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Giustizia, scontro tra maggioranza e opposizione. Meloni: a lavoro senza paura #finsubito prestito immediato




È scontro tra maggioranza e opposizione sul tema della giustizia alla luce di quanto avvenuto sulla questione migranti, costretti a lasciare l’Albania e a rientrare in Italia, sia alle polemiche innescate dalla pubblicazione via social di uno scambio di mail tra magistrati da parte della premier Giorgia Meloni, proprio all’indomani della decisione sul trasferimento dei migranti. Alla luce, inoltre, delle dichiarazioni del ministro della Giustizia, Nordio, che ha definito la sentenza del magistrato sui migranti una cosa “abnorme”. Oggi il Consiglio dei ministri dovrebbe varare un decreto per definire una nuova lista dei Paesi sicuri.

“Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte, e anche molto più pericolosa la sua azione…”. Questa la mail scritta da Marco Patarnello, sostituto procuratore della Cassazione, di Magistratura democratica, che la premier ha rilanciato ieri sui social, con il titolo: ‘Meloni oggi è un pericolo più forte di Berlusconi. Dobbiamo porre rimedio’.

La polemica politica-magistratura è partita dalla questione dei migranti in Albania

La sezione per i diritti della persona e immigrazione del Tribunale di Roma, venerdì scorso non ha convalidato il trattenimento nei confronti di 12 migranti all’interno del centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader, in Albania. Le parole di Patarnello gli sono valse l’accusa di “eversione” e l’annuncio di interrogazioni parlamentari. Patarnello preferisce non commentare gli attacchi subiti, turbato dagli esiti probabilmente controproducenti di un intervento a difesa dell’autonomia della magistratura.

Gli avvocati di Fratelli d’Italia, insieme a quelli di Forza Italia, si sono già messi all’opera. Le parole scritte nella mail della toga di Magistratura democratica, per la maggioranza, devono essere ricondotte in una sede istituzionale, al Csm. Sono parole, a giudizio di tutti, Meloni e alleati, “talmente gravi” da non poter passare inosservate, o derubricate nel calderone della quotidiana polemica politica.

Palazzo Chigi si blinda con un nuovo dl sui Paesi sicuri

A Palazzo Chigi una riunione giuridica precederà il Consiglio dei ministri di oggi pomeriggio in cui verranno cambiate le norme sulla permanenza dei migranti in strutture come quella voluta dalla premier in Albania, trasformando quello che era un decreto interministeriale fra Viminale e Farnesina in norma primaria di legge, includendovi gli Stati di provenienza dei migranti considerati ‘sicuri’, anche se per i dettagli del decreto legge bisognerà attendere sino all’ultimo.

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Il vero nodo della vicenda legata alla mail del magistrato, raccontano i collaboratori più stretti del capo del governo, sta nel programma dell’esecutivo: quella riforma della giustizia che non solo istituisce due Csm, sdoppiando l’organo disciplinare dei magistrati, ma che li rende maggiormente autonomi dalle correnti, attraverso il sorteggio come metodo di scelta dei componenti. “È questo il vero incubo di Md, che il Csm finalmente funzioni”, raccontano in Fratelli d’Italia. Ma su questo punto Meloni ha intenzione di andare avanti e di non farsi fermare da qualsiasi tipo di difficoltà che si dovesse frapporre nel cammino per raggiungere l’obiettivo.

Meloni, determinati realizzare nostro programma, senza paura

Finche’ avremo il sostegno dei cittadini, continueremo a lavorare con determinazione, a testa alta, per realizzare il nostro programma e aiutare l’Italia a crescere, diventare forte, credibile e rispettata. Lo dobbiamo agli italiani, a chi ci ha scelto e a chi, pur non avendo votato per noi, spera che facciamo bene il nostro compito. Al lavoro, senza sosta, senza paura”. A scriverlo su X è la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Schlein: se queste le premesse nessuna collaborazione

“Se le premesse sono queste assolutamente nessuna collaborazione” con il governo sul fronte giustizia. “Sono gravissime le affermazioni del ministro Nordio, che da magistrato” dovrebbe sapere che esiste in Costituzione “il principio di separazione dei poteri messo a garanzia dei cittadini e chi va oltre le proprie prerogative è il governo, che vorrebbe, apprendiamo oggi, rimettere mano alla Costituzione per cancellare il principio di separazione dei poteri” ed è “grave” che a dirlo sia “addirittura il presidente del Senato”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, ad Agorà su Rai 3, in merito allo scontro tra governo e magistrati e all’intervista di Ignazio La Russa in cui il presidente del Senato ipotizza una riforma della Costituzione “che faccia maggiore chiarezza nel rapporto tra politica e magistratura. Perché così non funziona”.

