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La Bce ha pubblicato il suo ultimo Bollettino economico, relativo al periodo compreso tra il 6 giugno e lā11 settembre, questāultima data vigilia del secondo taglio dei tassi annunciato dalla banca centrale lo scorso 12 settembre.
Nel Bollettino economico, la Banca centrale europea guidata da Christine Lagarde ha fatto riferimento allāimpatto che giĆ il suo primo taglio dei tassi ā successivo ai rialzi incessanti varati nel 2022 e nel 2023 volti a tamponare lāinflazione ā ha avuto sia sui rendimenti degli asset privi di rischio che su quelli dei BTP e degli altri titoli di stato dellāarea euro.
Allo stesso tempo, lāEurotower ha dato indicazioni sul trend dellāeconomia e dellāinflazione dellāarea euro ricordando che, nella riunione del 12 settembre 2024, il Consiglio direttivo ha annunciato lāennesima riduzione di 25 punti base del tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale, ossia il tasso con il quale orienta la politica monetaria.
āIl Consiglio direttivo, sulla base di una valutazione aggiornata circa le prospettive di inflazione, la dinamica dellāinflazione di fondo e lāintensitĆ della trasmissione della politica monetaria, ha ritenuto opportuno compiere un ulteriore passo al fine di moderare il grado di restrizione della politica monetariaā, ha ribadito lāEurotower, ricordando lāennesimo taglio mini di 25 punti base accolto con non poche critiche dalla platea delle colombe.
Quella riduzione, accompagnata anche dalĀ taglio dellāaltro spread, ha fatto scendere il tasso sui depositi al 3,50%, dal 3,75% precedente, dando un ulteriore aiuto allāeconomia e ai cittadini dellāEurozona, ancora alle prese con tassi sui mutui elevati.
Bce su effetti taglio su rendimenti privi di rischio, BTP & Co.
Nel bollettino economico pubblicato oggi, la Bce di Christine Lagarde ha affrontato diversi temi, soffermandosi sulla reazione giĆ al suo primo taglio dei tassi annunciato il 6 giugno scorso sui tassi di interesse privi di rischio dellāarea euro e sui rendimenti dei titoli di stato del blocco, BTP dunque inclusi:
āNel periodo in esame, compreso tra il 6 giugno e lā11 settembre 2024 (dunque prima del secondo taglio, sempre mini, annunciato da Francoforte in data 11 settembre), una rivalutazione generalizzata delle prospettive per la crescita economica e lāinflazione ha spinto al ribasso i tassi di interesse privi di rischio nella gran parte delle economie avanzateā.
Nello specifico, ānellāarea dellāeuro i tassi a termine sono diminuiti su tutte le scadenze con la previsione, da parte degli operatori di mercato, di riduzioni cumulate dei tassi di riferimento piĆ¹ rapide e pronunciate. In particolare, alla fine del periodo in esame, i tassi a termine hanno comportato circa 60 punti base di riduzioni cumulate dei tassi di interesse entro la fine dellāanno, con una riduzione di 25 punti base, incorporata dai mercati per intero, a seguito della riunione del Consiglio direttivo di settembreā.
āAnche i tassi di interesse nominali privi di rischio a lungo termine dellāarea dellāeuro sono diminuiti, riflettendo principalmente il calo della compensazione dellāinflazione, nonchĆ© una concomitante riduzione dei tassi reali a lungo termineā.
A scendere, inoltre, i rendimenti dei titoli di Stato dellāEurozona, come i BTP, gli OAT e o Bund tedeschi, sebbene in misura minore rispetto ai tassi privi di rischio: il risultato ĆØ stato dunque āun lieve
ampliamento degli spreadā, come emerge dallo stesso grafico che la Bce ha pubblicato allāinterno del suo Bollettino economico.
āAlla fine del periodo in esame, il rendimento dei titoli di Stato decennali dellāarea dellāeuro ponderato in base al Pil ĆØ stato inferiore di circa 37 punti base, collocandosi a circa il 2,7 per cento, determinando un aumento di 4 punti base del suo differenziale rispetto al tasso OIS basato sullāā¬STRā.
La Bce conferma tensione sui titoli di stato Francia con elezioni
Ad aumentare, in particolare, ĆØ stato lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato decennali francesi e il rendimento dei tassi OIS a dieci anni, che si era giĆ infiammato, ha ricordato la Bce, a seguito dellāannuncio shock del 9 giugno delle elezioni parlamentari straordinarie in Francia da parte del presidente Emmanuel Macron, per poi fare dietrofront successivamente, rimanendo tuttavia a valori ancora elevati.
