L’uomo è ritenuto gravemente indiziato di peculato di risorse finanziarie pubbliche. Sequestrati 112 mila euro
La Guardia di Finanza di Bergamo ha dato esecuzione a un’ordinanza che dispone misure cautelari personali e reali, emessa dal gip del
Tribunale di Bergamo, su richiesta del pm, nei confronti di un dipendente
pubblico dell’Istituto scolastico Guido Galli di Bergamo, ritenuto gravemente indiziato di peculato di risorse finanziarie pubbliche.
Il provvedimento prevede la misura cautelare domiciliare nei confronti del direttore pro tempore dei Servizi generali amministrativi dell’Istituto e il sequestro di circa 112 mila euro.
«L’indagine – spiega una nota della Finanza – ha consentito di raccogliere elementi significativi in ordine a molteplici condotte distrattive di denaro
sottratto alle casse scolastiche tra il 2018 e il 2023 e destinato, attraverso diversi sotterfugi, a spese personali. I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bergamo hanno passato al setaccio i conti
dell’Istituto ed esaminato la documentazione amministrativo-contabile recuperata, scoprendo, sotto la costante direzione dell’autorità giudiziaria bergamasca, anomale uscite finanziarie per nulla inerenti l’attività scolastica».
L’uomo, approfittando della posizione di responsabile del personale amministrativo, provvedeva a predisporre mandati di pagamento per le spese legate all’attività scolastica, tra cui, saltuariamente, inseriva
contabili riferite a spese personali, ovvero di propri familiari, utilizzando comunque causali con falsi riferimenti a fatture e fornitori (ad esempio, per i servizi energetici). L’approfondimento di circa 70 disposizioni di
pagamento sospette ha consentito di individuare, tra i codici IBAN, anche quelli relativi a conti correnti di creditori personali del direttore. Sono stati anche rilevati mandati di pagamento emessi direttamente a
proprio favore e senza giustificazione, perché tratti da fondi riservati ai docenti per nuove attività progettuali e ad investimenti nella formazione degli studenti. Le indagini hanno anche consentito di far emergere che parte dei soldi derivanti dalla vendita agli studenti di generi di conforto (merende, panini, bibite) veniva poi accreditata sui
rapporti bancari dell’uomo sottoposto agli arresti domiciliari.
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