Genova. Dalla fuga all’assalto in meno di due giorni. La notizia improvvisa e clamorosa della candidatura di Marco Bucci alla presidenza della Regione Liguria per il centrodestra ha gettato un macigno nello stagno degli equilibri interni della coalizione. E mentre mancano poco più di due settimane al termine per la chiusura delle liste, non si escludono ulteriori sorprese tra cambi di casacca e riposizionamenti dettati da simpatie o più spesso strategie per assicurarsi un migliore piazzamento.
Se fino a lunedì aleggiava l’incertezza sul candidato e prevalevano i tentativi di accasarsi tra le fila dei partiti nazionali, a loro volta cannibalizzati negli anni dalla Lista Toti pigliatutto, la discesa in campo di un profilo “forte” come Bucci ha risollevato decisamente le quotazioni dell’area civica, un piatto potenzialmente molto ricco. Ieri il sindaco di Genova, parlando a lungo coi giornalisti all’uscita della Città metropolitana, ha confermato quello che era l’orientamento iniziale: accanto a Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia sulla scheda ci sarà una sola lista civica che si chiamerà probabilmente Vince Liguria, sul modello della sua Vince Genova, una suggestione che si era fatta largo già nei giorni successivi alle dimissioni di Toti.
Il problema è che adesso c’è la fila per entrare e non è detto che ci sia posto per tutti. Anche perché nell’unica lista apartitica dovranno confluire tre mondi interconnessi ma diversi: quello che gravita intorno all’ex governatore Giovanni Toti, quello municipale di Marco Bucci e quello nell’orbita di Claudio Scajola, l’ex ministro e sindaco di Imperia che avrebbe contribuito a convincere il collega di Palazzo Tursi a fare il grande passo. La tentazione di moltiplicare i canali d’accesso al Consiglio regionale esiste, ma il rischio sarebbe quello di generare un’eccessiva frammentazione che potrebbe indebolire il fronte.
“Stanno tornando tutti, ora rischiamo l’overbooking“, confessa un dirigente in serata. Tra chi è già partito in quarta con la campagna elettorale c’è Jessica Nicolini, ex portavoce di Toti, coordinatrice genovese del suo movimento. In realtà sui suoi manifesti campeggia un’altra dicitura, Avanti Liguria, con inconfondibile linea cromatica blu-arancione di stampo totiano. “Ma quello è solo uno slogan, il nome della lista non è ancora deciso”, spiega. A replicare lo stesso slogan – a caratteri cubitali su sfondo arancione – è stato un altro fedelissimo dell’ex governatore, l’assessore Giacomo Giampedrone, che si è portato ugualmente avanti con le affissioni nel suo collegio spezzino.
La questione dei rapporti con la galassia Toti non è ancora pienamente chiarita. Ad esempio è possibile che la lista Bucci – comunque finisca per chiamarsi – includa in qualche modo la dicitura Noi Moderati, forza politica rappresentata in parlamento anche da Ilaria Cavo, in modo da saltare la raccolta delle firme. Il sindaco-commissario-candidato ieri è stato netto su un punto: “Ho chiesto (a Giorgia Meloni, ndr) che i partiti si diano da fare dal punto di vista economico perché noi non riceveremo nessuna donazione da privati, ma solo dai partiti politici“. Dunque nemmeno dalla Fondazione Change? “Useremo solo soldi dei partiti politici”, ha ribadito Bucci. In base a queste dichiarazioni, anche i fondi raccolti da Toti nell’ultima cena elettorale con oltre 600 invitati (finiti nel mirino della Procura nell’ambito della maxi inchiesta per corruzione) non dovrebbero essere toccati, per quanto non esista alcun provvedimento giudiziario che ne impedisca l’uso.
Si diceva del fuggi-fuggi dalla Lista Toti. Ha fatto rumore la fuoriuscita di Lilli Lauro, ex coordinatrice provinciale, che sarà candidata nella lista di Fratelli d’Italia. A quanto pare non la seguiranno i consiglieri comunali genovesi Christian Gandolfo e Federica Cavalleri, rispettivamente capogruppo e delegata ai Grandi eventi. L’assessora Marta Brusoni non ha ancora ufficializzato il passaggio alla Lega. Il camaleontico consigliere regionale Giovanni Boitano si stava riavvicinando al centrosinistra (era già stato con Paita e Burlando) e invece rimarrà in lista. Negli scorsi giorni erano dati in uscita anche Daniela Menini, Chiara Cerri e Barbara Ratti. Tra gli addii illustri si pronosticava pure quello dell’assessore regionale Marco Scajola, accostato per settimane a Fratelli d’Italia ma in realtà vicinissimo a Forza Italia. Adesso, però, la candidatura di Bucci potrebbe riaprire tutti i giochi.
Nella lista civica Vince Liguria – se passerà la denominazione plasmata dal sindaco – ci saranno, oltre a Nicolini e Giampedrone già scesi nell’agone elettorale, l’assessore Matteo Campora (facile immaginare che Bucci voglia cooptarlo nella giunta regionale in caso di vittoria) e prevedibilmente un buon numero di consiglieri di Tursi. Sicuri del posto l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola, entrato in giunta da tecnico puro, e Alessandro Bozzano, diventato capogruppo in Regione dopo l’addio di Vaccarezza. Ma a riaffacciarsi potrebbe essere anche qualche fuoriuscito (attuale e futuro) dai partiti: se il presidente del Consiglio regionale Gianmarco Medusei è in transito verso Fratelli d’Italia, al momento “svincolato” è ad esempio il loanese Brunello Brunetto, che ha lasciato la Lega senza (ancora) accasarsi altrove. Del resto la vera campagna elettorale inizia adesso. E i prossimi giorni promettono nuove sorprese.
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