Le Diocesi di Mazara del Vallo e Trapani hanno preso una posizione decisa contro i recenti scandali di presunta truffa e corruzione emersi nella provincia, richiamando i principi fondamentali della dottrina sociale della Chiesa cattolica. In una nota congiunta, a firma di don Francesco Fiorino e Gino Gandolfo, gli Uffici per i problemi sociali e il lavoro delle due diocesi hanno sottolineato l’importanza di una riflessione profonda sul tema della legalità e della giustizia.
Don Francesco Fiorino, direttore dell’Ufficio della diocesi di Trapani, ha lanciato un monito forte: “La corruzione è un furto più grave di una semplice sottrazione di denaro perché storna ingenti risorse pubbliche a favore di privati e in maniera illegale e immorale.” Parole che riflettono una condanna netta verso quelle pratiche che minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e feriscono profondamente il tessuto sociale.
Il comunicato mette in guardia contro il rischio di rassegnazione e assuefazione a fenomeni di corruzione, un atteggiamento che, secondo la Chiesa, è incompatibile con i valori cristiani e con i principi della Costituzione italiana. La nota ricorda come il sistema clientelare offenda il principio di uguaglianza, sancito dalla Costituzione, e richiama le parole di Papa Francesco, che ha più volte esortato i fedeli a contrastare la triplice piaga della corruzione, dell’abuso di potere e dell’illegalità, sia nella politica che nella società.
Nell’appello rivolto ai cittadini, alle istituzioni e ai partiti politici, le diocesi invocano un’azione di risanamento morale, sottolineando l’importanza di proteggere la democrazia: “La democrazia è un bene prezioso, ma molto delicato,” si legge nella nota, che richiama la responsabilità di tutti nel custodire i valori costituzionali e nel mantenere alta l’asticella morale del proprio agire.
Le diocesi auspicano che la Magistratura e le Forze dell’Ordine facciano piena chiarezza sugli episodi emersi, mentre invitano i partiti politici e i soggetti intermedi a non accettare logiche perverse di corruzione, che rischiano di compromettere il bene comune e di tradire le aspirazioni delle nuove generazioni.
L’intervento si chiude con un messaggio chiaro: “Non possiamo rassegnarci al male della corruzione e dell’illecito arricchimento,” un invito a tutti i cittadini a non abbassare la guardia e a contribuire attivamente a costruire una società più giusta e rispettosa dei valori morali e civili.
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