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Togliere i benefici fiscali alle flotte aziendali inquinanti #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Benefici fiscali concessi alle auto aziendali: secondo l’ultimo studio dell’organizzazione Transport & Environment è proprio il nostro Paese che sovvenziona maggiormente le auto aziendali inquinanti, per 16 miliardi di euro l’anno

Le esenzioni fiscali per le auto aziendali (che rappresentano il 60% di tutte le immatricolazioni di auto nuove in Europa) – concesse ai dipendenti per i veicoli usati come benefit in-kind – a benzina e diesel costano ai contribuenti europei 42 miliardi di euro all’anno (16 miliardi di euro l’anno in Italia).

Un dato eclatante che è stato messo in evidenza dall’ultimo studio che Transport & Environment (T&E), organizzazione europea che persegue la decarbonizzazione dei trasporti, ha commissionato alla società specializzata Erm.

L’analisi ha preso in considerazione gli effetti dei benefici generalmente concessi alle auto aziendali attraverso quattro leve fiscali:

  1. la tassazione dei benefit in kind
  2. l’ammortamento del costo dei veicoli
  3. le detrazioni Iva
  4. le carte carburante

Le distorsioni fiscali riscontrate in molti dei Paesi oggetto dello studio fanno sì che per guidare un Suv inquinante si benefici in media di un vantaggio fiscale di 8.900 euro; in Italia, caso limite, si arriva a un risparmio fiscale di 16.400 all’anno.

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Per Andrea Boraschi, direttore di T&E Italia, “si tratta di una politica fiscale dannosa per il clima e socialmente iniqua. L’Italia, che ogni anno rinuncia a 16 miliardi di gettito pur avendo enormi problemi di budget, dovrebbe prendere a esempio il Regno Unito e il Belgio, che hanno introdotto misure fiscali green e stanno eliminando le agevolazioni per i veicoli inquinanti“.

Questo spiega anche perché in media, nei mercati europei, le aziende immatricolano il doppio dei Suv endotermici e ibridi rispetto ai privati: nel nostro Paese, per esempio, dei 16 miliardi di euro totali di esenzioni fiscali mappate nello studio, 5,8 miliardi sono destinati a sovvenzionare veicoli Suv.

Per il noleggio in leasing di una Bmw X3 diesel, per esempio, azienda e dipendente beneficiano di esenzioni per oltre 21mila euro l’anno. Il sistema di tassazione sulle auto aziendali è inefficiente al punto da premiare, in alcuni casi, il leasing di veicoli endotermici rispetto a quello di veicoli a emissioni zero di pari volume e prestazioni.

Così avviene che il noleggio di una Volkswagen Tiguan a benzina, considerando la pressione fiscale, costa oltre 3mila euro l’anno in meno di quello di una Id.4.

dbenefici fiscali auto aziendali

Flotte aziendali: ecco perché sono in ritardo sull’elettrificazione

Oltre a beneficiare di benefici fiscali, anche in caso di auto inquinanti, le flotte aziendali sono in ritardo nel percorso di decarbonizzazione: nella prima metà del 2024, il 13,8% di tutte le nuove immatricolazioni private europee era costituito da Bev.

Per le immatricolazioni aziendali, invece, la percentuale è stata solo del 12,4%. I numeri in Italia indicano una sostanziale parità, in un mercato però molto lontano dai numeri europei: 3,9% per il canale privato, 4% per quello corporate.

L’associazione invita quindi la nuova Commissione europea a presentare nel 2025 un regolamento per rendere più ecologiche le auto aziendali, fissando obiettivi vincolanti di elettrificazione al 2030 per le grandi flotte e le società di leasing.

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Anche il governo italiano dovrebbe però procedere, già con la prossima legge di bilancio, a modifiche sostanziali della fiscalità applicata alle auto e a quelle aziendali in particolare: modulare le specifiche leve fiscali (tassazione sui BiK, ammortamento e Iva) in virtù delle emissioni di CO2 può porre fine a una grave distorsione e stimolare il mercato verso le tecnologie più pulite.





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