Omicidio di Candido Montini, sui cassetti e gli armadi di casa della vittima altre impronte del 17enne #finsubito prestito immediato

 In virtù degli atti ricevuti dalla Procura ordinaria di Como, la Procura per i minorenni di Milano possiede elementi che non appaiono fragili: un’impronta digitale del minorenne, che dopo aver lasciato la scuola, non avendo la minima voglia di studiare, ha iniziato a lavorare in una falegnameria, è stata isolata dai carabinieri del Ris sul coltello arma del delitto. La lama era stata depositata o lanciata su di una tettoia nei vicoli della frazione, che conta appena 110 residenti, in maggioranza anziani e sempre in maggioranza chiusi in un silenzio esasperato che, nella misura di una mancata collaborazione con gli investigatori, somiglia a un atteggiamento omertoso. 

Non è offensivo scrivere che la «speranza» di molti, a Catasco, era che si trattasse d’un forestiero, non di certo di uno del posto. Quale invece e per appunto è il minorenne, che quel 24 sarebbe entrato nella casa di Montini, il quale consumato il pranzo stava riposando, in cerca di soldi. Ulteriore scoperta dei carabinieri del Ris: altre impronte del 17enne, italiano, una famiglia di non limpidissimi rapporti con le regole e la giustizia, son state rilevate su maniglie e cassetti, insomma collocandolo ampiamente sulla scena del crimine. Dopodiché allo scadere del primo mese dall’omicidio, numerose sono le domande sospese. Per esempio, d’accordo la fretta, la fuga, la paura di venir sorpreso, ma Catasco, comunità di contenute dimensioni geografiche, è circondata da prati e boschi, e quindi lì l’arma poteva essere occultata. Alla pari del portafoglio, parimenti scoperto per terra in paese, sul selciato, perfino in bella vista.