Ormai quella dei cinghiali viene definita da più parti la nuova piaga dell’agricoltura. E non solo per i danni che gli ungulati causano alle colture agricole di ogni genere, ma anche perché sono diventati vettore di contagio della peste suina.
Per i sindaci della provincia ed in particolare delle aree interne del Fortore, Tammaro e Miscano, il problema va affrontato sotto l’aspetto della salvaguardia della pubblica incolumità, dal momento che i cinghiali si aggirano in branchi fin davanti agli usci delle abitazioni.
A luglio il governo ha approvato il decreto agricoltura che detta misure urgenti per la tutela della salute pubblica correlate alla diffusione della peste suina africana attraverso il potenziamento delle forze armate e l’attivazione delle organizzazioni di volontariato di protezione civile. «Solo con l’ausilio dell’esercito forse potremo riuscire a contenere un fenomeno che sembra sfuggito al controllo delle istituzioni dice Giuseppe Addabbo sindaco di Molinara -. Va affrontato con urgenza, identificando il problema come emergenza, perché c’è in ballo la salute e la sicurezza dei cittadini, alla luce dei contagi da peste suina e del rischio legato agli incontri ravvicinati con i branchi. E non dimentichiamo che è a rischio un intero settore oltre alla filiera suinicola ed i suoi circuiti tutelati per la preparazione di prodotti che stanno per ottenere i relativi marchi di qualità».
A fare da eco ad Addabbo il suo omologo di San Giorgio la Molara Nicola De Vizio, veterinario, che parla di interventi necessari e urgenti per salvaguardare salute dei cittadini, sicurezza alimentare e ambientale dell’intero territorio. Dello stesso avviso il sindaco di San Bartolomeo in Galdo Carmine Agostinelli che attraverso una comunicazione alla Regione chiede «un immediato intervento a tutela della pubblica e privata incolumità ed a salvaguardia delle colture agricole».
La nota del primo cittadino si rifà agli ormai frequenti avvistamenti di ungulati ad ogni ora, in ogni zona del centro abitato e davanti alle abitazioni. «Circostanze, queste recita la comunicazione di Agostinelli , che destano particolare preoccupazione in quanto i cinghiali vagano all’interno dell’area abitata, e questo costituisce un rischio elevato per la comunità. Basta dare un occhiata ai tanti video virali girati dai cittadini in cui si vedono branchi di cinghiali trasformare strade e piazze in vere mangiatoie».
Per Salvatore D’Arrisso di Confagricoltura «in questo momento l’abbattimento massiccio sarebbe prioritario e giocherebbe un ruolo significativo nel contenimento dell’epidemia che altrimenti potrebbe estendersi velocemente. E va considerato al più presto un aiuto efficace alle aziende agricole che hanno subito importanti danni». Secondo le stime, si è giunti a un « soprannumero» di oltre un milione di ungulati, cifra che tende ad aumentare, come da rapporto del commissario straordinario alla peste suina, Vincenzo Caputo presentato lo scorso giugno in commissione Agricoltura della Camera circa l’evoluzione epidemiologica e le nuove iniziative per debellare la malattia.
«Giovedì scorso, a seguito delle domande che abbiamo inoltrato alla Regione per danni cagionati da cinghiali dice il sindaco di San Marco dei Cavoti Angelo Marino la Regione ha inviato i suoi tecnici che con l’ausilio di un drone, hanno potuto scandagliare le aree danneggiate per stimare i danni da fauna selvatica. Per fortuna San Marco non ha zone boschive nelle vicinanze quindi i cinghiali si mantengono nella periferia, ma restano i danni alle colture che sono sempre più ingenti».
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