PAPOZZE (ROVIGO) – È stata distrutta dalle fiamme la passerella dell’attracco fluviale nell’oasi del Wwf nella golena di Panarella. Un atto vandalico di qualche sconosciuto che incenerito le doghe in materiale plastico della passerella di collegamento alla piattaforma galleggiante dell’attracco e contorto con il calore del fuoco le strutture metalliche portanti. A notare la colonna di fumo che si è sollevata sopra la fitta vegetazione della golena nel tardo pomeriggio di ieri sono stati i militari del nucleo della Forestale in servizio nella zona, che hanno fatto intervenire i Vigili del fuoco di Adria. Sul posto si è portata anche la Protezione civile per constatare lo stato della struttura.
Gli interrogativi
«Un atto di vandalismo o che altro? Difficile al momento fare ipotesi – dice il sindaco Pierluigi Mosca -. Attendiamo il rapporto delle autorità. Sicuramente non può trattarsi di autocombustione. Nel pomeriggio di ieri era piovuto, il fiume è in piena, impensabile che le fiamme si siano sviluppate autonomamente». «Deve esserci la mano dell’uomo concorda il vice Riccardo Navicella. Se un fatto doloso o colposo lo diranno gli accertamenti. Il luogo è nascosto fuori dalla vista e da sguardi indiscreti. L’acceso alla golena in questi giorni è interdetto a causa della piena del Po. L’arrivo all’attracco per via d’acqua è problematico a causa della forte corrente. È un mistero. Per fortuna le fiamme hanno avvolto solo la passerella, la piattaforma galleggiante non è stata toccata». Data la gravità dei danni che si sono verificati, gli autori devono avere sversato benzina o altro combustibile. «Faremo una valutazione dei danni – aggiunge Navicella – per vedere se c’è una copertura assicurativa».
L’allarme del Wwf
Non appare sorpreso da quanto accaduto Eddi Boschetti, presidente del Wwf: «Non c’è da stupirsi di nulla. Lungo il fiume e nelle aree golenali si svolgono bracconaggio ittico, venatorio, traffici, scarico indifferenziato di rifiuti di ogni genere. Attività più o meno lecite in luoghi ben appartati, lontani da possibili osservatori, difficilmente raggiungibili. Quanto successo è il sintomo acuto di una patologia che perdura da lungo tempo. Sul Po c’è una vera e propria emergenza sociale. Come Wwf abbiamo istituito una sorveglianza con guardie volontarie, ma non è sufficiente. La nostra associazione ambientalista ha avuto cura dell’oasi, ma purtroppo ciò che per uno spirito ambientalista rappresenta un vero scrigno naturalistico e di biodiversità, per altri è solo un luogo nel quale realizzare i propri interessi senza alcun scrupolo e riguardo per l’ambiente».
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