Tanti esponenti della sinistra, che hanno disertato la spiaggia simbolo, ora l’ex sindaco di Torino ha venduto la sua casa a una coppia di francesi per 780 mila euro. Il sindaco Chelini: «Quest’anno non si è visto quasi nessuno»
Che la Maremma, e in particolare la Piccola Atene radical-chic di Capalbio, non piacciano più ai vip della sinistra? Di certo, non c’è più la corsa di un tempo ad accaparrarsi un casale nel Grossetano, ultimo esempio Piero Fassino, ex sindaco di Torino ed ex segretario Ds, che vende il suo casale nelle campagne di Scansano, collina tranquilla ma a due passi appunto dalla mondanità progressista di Capalbio e della sua «Ultima spiaggia», lo stabilimento balneare il cui titolare, Adalberto Sabatini, ha spiegato questa estate che da lui «i politici di razza sono in via di estinzione».
Ma torniamo a Fassino. Come svela il giornale on line Open, dopo aver spulciato la sua dichiarazione dei redditi appena depositata a Montecitorio, l’ormai semplice parlamentare del Pd ha ceduto il suo casale di Scansano, in comproprietà con la moglie Anna Serafini, anche lei ex deputata, a una coppia parigina, per una cifra comunque consistente: 780 mila euro, sia pure di poco inferiore al mutuo di 800 mila che l’ex segretario aveva acceso con una banca per l’acquisto, avvenuto nel 2003. In sostanza gli acquirenti estinguono il mutuo e versano il resto direttamente al protagonista, come risulta dall’atto stipulato presso un notaio di Grosseto qualche mese fa.
Ma questi sono affari privati di un politico che resta comunque uno dei più importanti del centrosinistra nell’ultimo ventennio. Quel che conta, dal punto di vista del costume, è il trend, ossia il progressivo disimpegno dell’intellighenzia progressista dalla Maremma.
Un riflusso che segue al flusso avviato quasi 40 anni fa da Achille Occhetto, allora segretario del Pci, che si fece ritrarre nella sua abitazione di Capalbio mentre si baciava con la moglie, Aureliana Alberici. Un caso che fece rumore in una sinistra allora ancora austera, ma che aprì anche il via-vai di turisti illustri orientati in senso progressista verso la località balneare più meridionale della Maremma e in particolare verso l’Ultima spiaggia, dove si ritrovavano sotto l’ombrellone filosofi come Alberto Asor Rosa e Giacomo Marramao e politici allora auge come Francesco Rutelli, Claudio Petruccioli e Aldo Tortorella, intellettuali quali Nicola Caracciolo e Philippe Daverio (un eterodosso).
Quest’anno, come spiega il sindaco di Capalbio Gianni Chelini, non si è visto quasi nessuno, a parte gli habituès Rutelli e Petruccioli, con qualche comparsata di Carlo Calenda, che si è fatto notare anche dalle parti di Ansedonia per sostenere le ragioni dei residenti in rivolta contro il mare inquinato. Anche Romano Prodi, che era di casa a Castiglione della Pescaia da decenni, ha saltato il turno. Occhetto gravita più su Magliano, come Alessandro Gassman che lì ha comprato casa e di lì ha bacchettato il sindaco di Grosseto Vivarelli Colonna, ex presidente della Provincia, per le condizioni delle strade.
Insomma, la Maremma piace sempre (lo dicono le presenze stabili, ma con propensione al consumo in calo) ma meno di una volta a politici e intellettuali, specie di sinistra. Qualcuno perchè troppo anziano o passato a miglior vita , qualcuno per cambiamento di abitudini. Per tutti vale un mutamento di paradigma sociale, dettato dalla nuova egemonia politica. C’è il centrodestra al potere e Giorgia Meloni, si sa, preferisce la Puglia. La Maremma regge a fatica e molti, come Fassino, vendono casa e se ne vanno.
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