Genova. “Intanto la Gronda non costa 12 miliardi. Dopodiché il tema non è che non ci sono soldi, il tema è che le leggi che hanno fatto loro impediscono di utilizzare i soldi pubblici“. Così il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi, a margine dell’assemblea pubblica di Confcommercio a Genova, risponde al candidato del centrosinistra Andrea Orlando che sabato ha messo in dubbio la realizzazione dell’opera per mancanza di risorse.
“Noi stiamo cercando di cambiare alcune norme insieme alla Commissione europea per spalmare i costi su un periodo più ampio e non solo sul periodo concessorio, e di rivedere gli accordi con i concessionari – prosegue Rixi -. Vorrei ricordare a tutti che le concessioni non le abbiamo assegnate noi e non è stato un governo di centrodestra. Detto questo, quando si va al governo si ereditano del passato i debiti e i crediti quindi non ha senso riguardare sempre il passato, bisogna trovare dei progetti per risolvere i problemi”.
Ad oggi, di fatto, il meccanismo di finanziamento della Gronda è ancora da definire. I costi, in base alle ultime stime di Cdp per il piano economico-finanziario di Autostrade, sono lievitati da 4,7 miliardi a 7-8 miliardi, quasi raddoppiati nel giro di quattro anni. Per ammortizzare l’investimento – che verrebbe ripagato coi soldi dei pedaggi negli anni futuri – si dovrebbe considerare non la scadenza della concessione nel 2038, ma la vita utile dell’opera, calcolata in almeno cinquant’anni. Serve però il benestare della Commissione europea. Allo stesso tempo il Governo ha sondato la possibilità di intervenire con altre fonti di finanziamento (ad esempio i fondi previdenziali) ma finora non è stata trovata la quadra.
Intanto sono in corso i lavori del lotto zero e nei pressi di Genova Est è già in costruzione una delle gallerie che connetteranno il raddoppio della A7 allo svincolo di Genova Est, ma non è ancora arrivato il via libera finale sul progetto esecutivo sottoposto da mesi a migliorie tecniche. Il futuro dell’opera, quindi, è ancora appeso a un filo.
“Io mi auguro che chiunque sia presidente della Regione aiuti il governo nell’interesse dei liguri a superare tutti quei problemi infrastrutturali. Probabilmente, se avessimo fatto la bretella Voltri-Rivarolo alla fine degli anni Ottanta, oggi non parleremmo più di Gronda di Genova“, chiosa Rixi.
“Si sono bloccate le infrastrutture all’inizio degli anni Novanta – aggiunge il viceministro -. Il tema della Gronda, visto anche in questi giorni, scarica la responsabilità sugli enti locali. In realtà il problema è a livello nazionale. Noi entro la fine dell’anno rivedremo le concessioni e metteremo delle regole che consentiranno finalmente al nostro paese di tornare a costruire autostrade, cosa che oggi è di fatto impossibile perché si scaricherebbero tutti gli oneri esclusivamente sugli utenti, rendendo impossibili gli aumenti di pedaggio in un momento in cui il nostro sistema è assolutamente in una situazione critica”.
“In questo momento noi stiamo facendo una marea di lavori sia sulle autostrade sia sul sistema ferroviario nazionale. Ci scusiamo con gli utenti dei numerosi disagi che ci saranno sul sistema ferroviario, ma siamo passati da 2 miliardi e mezzo di investimenti all’anno a 13 miliardi e mezzo e nei prossimi anni solo su ferrovie si investiranno più di 100 miliardi. Sul sistema autostradale sono necessari circa 60 miliardi di investimenti nei prossimi 15 anni con delle nuove regole che consentano sostanzialmente di non far pagare esclusivamente all’utenza tutto il costo all’interno del periodo concessorio”, conclude Rixi.
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