Basti ricordare, a causa del fattore Francia, la fiammata, anche, dello spread BTP-Bund a 10 anni, balzato attorno alla soglia di 160 punti base, ai massimi dellāanno, a fronte di tassi dei BTP schizzati fino al 4%, rispetto a valori che al momento oscillano attorno al 3,5%.
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Va ricordato che le elezioni francesi si sono tenute in due turni: il primo il 30 giugno scorso, con il voto che ha inizialmente certificato la vittoria del Rassemblement National di Marine Le Pen, e il secondo il 7 luglio, che ha ribaltato del tutto lāesito iniziale, con il trionfo del Nuovo Fronte Popolare (NFP), frutto dellāalleanza tra France Insoumise (LFI), socialisti, verdi e partito comunista.
Nei giorni precedenti ai verdetti di quei due turni delle elezioni, forte ĆØ stata la tensione esplosa sul mercato dei titoli di stato, che ha visto inizialmente penalizzati soprattutto i titoli di stato francesi e italiani, rispettivamente OAT e BTP, con i relativi spread schizzati a causa dellāavversione al rischio che ha portato diversi investitori a fare incetta dei cosiddetti safe asset, premiando cosƬ prima di tutto i Bund, i titoli di stato tedeschi, in tempi di incertezza.
Gli spread, ha ricordato oggi lāEurotower, si sono ampliati in quelle sedute, tornando ad allargarsi anche agli inizi di agosto, in concomitanza con i forti sell che si sono abbattuti sullāazionario mondiale.
Successivamente, ha ricordato la Bce, āalla fine del periodo in esame, ad eccezione della Francia, i differenziali di rendimento dei titoli sovrani dellāarea dellāeuro sono sostanzialmente tornati sui livelli osservati allāinizio del periodoā.
Dunque spread in restringimento, grazie alle aspettative dei mercati su imminenti tagli dei tassi da parte della stessa Bce, ma non nel caso della Francia, tuttavia visto che, anche dopo lo smorzarsi delle tensioni legate alle elezioni presidenziali francesi, ānel periodo in esame il differenziale dei titoli sovrani francesi si ĆØ ampliato di 17 punti baseā, ricorda la Bce nel suo Bollettino economico.
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Spread BTP-Bund VS spread OAT-Bund
A riprova delle tensioni che questāanno sono esplose sul mercato dei titoli di stato francesi ĆØ anche il trend del differenziale tra i rendimenti decennali degli OAT e i tassi dei Bund tedeschi.
La performance mette in evidenza come lo spread Francia-Germania rimanga ancora alto, oscillando poco al di sotto degli 80 punti base, rispetto a un minimo degli ultimi tre mesi pari a 62,1 punti e a un massimo di 81,6 punti.
Viaggia invece non molto distante dai minimi degli ultimi tre mesi lo spread BTP-Bund a 10 anni, che oggi oscilla attorno a 132,9 punti base, dopo il massimo di 157,4 punti base degli ultimi tre mesi e il minimo in tre mesi di 127 punti base.
Tutto āmeritoā del trend al ribasso dei rendimenti dei BTP, che oggi sono calano al 3,505%, poco al di sopra del minimo degli ultimi tre mesi, pari al 3,475% e decisamente distanti dal massimo in tre mesi, pari al 4,103%.
I tassi degli OAT francesi a 10 anni viaggiano invece al 2,966%, rispetto al minimo in tre mesi pari al 2,824% e al massimo in tre mesi del 3,344%.
Sebbene distanti dal record degli ultimi tre mesi, i rendimenti dei titoli di stato francesi rimangono in sensibile rialzo rispetto al minimo YTD, pari al 2,554%.
Il risultato ĆØ che anche lo spread Francia-Germania a 10 anni non ĆØ molto distante dai massimi testati nel periodo precedente le elezioni francesi; notevole inoltre lāimpennata dallāinizio dellāanno, quando era capitolato fino al minimo YTD di 42,9 punti base.
Per lo spread BTP-Bund a 10 anni il minimo YTD ĆØ invece pari a 121,5 punti base, a fronte di un massimo di 168,6 punti base.
Sembra cosƬ valere ancora la narrativa di una Italia che al momento, per quanto riguarda i suoi titoli di stato, si conferma piĆ¹ blindata rispetto alla Francia, al punto che diversi investitori avrebbero spostato la loro attenzione proprio sui BTP, a discapito degli OAT dāOltralpe. Detto questo, perplessitĆ e dubbi sulla carta italiana, non mancano mai.
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La Bce su inflazione e Pil euro post due tagli tassi di 25 pb
Tornando ai contenuti del bollettino economico reso noto oggi dalla Bce, riguardo al trend dellāinflazione dellāarea euro, la banca centrale europea ha ricordato le stime elaborate dal suo staff, sia relative allāinflazione complessiva che core.
