Il Lecce ha disputato quattro partite, ha realizzato quattro punti in classifica e ad un mese e mezzo dalla fine del calciomercato, siamo in grado di esprimere un giudizio, più o meno fedele ma sempre sulla carta, sull’organico messo insieme da Pantaleo Corvino e Stefano Trinchera durante il calciomercato e dato in mano a Luca Gotti.
Non è mai facile esprimere un “verdetto” di senso compiuto sull’operato a bocce ferme, in realtà non si dovrebbe mai fare, ed infatti molti “santoni” negli anni scorsi hanno dato i salentini per retrocessi prima ancora di vedere all’opera la squadra o hanno previsto l’esonero degli allenatori giallorossi ben prima di Natale.
Hanno fallito facendo una pessima figura, ma l’anno successivo ci hanno riprovato, fallendo nuovamente.
PERCHE’?
Perchè si sono basati soltanto sui “nomi”, gente a loro conosciuta Corvino ne ha portata poca nel Salento e per esprimere un’opinione di senso compiuto avrebbero dovuto avere la conoscenza calcistica del nostro dirigente. Cosa praticamente impossibile. La storia dice che di Corvino ti devi fidare e basta, perchè quel nome sconosciuto ai “santoni” può tranquillamente fare la differenza in serie A e noi a Lecce lo sappiamo perfettamente.
Per raggiungere gli obiettivi non è necessario avere un monte ingaggi che rischia di farti fallire se sbagli il campionato e neanche i classici “nomi” conosciuti ma attempati che stanno tirando gli ultimi calci della loro carriera. Semplicemente bisogna essere più bravi, non più costosi. Più bravi.
E come lo si diventa?
Acquistando, non ricorrendo al “prestito selvaggio” ma usando una strategia di mercato sostenibile che nello stesso tempo ti porti ad aumentare la tua cifra in termini di valore della rosa. Di proprietà.
Sicuramente è più facile a dirsi che a farsi, ma i Direttori che ci riescono non sono solo fortunati, hanno conoscenze in tutto il mondo che gli consentono di arrivare prima degli altri. La stessa bravura di cui parlavamo prima, praticamente. Analizziamo sommariamente il mercato:
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