C’è molta attesa per la riunione della Bce in programma giovedì 12 settembre 2024 che dovrà sbrogliare la matassa su molti temi caldi, dal taglio dei tassi di 25 punti base alla riduzione degli spread tra i tassi di riferimenti creatisi al tempo del costo del denaro sotto zero, passando per il mantenimento della cautela legata all’evoluzione dei dati macro economici nei prossimi mesi. Ciò su cui la Banca centrale europea dovrà discutere sono, dunque, le prossime mosse che, come da prassi, si adegueranno alle stime che verranno fornite dal team di economisti. Ci sono, al momento, una serie di dubbi che non rendono ancora possibile affermare con certezza che la Bce procederà con il taglio dei tassi di interesse.
Taglio dei tassi, la Bce punta a 25 punti in meno
Il taglio standard del costo del denaro, ovvero di un quarto di punto (25 punti), dipende da una serie di fattori che potrebbero consentirlo o rendere necessario rimandarlo. A spingere per il calo è sicuramente il rallentamento dell’inflazione nell’area di competenza della Bce, con la naturale conseguenza che sarebbe proprio il taglio dei tassi d’interesse. Le incertezze, invece, arrivano tutte dal rallentamento degli ultimi mesi registrato dall’attività economia, specie dall’industria, che porta a un inevitabile scalo della marcia da parte della politica economica. In questa situazione di stallo, saranno fondamentali come detto le stime dei prossimi mesi da parte degli analisti economici.
Il taglio dei tassi è appeso a un filo
Le opinioni su cosa accadrà nella riunione della Bce del 12 settembre sono molte e variegate. Per François Rimeu, senior strategist di Crédit mutuel asset management, non ci sono dubbi sul fatto che la Bce deciderà per il taglio dei tassi di 25 punti, con l’attenzione che sarà tutta “alle nuove proiezioni economiche” viste “le preoccupazioni per l’attività economica dell’Eurozona, data la debolezza dei dati e degli indici di fiducia”.
Secondo Nadia Gharbi, senior economist di Pictet wealth management, invece, ci sarà una revisione al ribasso delle previsioni di crescita (0,1 punti percentuali per il 2024 e il 2025) e al rialzo per ciò che riguarda l’inflazione core (sempre dello 0,1% nel 2024 e nel 2025). Malgrado queste modifiche, per Gharbi, l’obiettivo Bce di portare l’inflazione al 2% nel quarto trimestre 2025 verrà centrato.
In ultimo, non certo per importanza, c’è l’opinione espressa da Barclays che si aspetta ancora cautela e un taglio dei tassi successivo a dicembre. L’accelerazione, per gli specialisti della banca inglese, ci sarà solo nel 2025 con interventi previsti a gennaio, marzo e giugno. Concorde è anche Konstantin Veit, portfolio manager di Pimco, che ritiene che la Bce procederà con il taglio dei tassi solo dopo le riunioni in cui è possibile avere delle proiezioni macro. La prossima in calendario è a dicembre 2024.
Tassi, si punta all’allineamento
L’ipotesi del taglio dei tassi di 25 punti base da parte della Bce riguarda il tasso sui depositi che, con l’intervento, scenderebbe al 3,5%. Per François Rimeu, la Banca centrale europea “attuerà un adeguamento nell’ampiezza del cuscinetto dei tassi di policy”, così da allineare i tassi ed evitare le possibili “pressioni al rialzo sui tassi del mercato monetario e stabilire incentivi per le banche a prendere prestiti di liquidità nelle operazioni della Bce”. Il risultato sarebbe il seguente:
- il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali, Mro, fermo a 15 punti base sopra il tasso sui depositi (al 3,65% con il previsto taglio di 25 punti base del Dfr). Ora è a 50 punti base;
- il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale, Mlf, a oggi il più alto, rimarrà a 25 punti base sopra l’Mro (al 3,90%).
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