Come funziona il bonus mamme lavoratrici nel 2025 esteso anche alle partite iva? Il bonus mamme lavoratrici è stato confermato anche per il 2025 con qualche modifica relativa alla platea delle beneficiarie.
- Quali sono i requisiti per avere il bonus mamme lavoratrici 2025, gli importi e i limiti
- Sarà esteso anche alle mamme lavoratrici con Partita Iva
Quali sono i requisiti per avere il bonus mamme lavoratrici 2025, gli importi e i limiti
Il bonus mamme viene riconosciuto sotto forma di uno sgravio contributivo totale a carico delle lavoratrici.
Ciò significa che le mamme che lavorano saranno ancora esonerate dai contributi previdenziali a loro carico, che pesano il 9,19% della retribuzione imponibile, fino a un limite massimo di 3.000 euro annui.
Di conseguenza l’importo massimo lordo che potrebbe spettare a ogni mamma lavoratrice è di 250 euro al mese.
Il bonus spetta fino al 31 dicembre 2026 a tutte le mamme che hanno almeno 3 figli o fino al compimento dei 18 anni di età del figlio più piccolo, se avviene prima della fine del 2026 e indipendentemente dal reddito percepito.
Per il 2025, lo sgravio vale per le mamme con due figli di cui il minore non abbia compiuto i 18 anni.
Precisiamo che per usufruire dell’agevolazione, bisogna presentare apposita richiesta al proprio datore di lavoro, comunicando il numero di figli e i relativi codici fiscali. Al datore di lavoro spetta poi inserire queste informazioni nelle dichiarazioni retributive.
E’ possibile anche presentare la richiesta anche direttamente all’Inps, trasmettendo le informazioni dei codici fiscali e dei dati anagrafici dei figli tramite l’applicazione ‘Utility esonero lavoratrici madri’ disponibile sul Portale delle Agevolazioni.
Sarà esteso anche alle mamme lavoratrici con Partita Iva
La principale novità di questa misura per il 2025 è la sua estensione anche alle mamme lavoratrici titolari di Partita Iva.
Resta, però, ancora da capire come sarà modulato il bonus per queste categorie di lavoratrici, se varrà per tutte coloro che lavorano con Partita Iva o solo per le lavoratrici mamme iscritte alla Gestione Separata dell’Inps, e a chi spetterà pagarne i contributi, se all’Ente previdenziale di appartenenza o ai committenti di lavori.
Bisognerà, dunque, aspettare ulteriori decisioni del governo sul funzionamento ufficiale del bonus per le professioniste e le lavoratrici autonome.
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