Un lavoro durato quasi due anni, che ha avuto un’accelerazione nel 2024 ed è arrivato alla conclusione della prima fase proprio oggi, 21 ottobre, con la presentazione ufficiale. Si attiva, per la prima volta a Roma, un progetto di assistenza alloggiativa a 360 gradi che vede collaborare un’istituzione municipale, un’associazione di mutuo soccorso e una fondazione privata proiettata al sociale: C.A.S.A. 3.
A Roma nasce l’Agenzia per la Casa
Il Centro di Accoglienza e Solidarietà Abitativa (C.A.S.A.) è un’iniziativa dell’assessorato alle politiche abitative del III municipio, quello di Montesacro, in collaborazione con “Nonna Roma” e Fondazione Charlemagne. Attivato con un milione di euro di fondi del Giubileo. Lo scopo, tramite uno sportello settimanale e la realizzazione di un cohousing sociale, è quello di fornire assistenza alle famiglie e ai single del territorio che si trovano già in emergenza abitativa o rischiano di finirci. Per affitti troppo alti, difficoltà nel reperire alloggi nel libero mercato, sfratti in esecuzione o già eseguiti. Nel III municipio insistono 9.200 alloggi di edilizia residenziale pubblica, tra Ater (Regione) e Comune: il secondo territorio a Roma dopo il VI, quello delle Torri.
Lo sportello per le famiglie in difficoltà
Il progetto si articola su due direttive principali. La prima, attiva da subito, è rappresentata dallo sportello Ada (è l’acronimo di Agenzia per il Diritto all’Abitare, ma anche il nome di un’anziana morta per infarto durante uno sfratto, nel 1999), costituito da un front office, monitoraggio immobili Erp, assistenza legale gratuita, monitoraggio sfratti e sgomberi e la gestione di un server per la raccolta dati sul diritto all’abitare. A gestirlo è “Nonna Roma”, al momento ospite di “Lab Puzzle” a via Monte Meta al Tufello: “Attraverso uno sportello gratuito – ha spiegato Alberto Campailla – supporteremo le famiglie in difficoltà abitativa, sia attraverso percorsi di mediazione con i proprietari, sia attraverso la presa in carico, grazie alla collaborazione con i servizi sociali. Inoltre, con il coinvolgimento delle realtà municipali interessate, lavoreremo per creare percorsi di emancipazione economica e sociale delle persone coinvolte”.
Cohousing sociale in un immobile recuperato
La seconda direttiva, che si concretizzerà entro la fine del 2025 (massimo nel primo trimestre 2026), è quella che si basa sulla realizzazione di quattro appartamenti all’interno di un immobile di proprietà comunale a via Monte Fascia 18, tra Città Giardino e il Tufello, una posizione centrale del III municipio: “In un momento come quello che stiamo per affrontare – spiega il presidente di Montesacro, Paolo Marchionne – decidere di utilizzare fondi giubilari per l’accoglienza è importante. Nel Piano Casa di Roma Capitale è presente lo strumento dell’agenzia sociale per la casa, non ancora attuato, così noi abbiamo deciso di prendere la palla al balzo proponendo una sperimentazione a livello locale”.
Come spiega l’assessore alle politiche abitative del III, Luca Blasi “il Giubileo sta complicando le cose a Roma a livello di emergenza abitativa, con B&B e affitti brevi che drogano il mercato. Grazie a questi fondi possiamo offrire alle famiglie soluzioni temporanee (da 3 a 12 mesi) che le tengano unite, che non le separi nemmeno dagli animali domestici e che le veda al centro di un percorso di autonomia che studieremo tramite un tavolo di coprogettazione e coprogrammazione con le realtà del terzo settore”.
Lavori nel 2025
Al momento, come è stato spiegato in occasione della presentazione del progetto dagli uffici tecnici municipali, la realizzazione del cohousing sociale è “in fase di verifica del progetto esecutivo, i lavori dovrebbero partire i primi mesi del 2025. L’appalto è stato già assegnato dalla Società Giubileo 2025”. Fine lavori entro la conclusione del prossimo anno, al massimo nel primo trimestre del 2026 come indicato anche dal sito “Roma si trasforma”.
Spazi flessibili e a basso consumo energetico
Elisabetta Matteucci, dello studio di architetti che ha realizzato il progetto, spiega: “Nell’immaginare questo cohousing – ha detto – abbiamo voluto favorire soluzioni innovative che andassero incontro alle esigenze di destinazione d’uso. I quattro appartamenti sono di dimensioni differenti, flessibili, così da poterli eventualmente anche accorpare. Uno è anche accessibile a persone con disabilità, come tutto lo spazio (un piano intero, ndr). Ci sono poi spazi comuni, come una lavanderia, il deposito bagagli, le cucine, un’infermeria. L’immobile verrà efficientato dal punto di vista energetico con impianti nuovi e a basso consumo”.
Come detto, a supportare il progetto C.A.S.A. 3 c’è anche la Fondazione Charlemagne, che da anni ha attivo un protocollo d’intesa con il III municipio: “La nostra visione è quella di poter cambiare le cose – spiega la referente del progetto ‘Perfieriacapitale’, Stefania Mancini – e in questo territorio ci sentiamo di poterlo fare bene, con facilità, perché questa missione viene ampiamente condivisa. Dal 2014 a oggi l’incremento di persone in emergenza abitativa è stato del 75%, un dato spaventoso”.
“Questo progetto sarà esempio per Agenzia cittadina”
Presenti al lancio del progetto anche i consiglieri capitolini Yuri Trombetti (Pd), Ferdinando Bonessio (Avs) e l’assessora alle politiche sociali del municipio Maria Romano. Il dem, presidente della commissione casa del Comune: “L’agenzia per la casa è nella strategia per l’abitare di Roma Capitale – sottolinea – e anche se ci sono ancora delle questioni da risolvere, è in dirittura d’arrivo. C’è una prima bozza di delibera. L’eperimento di Montesacro sarà sicuramente riportato nel documento. Giustamente ci mettete anche un po’ di fretta, lanciando questa iniziativa”. Bonessio ha battuto molto sul tema nazionale: “Il Goeverno non ha attenzione verso l’emergenza abitativa – attacca – anzi la destra strumentalizza il fenomeno. Come gruppo capitolino abbiamo presentato una mozione in cui si chiede di bloccare gli sfratti da adesso a fine Giubileo, sarà il Sindaco a farsi portavoce nei confronti del prefetto”.
L’assessora Romano ha ricordato quanto messo in piedi finora dal municipio: “Dal 2020 abbiamo un progetto di coabitazione e autonomia – fa sapere – che coinvolge in particolare le persone anziane. Purtroppo dal 2018 nel nostro territorio sono aumentatii esponenzialmente gli sfratti, con un peggioramento dalla pandemia. Non è più possibile ricevere telefonate dalla polizia la mattina, con sfratti eseguiti e una richiesta di accoglienza: noi non abbiamo appartamenti. E così facendo gente di 80 anni finisce a dormire in macchina”.
La prospettiva, da qui a un anno, è che lo sportello di “Nonna Roma” e il cohousing di via Monte Fascia rappresentino un ammortizzatore rilevante per i casi più disperati, ma anche una prevenzione a situazioni potenzialmente critiche.
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