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Parco Gentile, dopo anni di mancate verifiche ora il sindaco chiede chiarimenti #finsubito prestito immediato


La vicenda sfratti per morosità incolpevole di alcuni nuclei familiari assegnatari di alloggi sociali del complesso immobiliare di “Parco Gentile” a Santo Spirito, in zona Torricella, rischia di far scoppiare rabbia, proteste e disordini anche da parte di famiglie non direttamente interessate dagli sfratti, ma che per motivi umanitari solidarizzano con gli sfrattati e, quindi, di causare un’emergenza che mettere a rischio la coesione sociale nella comunità locale. Infatti, anche il neo sindaco di Bari, Vito Leccese, seppur con qualche settimana di ritardo si accorto evidentemente della gravità del problema e ultimamente, con una lettera inviata al presidente di Fabrica Sgr Spa, gestore del citato intervento di housing sociale, ha chiesto informazioni sulla situazione complessiva in corso, sia per avere maggiori notizie attinenti gli assegnatari di alloggio sociale sotto sfratto, sia per  rappresentare il disappunto dell’Amministrazione comunale in relazione alla gestione delle procedure di sfratto già messe in atto. Nel rendere nota l’iniziativa, il sindaco ha anche commentato: “Se è difficile comprendere come in soli quattro anni si sia venuta a creare una situazione di insostenibilità tale da giustificare l’avvio di decine di procedure di sfratto, è ancora più difficile comprendere il rifiuto, da parte del soggetto gestore, di ricorrere al fondo straordinario per la morosità incolpevole proposto dal Comune di Bari in favore dei destinatari degli sfratti. Anche considerato che oltre 100mila euro di risorse comunali sono già stati corrisposti a Fabrica per coprire i canoni di locazione non pagati”. Perciò, ha proseguito Leccese, “a fronte di una situazione che ormai si configura come un’emergenza sociale, pretendo che Fabrica fornisca all’Amministrazione comunale una rendicontazione puntuale della gestione dei servizi, dei consumi e delle utenze del complesso, insieme all’elenco dei soggetti che risulterebbero morosi, con il dettaglio disaggregato di canoni e oneri accessori e ogni altra documentazione relativa ai costi di gestione complessivi”. Il neo Primo cittadino di Bari, in fine, ci ha tenuto ha precisare che “l’interesse dell’Amministrazione comunale, in questa vicenda, è in primo luogo quello di individuare soluzioni condivise all’emergenza in atto, garantendo il diritto alla casa degli inquilini”, riconoscendo che “allo stesso tempo, però, va tutelato l’interesse pubblico di un intervento di housing sociale nella cui attuazione è coinvolta anche Cassa Depositi e Prestiti, tra le principali istituzioni finanziarie dello Stato italiano”. Fin qui le affermazioni di Leccese sul caso “Parco Gentile” e sulla sua recente richiesta di chiarimenti alla società romana “Fabrica”, proprietaria degli alloggi sociali situati nella seconda traversa della SP 91 (Bitonto – Santo Spirito) per conto del fondo d’investimento alternativo immobiliare denominato “Esperia”, partecipato per oltre il 70% dalla Cassa Depositi e Prestiti e, quindi, dallo Stato. Invece, a pretendere chiarimenti dal Comune sull’intera vicenda del residence di “Parco Gentile” a Santo Spirito è sicuramente l’Opinione Pubblica barese, in particolare i residenti del complesso di edilizia sociale di “Parco Gentile” a Santo Spirito, che si sono ritrovati a pagare canoni di affitto che, per un intervento agevolato e sovvenzionato dalle istituzioni pubbliche, sono tutt’altro che agevolati visto che, considerata la zona (ndr – aperta campagna, in periferia delle periferie!), sono pari o addirittura superiori a quelli del libero mercato immobiliare cittadino. Un’anomalia, questa, che -come abbiamo avuto modo di accennare già in altro nostro precedente servizio di qualche settimana fa sul housing sociale di “Parco Gentile” – ha il suo fondamento nella “convenzione” edilizia stipulata nel settembre del 2016 dalla precedente amministrazione Decaro con il soggetto attuatore del programma di edilizia sociale in questione. Ovvero, all’epoca la società “Residence Parco Gentile”, facente capo al noto imprenditore edile barese De Bartolomeo. Una “convenzione” che, trattandosi di un intervento di edilizia sociale per l’appunto, a detta di alcuni esperti, presenta diversi punti sbilanciati a favore del soggetto privato attuatore dell’intervento, quindi del contraente forte, anziché della controparte debole, ossia dei futuri