E’ successo a Busto Arsizio. Il 25enne, legale rappresentante legale di un’azienda senza dipendenti, sono stati sequestrati 500 mila euro. Emetteva autofatture false per lavori mai eseguiti su un immobile insistente nel comune di Capua, in provincia di Caserta
Era tutto finto. L’azienda, i lavori sulle facciate, gli immobili «fantasma» sui quali un imprenditore di Busto Arsizio aveva attivato una procedura per un bonus facciate – quello invece verissimo – scoperta dalla guardia di Finanza di Varese e che ha portato alla denuncia «indebita percezione di erogazioni pubbliche» e al sequestro preventivo per 500 mila euro.
Le indagini si riferiscono a fatti del 2022 e vedono denunciato un 25enne rappresentante legale di una società che aveva come oggetto sociale l’attività di consulenza informatica e il commercio al dettaglio di prodotti via internet. Società che, tuttavia, «risultava priva di lavoratori dipendenti e collaboratori, di una adeguata struttura organizzativa e di competenze tecniche aziendali, oltre che di idonea capacità finanziaria», spiegano i finanzieri.
Inoltre, sempre il rappresentante legale indagato (risiedeva sulla carta in provincia di Salerno) era gravato da numerosi pregiudizi di polizia e sottoposto a misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per il reato di traffico di stupefacenti. La Finanza di Varese ha da tempo attivato un «tavolo tecnico antievasione» presso la Procura di Busto Arsizio insieme ad Agenzia delle Entrate e direzione provinciale dell’Inps dove viene condiviso il patrimonio informativo contenuto nelle numerose banche dati fiscali.
Anche grazie a questo strumento, nell’ambito di accertamenti su uno studio professionale attivo in città, i finanzieri hanno scoperto quanto contestato all’imprenditore, cioè un’autofattura fittizia emessa per lavori mai eseguiti su un immobile dichiarato insistente nel comune di Capua, in provincia di Caserta, che ha portato il pubblico ministero della Procura di Busto Arsizio, che ha coordinato le indagini, a richiedere e ottenere alla magistratura un decreto di sequestro preventivo.
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