Il Gruppo Close Brothers ha accettato di vendere la sua unità di gestione patrimoniale, Close Brothers Asset Management (CBAM), alla società di private equity Oaktree Capital Management per un importo massimo di 200 milioni di sterline (265 milioni di dollari).
Il prestatore, reduce da una revisione strategica volta a rafforzare il suo capitale, ha dichiarato giovedì che l’operazione aumenterà il suo coefficiente patrimoniale Common Equity Tier 1 di circa 100 punti base e lo aiuterà a gestire un ambiente commerciale incerto.
La gestione patrimoniale è uno dei segmenti più competitivi dell’industria finanziaria britannica, con le banche in lotta con le imprese di investimento tradizionali per servire i clienti, dai risparmiatori delle pensioni ai miliardari.
Tali attività sono strettamente regolamentate e possono essere costose da gestire, in particolare a seguito di un recente giro di vite da parte degli organi di controllo sulle commissioni e sul rapporto qualità-prezzo.
Il valore azionario fino a 200 milioni di sterline include un contingente differito di 28 milioni di sterline sotto forma di azioni privilegiate, ha dichiarato Close, aggiungendo che l’operazione equivale a 27 volte l’utile operativo statutario post-tasse di CBAM per il 2024.
Il completamento della transazione è previsto per l’inizio del 2025.
“La vendita concordata rappresenta un valore competitivo per i nostri azionisti, permettendoci di semplificare il gruppo e di concentrarci sul nostro core business dei prestiti”, ha dichiarato il Presidente di Close Mike Biggs in un comunicato.
L’amministratore delegato di Oaktree, Federico Alvarez-Demalde, ha dichiarato che la sua azienda cercherà di investire nelle capacità di servizio e nella tecnologia di CBAM per costruire “un’attività patrimoniale di scala nel Regno Unito”.
Le azioni di Close erano in rialzo del 3,4% alle 0706 GMT, a fronte di un aumento dello 0,5% del FTSE 100.
Close ha detto che cercherà di fare ulteriori progressi nelle “iniziative tattiche e strategiche di gestione dei costi” nelle sue restanti attività.
L’azienda ha anche riportato un utile ante imposte del primo semestre di 45 milioni di sterline, battendo le aspettative nonostante alcune significative voci una tantum legate alle revisioni normative.
La Financial Conduct Authority britannica ha dichiarato a gennaio che avrebbe esaminato i reclami dei consumatori in merito all’addebito eccessivo di commissioni al momento dell’acquisto di un’auto.
Secondo le prime stime degli analisti, il conto totale dei possibili risarcimenti del settore potrebbe raggiungere i 16 miliardi di sterline, il che lo renderebbe lo scandalo bancario più costoso dai tempi delle vendite errate dell’assicurazione di protezione dei pagamenti (PPI).
(1 dollaro = 0,7561 sterline)
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