“L’ID wallet non è altro che un portafoglio e, quando si parla di identità digitale, bisogna capire di cosa si parla”, spiega Rocco d’Alessandro. “L’identità digitale, di fatto, è una serie di credenziali che ci identificano in modo univoco, e questo soprattutto in rete.
Non stiamo solo parlando di dati, così in generale, che noi mettiamo in mano a soggetti non meglio identificati, ma stiamo parlando della nostra vita, cioè tutta la nostra vita, tutti i nostri averi finiranno in questo portafoglio digitale, che non sta nelle nostre tasche, ma sta nelle tasche di quattro consorzi, all’interno dei quali ci sono 250 enti tra imprese private, università e ministeri di ogni tipo. Sappiate che, ad esempio, la patente, il fascicolo sanitario elettronico e un altro paio di casi d’uso sono in mano al Ministero degli Esteri francese. Il capofila del consorzio è il Ministero degli Interni francesi!
Vi cito per l’Italia alcuni soggetti che sono presenti all’interno della gestione del portafoglio digitale: c’è PagoPA, la Fondazione Bruno Kessler, che non manca mai, Aruba, Poste Italiane, l’Università, che non mancano mai all’interno di tutte le ‘porcate’ digitali che ci stanno proponendo, la provincia di Trento, le Poste Italiane, Intesa San Paolo e ABI. ABI è l’Associazione delle banche italiane, quindi sappiamo già dove andiamo a finire. E la cosa ancora più preoccupante di tutte è che Butti ha già detto, ed è stato anche scritto, che il portafoglio digitale, le wallet, non sarà solo quello all’interno dell’app IO, ma potrà essere anche quello di Apple Wallet, Google Wallet, l’Intesa San Paolo Wallet, l’Unicredit Wallet.
Oggi questo viene usato, in modo diverso, anche nel mondo reale, perché mostrare la patente al poliziotto vuol dire che siamo dal mondo della rete. Tutte le identità digitali, di fatto, andranno a confluire in questo portafoglio che è valido per tutta l’Europa. Lo chiamano ‘ID wallet’, ma è pronto per tutta l’Europa, e capiamo bene cosa ci va dentro: nel portafoglio digitale ci andranno dentro i conti correnti, le richieste di finanziamento, le SIM dei telefoni, la patente – va bene, è già dentro, è stata fatta in agosto – la firma di contratti, i pagamenti, i documenti di viaggio, il passaporto, i certificati ESG per le aziende.
In futuro conterrà, ad esempio, la moneta digitale della Banca Centrale Europea, che sappiamo essere una specie di bitcoin programmabile, che si può utilizzare anche solo per settori.
Insomma, qualcuno può guidare la moneta, non è la classica moneta elettronica, e ci andrà dentro anche l’impronta di carbonio, il nostro rating ESG, in base al quale potranno controllarci oppure imporci di migliorare le nostre classi energetiche delle case e quant’altro. Gli smart contract sono una cosa pericolosissima, perché parliamo di uno strumento digitale che è sottoposto ad attacchi di hackeraggio notevolissimi. Avere i contratti all’interno delle wallet… Pensiamo solo all’acquisto della macchina, potrà essere fatto con un contratto digitale.
Gli smart contract sono una cosa pericolosissima, perché parliamo di uno strumento digitale che è sottoposto ad attacchi di hackeraggio notevolissimi. Avremo i contratti all’interno delle wallet. Pensiamo solo all’acquisto della macchina: potrà essere fatto con un contratto digitale. Non stiamo solo parlando di dati così in generale che noi mettiamo in mano a soggetti non meglio identificati, ma stiamo parlando della nostra vita.
I rischi ci sono, Noi stiamo mettendo in mano la nostra vita a questi soggetti. Oltretutto saremo ricattabilissimi, perché dalla sera alla mattina, se abbiamo superato i nostri crediti di carbonio, non ci siamo vaccinati, siamo andati in piazza a protestare per i nostri diritti, potranno, con un click, spegnerci e chiuderci il conto corrente. Cose che hanno già fatto senza bisogno di avere l’Id wallet, figuriamoci con uno strumento così potente. È per questo che gli italiani devono svegliarsi, perché abbiamo perso un anno e mezzo, perché questi progetti sono partiti a maggio dell’anno scorso.”
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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