Per quanto riguarda lāinflazione headline, le stime sono di una crescita delle pressioni inflazionistiche pari al 2,5 per cento nel 2024, al 2,2 nel 2025 e allā1,9 nel 2026.
Eā stato ricordato che lāinflazione dovrebbe tornare a salire ānellāultima parte di questāanno, anche perchĆ© i precedenti bruschi ribassi dellāenergia cesseranno di rientrare nel calcolo dei tassi sui dodici mesi, per poi scendere verso lāobiettivo del Consiglio direttivo nel corso della seconda metĆ del prossimo annoā.
Per lāinflazione di fondo, ovvero lāinflazione core, lāistituzione ha ribadito quanto emerso il 12 settembre scorso, ovvero che lāoutlook per il 2024 e il 2025 ĆØ stato rivisto lievemente al rialzo, āin quanto i rincari dei servizi sono risultati maggiori delle aspettativeā.
āAl tempo stesso, gli esperti della Bce continuano ad attendersi un rapido calo dellāinflazione di fondo, che passerebbe dal 2,9 per cento di questāanno al 2,3 nel 2025 e al 2,0 nel 2026ā³, si legge nel bollettino.
Vero ĆØ che ālāinflazione interna rimane elevata, sospinta dai salari che continuano a crescere a ritmo sostenuto. Tuttavia, le pressioni dal lato del costo del lavoro si stanno allentando e i profitti stanno parzialmente attenuando lāimpatto dellāaumento delle retribuzioni sullāinflazione. Le condizioni di finanziamento rimangono restrittive e lāattivitĆ economica si conferma modesta, di riflesso alla debolezza dei consumi e degli investimenti privatiā.
Ribadite le proiezioni sul Pil elaborate dagli esperti della Bce, che stimano un tasso di crescita pari allo 0,8 per cento nel 2024, che salirebbe allā1,3 nel 2025 e allā1,5 nel 2026:
āSi tratta di una lieve revisione al ribasso rispetto allāesercizio di giugno, principalmente riconducibile a un minore contributo della domanda interna nei prossimi trimestriā.
La crescita dellāeconomia dellāarea euro continua a far fronte a diverse sfide.
La Bce non ha indorato infatti la pillola, menzionando la presenza di ārischi per la crescita economicaā che ārestano orientati verso il bassoā.
Citata in particolare āla minore domanda di esportazioni dellāarea dellāeuro, dovuta ad esempio allāindebolimento dellāeconomia mondiale o allāacuirsi delle tensioni commerciali tra le maggiori economieā, che āgraverebbe sullāespansione dellāareaā.
Fattori inoltre come āla guerra ingiustificata della Russia contro lāUcraina e il tragico conflitto in Medio Oriente rappresentano significative fonti di rischio geopoliticoā, andando a impattare sulla fiducia riguardo al futuro delle famiglie e delle imprese e traducendosi in āinterruzioni negli scambi internazionaliā.
āLāespansione economica potrebbe inoltre risultare inferiore se gli effetti ritardati dellāinasprimento della politica monetaria si rivelassero piĆ¹ intensi delle attese ā ha ricordato la Bce ā Al contrario, lāespansione potrebbe risultare superiore se lāinflazione diminuisse piĆ¹ rapidamente del previsto e se la crescita della fiducia e dei redditi reali comportasse un aumento della spesa maggiore di quanto anticipato, oppure se la crescita dellāeconomia mondiale fosse piĆ¹ forte delle aspettativeā.
Guardando in avanti, la Bce ha confermato quanto detto lo scorso 12 settembre, ovvero che āil Consiglio direttivo ĆØ determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dellāinflazione allāobiettivo del 2 per cento nel medio termine e manterrĆ i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finchĆ© necessario a conseguire questo obiettivoā.
āPer determinare livello e durata adeguati della restrizione ā ha ribadito lāEurotower ā il Consiglio direttivo
continuerĆ a seguire un approccio guidato dai dati, secondo il quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunioneā.
Per la precisione, ciĆ² significa che āle decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla valutazione circa le prospettive di inflazione, alla luce dei dati economici e finanziari piĆ¹ recenti, la dinamica dellāinflazione di fondo e lāintensitĆ della trasmissione della politica monetariaā.
Detto questo, āil Consiglio direttivo non intende vincolarsi a un particolare percorso dei tassi. In ogni caso, il Consiglio direttivo ĆØ pronto ad adeguare tutti gli strumenti di cui dispone nellāambito del proprio mandato per assicurare che lāinflazione ritorni sul suo obiettivo di medio termine e per preservare lāordinata trasmissione della politica monetariaā, ha sottolineato lāEurotower, andando poi a esaminare la reazione che i mercati finanziari hanno avuto alla grande svolta di politica monetaria avviata dalla Bce con il primo taglio dei tassi di inizi giugno.
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