Arrivano due proscioglimenti, al termine del processo su una costola della maxi inchiesta “Game Over” relativa ad un presunto gruppo criminale operante nella zona Vele, nella 167 B di Lecce.
I giudici della prima sezione collegiale (presidente Fabrizio Malagnino) hanno riqualificato il reato di tentata estorsione aggravato dall’agevolazione mafiosa in esercizio arbitrario delle proprie ragioni e ciò a portato al non doversi procedere per difetto di querela nei confronti di Giovanni Laera, 65enne residente a Lizzanello e Giampiero Schipa, 60enne leccese. Sono difesi rispettivamente dagli avvocati Amilcare Tana e da Giancarlo Dei Lazzaretti e Paolo Cantelmo.
Invece, il pm Giovanna Cannarile aveva invocato la condanna a 2 anni e 6 mesi ciascuno (con l’esclusione della suddetta aggravante).
Secondo l’accusa, i due avrebbero reimpiegato somme di denaro per traffici illeciti. In particolare, avrebbero agito in accordo con un altro imputato, il quale nell’agosto del 2019, contattò telefonicamente un tal “Gino” (rimasto ignoto) per intimargli la restituzione del “materiale” o la consegna della somma di denaro di di 75mila euro.
Le indagini relative alla maxi operazione Game Over, avviate nell’estate del 2019, hanno riguardato un presunto gruppo criminale ritenuto attivo sul territorio leccese, conosciuto come clan Briganti e facente capo, secondo gli inquirenti, a Pasquale Briganti, detto Maurizio.
Il gruppo si sarebbe occupato direttamente dell’acquisto della droga, prevalentemente in territorio albanese, da immettere sulle piazze di spaccio, cittadine e della provincia ed avrebbe avuto un’ampia disponibilità di armi, anche da guerra.
Sono state contestate, infine, spedizioni punitive e numerose estorsioni, avvenute nei confronti degli ambulanti in occasione delle festività di Sant’Oronzo, di incontri di calcio del Lecce, eventi musicali e sagre, oltre alla gestione dei parcheggi abusivi durante lo svolgimento di spettacoli ed eventi sportivi.
Molti imputati sono stati già condannati con rito abbreviato.
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