“I giudici italiani sui migranti deportati in Albania hanno applicato una sentenza della Corte di giustizia europea del 4 ottobre, che io stessa avevo letto a Meloni in Aula, ma lei è chiusa nel suo palazzo e non ascolta e pensa di fare tutto giusto. Come fa Meloni a non sapere che l’Egitto non è un Paese sicuro dopo quanto accaduto con l’uccisione di Giulio Regeni?”, ha aggiunto la segretaria del Pd, “Come fai ad aggirare le leggi dell’Unione europea? Dovrebbero uscire dall’Ue, non credo vogliano farlo…”.

L’intervista di La Russa

“Penso che alcuni magistrati vogliano affermare la propria visione della società e della politica attraverso la giurisdizione. La destra, che vuole governare, vorrebbe rispetto per le prerogative della politica. Ed è per questo che dobbiamo chiarire questa zona grigia. Perché altrimenti non si capisce quale sia il confine tra le funzioni della giustizia e quelle della politica. Insieme, in modo concorde – maggioranza, opposizione, magistrati – dobbiamo perimetrare questi ambiti. La lite non funziona”.

Ecco quanto ha detto, in un’ìntervista con Repubblica, il presidente del Senato, Ignazio La Russa. “A chi spetta definire esattamente i ruoli della politica e della giustizia? Alla Carta costituzionale. In passato tutto sembrava funzionare. Dopo Tangentopoli non è più stato così. Ci sono magistrati che vanno oltre, dando la sensazione di agire con motivazioni politiche. E ci sono d’altro canto politici che hanno il dente avvelenato con i giudici. Se la Costituzione non appare sufficientemente chiara, si può chiarire meglio”, ha aggiunto La Russa sottolineando che “potrebbe essere utile una riforma che faccia maggiore chiarezza nel rapporto tra politica e magistratura. Così non funziona”.

Tajani, magistrati non devono essere politicizzati

Nessun conflitto tra governo e toghe, ma “le dichiarazioni su Giorgia Meloni” contenute “nella mail dei magistrati, sono inaccettabili”. Lo dice al Corriere della Sera il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. “C’e’ un piccolo gruppo, una corrente che si chiama Magistratura democratica, storicamente legata all’allora partito comunista, che prima attaccava Silvio Berlusconi e ora attacca Meloni”, sostiene il leader di Forza Italia. “Si lamentano del generale Vannacci, ma fanno la stessa cosa. Dicono che un generale non deve fare politica. Sono figlio di un generale dell’esercito. Non diceva nemmeno a noi per chi votava. Ma neanche un magistrato deve essere politicizzato. Come non esistono carabinieri di destra e carabinieri di sinistra. Mica sono professori di università”. Per Tajani “non sono i magistrati a dover decidere quali sono i Paesi sicuri. Il potere giudiziario non può invadere gli altri due. Io rispetto le sentenze, però i magistrati non possono fare come vogliono. La Corte europea parlava di parti di territorio non sicure ma deve essere venuto meno il controllo, come accade con gli Houthi. Altrimenti nemmeno l’Italia è sicura. In alcune zone dove ci sono mafia o camorra, l’Italia è sicura? Con questo principio nulla lo è più, neppure gli Usa, che in alcuni Stati hanno la pena di morte”. Infine, quanto al decreto che dovrebbe essere varato oggi dal Cdm, ci sarà “la lista dei Paesi sicuri” mentre la Corte Ue “non dava una lista. Questo è un decreto, una fonte primaria, non possono esserci contestazioni. La democrazia si basa su un potere tripartito. Noi abbiamo un problema di immigrazione irregolare che genera allarme sociale”.

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