inquilini socialmente deboli che avrebbero dovuto poi beneficiare di tale housing sociale. Infatti, come abbiamo avuto anche modo di riferire nel nostro precedente servizio, uno degli inquilini di “Parco Gentile” di recente, assistito dall’amministrativista barese Giuseppe Mariani, si è reso promotore di una particolare azione giudiziaria (l’Azione popolare ai sensi dell’art. 9 del Dlgs 267/2000) dinanzi al Tar-Puglia, con la quale in sostituzione del Comune, ha chiesto ai giudici amministrativi di tutelare gli eventuali interessi pubblici violati dal gestore del complesso residenziale sociale di “Parco Gentile”, cioè la società “Fabrica”, con la messa in essere di sfratti per morosità conseguiti sulla base di contratti di locazione, il cui fondamento risiede in una “convenzione” edilizia ritenuta, per alcune sue clausole, palesemente illegittima. Clausole riguardanti, per l’appunto, la percentuale di capitalizzazione per il calcolo del canone annuo di affitto, che – a detta del ricorrente – sarebbe superiore di uno 0,5% rispetto a quella prevista per legge per gli affitti sociali, oltre che il costo di vendita a mq su cui sono stati calcolati gli affitti (che è quello effettivamente pagato da Fabrica all’impresa realizzatrice degli immobili!), ma che in realtà sarebbe di gran lunga superiore a quello previsto dal listino prezzi regionale per gli alloggi sociali. Ovvero, circa 2000 Euro anziché 1400-1500 Euro al mq. In altri termini, i canoni sociali di “Parco Gentile” sarebbero fuori norma a causa, sia della percentuale di capitalizzazione, sia soprattutto del costo di acquisto di detti immobili, che – sempre a detta della parte ricorrente al Tar-Puglia – risulterebbero essere stati superpagati da “Fabrica spa”. E, quindi, in definitiva da Cassa Deposti e prestiti alla società realizzatrice del piano di edilizia sociale, autorizzato nel 2016 dalla precedente amministrazione Decaro. Per non parlare, poi, degli elevati costi di condominio, addirittura anticipati, a “Parco Gentile”. Costi, che talvolta supererebbero quelli di analoghe unità immobiliari situare all0interno del noto super servito e lussuoso residence “Parchitello”, situato tra Noicattaro e Torre a Mare. Però, ciò che più lascia perplessi in questa vicenda è che, a fronte di una situazione tanto complessa e dei tanti dubbi che la vicenda di Parco Gentile pone, il Comune di Bari che ultimamente, tramite il neo sindaco Leccese ha chiesto chiarimenti a “Fabrica”, stranamente si è costituito nell’Azione popolare dinanzi al Tar Puglia, contro il ricorrente e, quindi, al fianco di “Fabrica” per chiedere il rigetto di detta azione giudiziale. Un atteggiamento alquanto contraddittorio ed inspiegabile per l’odierna Amministrazione barese e che invece recentemente “pretende” spiegazioni proprio dalla società proprietaria degli alloggi sociali di “Parco Gentile”, sospettando evidentemente che qualcosa non va nella gestione degli sfratti in corso. Infatti, trattandosi di alloggi sociali, è possibile anche che la società proprietaria sia esentata dal pagamento dell’Imu, ossia l’Imposta comunale sugli immobili, però nonostante ciò “Fabrica” sta procedendo senza indugi nel voler liberare alloggi che proprio per la loro natura sociale danno adito ad agevolazioni fiscali. Insomma, la clamorosa vicenda barese degli sfratti di assegnatari di alloggio sociale a “Parco Gentile” potrebbe essere solo agli inizi di un filo giudiziale da gli esiti sorprendenti, quanto incredibili, le cui novità più importanti potrebbero arrivare forse con le “memorie aggiuntive” che la parte ricorrente al Tar, con l’Azione popolare, contro “Fabrica” si è riservata di presentare nel processo iniziato lo scorso 9 Ottobre e nel quale il Comune, avrebbe forse potuto anche non costituirsi,  considerati i chiarimenti richiesti ultimamente a “Fabrica” dal sindaco Leccese. Una richiesta che quantomeno confermerebbe la mancata vigilanza della precedente amministrazione Decaro sulla corretta gestione di detto piano di edilizia sociale. E, quindi, anche sulla mancata tutela sociale riservata ai nuclei familiari ivi allocati, a fronte delle innumerevoli agevolazioni pubbliche finora concesse ai realizzatori di detto programma di housing sociale. Altro che…inganno per gli inquilini in situazione di disagio! Una vera e propria beffa per la collettività tutta.

 

Giuseppe Palella

 

 

 

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Pubblicato il 18 Ottobre 2024





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