziamento ESG: i Sustainability-Linked Loan financing Bonds (SLLB)

Diverse parti interessate, come l’ICMA o la Loan Market Association (LMA), stanno lavorando attivamente per ripristinare la fiducia nel mercato legato alla sostenibilità e hanno recentemente lanciato linee guida per un nuovo tipo di strumento che potrebbe contribuire a rafforzare la resilienza delle strutture legate alla sostenibilità: i Sustainability-Linked Loan financing Bonds (SLLB). Gli SLLB sono definiti nelle Sustainability-Linked Loans financing Bonds Guidelines (SLLBG) come “qualsiasi tipo di strumento obbligazionario (i) in cui i proventi o importo equivalente saranno esclusivamente applicati per finanziare o ri-finanziare, in parte o in toto, un portafoglio di SLL nuovi e/o già esistenti, allineati ai Principi SLL e (ii) che sono in linea con le componenti degli SLLBG (che sono stati ispirati dai Principi dei Green Bond), dei Principi dei Social Bond e delle Sustainability Bond Guidelines”.

Coinvolgendo gli investitori obbligazionari e aumentando la visibilità dei portafogli SLL finanziati, gli SLLB potrebbero compensare le due principali debolezze spesso associate agli SLL e agli SLB. Gli SLL sono spesso criticati per la loro mancanza di trasparenza e di ambizione rispetto ai criteri di sostenibilità scelti (compresi i KPI e gli SPT) e ancor più perché i dettagli della strutturazione non sono sempre visibili. Nonostante i tentativi di facilitarne l’accesso, il mercato degli SLB ha in alcuni casi lasciato andare alcuni emittenti, in particolare quelli che operano in settori difficili da abbattere e che continuano ad avere problemi di greenwashing.

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La Francaise Satchian  SLLB | ESGnewsLa Francaise Satchian  SLLB | ESGnews
Armand Satchian, ESG Analysts, Crédit Mutuel Asset Management

In effetti, per le aziende che operano in settori difficili, gli SLLB offrono (indirettamente) una strada percorribile per accedere al mercato della finanza sostenibile, collegando i loro finanziamenti a obiettivi di sostenibilità specifici e misurabili, attenuando così le preoccupazioni di greenwashing. Gli SLLB possono anche garantire una maggiore trasparenza del mercato stabilendo criteri rigorosi e misure di responsabilità per i mutuatari. Ciò garantisce che gli obiettivi di sostenibilità non siano solo ambiziosi ma anche verificabili, aumentando così la credibilità del mercato finanziario labelled. In definitiva, gli SLLB favoriscono un approccio più inclusivo alla finanza sostenibile, consentendo la partecipazione di una più ampia gamma di aziende, purché aderiscano a rigorosi criteri di sostenibilità, e facilitando così un ecosistema finanziario più trasparente e responsabile.

Maggiore trasparenza sul mercato degli SLL significa poi anche maggiore trasparenza sulle misure adottate dalle banche per migliorare la performance ESG dei loro portafogli. Per questo motivo gli investitori sostenibili spingono affinchè le banche considerino gli SLLB come un’opportunità per stabilire standard chiari e ambiziosi per gli SLL, ma anche per essere trasparenti su come tali standard si allineano con gli obiettivi di sostenibilità della banca stessa.

Poiché la maggior parte degli SLL ha KPI sulle emissioni di gas serra (oltre il 70% secondo Moody’s), gli SLLB potrebbero fornire informazioni su come gli SLL vengono utilizzati per sostenere la decarbonizzazione del portafoglio di una banca.

Inoltre, impegnandosi più apertamente nel mercato degli SLLB, le banche possono anche chiarire più precisamente la portata delle loro metriche di finanziamento sostenibile e degli obiettivi associati, che sono comunemente considerati un pilastro della loro strategia di sostenibilità. Ad oggi, non tutte le banche hanno una definizione chiara delle loro metriche di finanza sostenibile. Quando ne hanno una, raramente definiscono criteri di selezione precisi per gli SLL. I report sulle metriche di finanza sostenibile dovrebbero essere migliorati per fornire una ripartizione dettagliata degli strumenti in materia di sostenibilità (per esempio, per tipologia, settore e progetto).

Potenziali limitazioni dei SLLB

Le linee guida per il finanziamento dei prestiti obbligazionari legati alla sostenibilità riconoscono varie “opzioni che possono essere disponibili per gli emittenti al fine di raggiungere un adeguato livello di trasparenza”, uno dei principali obiettivi dell’iniziativa.

La prima opzione (utilizzata recentemente da Crédit Agricole) mira a stabilire criteri dettagliati (per esempio, KPI, SPT) e a ottenere una revisione esterna del quadro generale. Se da un lato ciò dovrebbe aumentare la chiarezza sulle SLL che soddisfano i criteri principali, dall’altro l’approccio potrebbe essere troppo selettivo. Infatti, un maggiore controllo sull’iniziativa SLLB potrebbe portare a criteri più ambiziosi e rigidi che molte SLL concesse dalle banche potrebbero non soddisfare. Sebbene gli SLLB offrano un’opportunità significativa di aumentare gli standard e la trasparenza per tutti gli SLL, c’è il rischio che questi impatti positivi si applichino solo ai prestiti più ambiziosi (creando un mercato a due velocità). Nonostante la revisione esterna può contribuire a valutare la qualità degli asset SLL, non è del tutto esaustiva a causa della mancanza di informazioni contestuali, in particolare a livello di transazione, come il Paese in cui si opera (la materialità del KPI e l’ambizione dell’SPT possono variare a seconda di questo fattore) o il gruppo di riferimento dell’azienda (utilizzato come benchmark per valutare l’ambizione dell’obiettivo del mutuatario).

L’approccio alternativo (recentemente utilizzato da Nordea) fornisce meno dettagli a livello di framework, ma richiede una revisione esterna per ogni SLL. La revisione esterna è sicuramente in linea con le best practice e la definizione di obiettivi generali potrebbe lasciare più spazio alla personalizzazione di ogni SLL. Se da un lato ciò potrebbe contribuire a mitigare uno dei rischi menzionati in precedenza, ovvero aumentare la chiarezza sulle migliori pratiche per le SLL, dall’altro potrebbe finire per indebolire l’obiettivo principale delle SLLB ovvero la trasparenza. Infatti, per motivi di riservatezza, le banche (e i revisori esterni) potrebbero non essere in grado di condividere le credenziali di sostenibilità di ciascuna transazione. Anche se la revisione da parte di terzi conforta gli investitori sostenibili, questi ultimi non saranno in grado di formulare le loro opinioni se mancano i dati chiave. Va da sé che l’esistenza di queste diverse opzioni potrebbe anche creare alcune discrepanze nel modo in cui le banche si approcciano agli SLLB.

Ad ogni modo, pur alla luce delle potenziali limitazioni, la forza maggiore degli SLLB risiede nella loro unicità e possono essere una speranza per aprire la strada per migliorare la trasparenza e rafforzare le ambizioni delle strategie di transizione sia delle istituzioni finanziarie sia delle attività di business che finanziano.



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