L’omicidio del primario nel 1981. Due gli indagati dopo la riapertura delle indagini: uno è morto, sull’altro gli elementi raccolti non erano sufficienti
Molto probabilmente non si saprà mai chi, la sera dell’8 gennaio 1981, uccise il professor Mario Montanari nel parcheggio del Policlinico di Modena. Il giudice per le indagini preliminari ha infatti archiviato, su richiesta della procura, il fascicolo riaperto lo scorso anno sulla spinta di nuovi elementi. Una pista che però non ha portato a nulla. Resta dunque senza colpevole il delitto del primario di ostetricia e ginecologia del Policlinico ucciso a 51 anni con sette colpi di pistola 43 anni fa. Quella sera uscì dal Policlinico per tornare a casa, salutò due colleghi, e raggiunse nel parcheggio il suo Maggiolone, salì in auto, mise in moto e in quel momento venne raggiunto dai colpi di pistola calibro 45 esplosi a distanza ravvicinata, poi il killer si dileguò nel buio. Un delitto che sconvolse la città.
L’ipotesi di una vendetta
Lo scorso anno, poi, quella che sembrava la svolta. Due persone vennero iscritte nel registro degli indagati. Un papà, il cui figlio aveva riportato gravi lesioni alla nascita, oggi 65 enne, e il nonno, morto poco dopo. Per quella famiglia ci sarebbero stati errori commessi proprio dall’equipe di Montanari e da qui l’ipotesi di una vendetta di un padre accecato dal dolore. Non solo un figlio rimasto a vita sulla sedia a rotelle, ma anche una donna che dopo una gravissima emorragia dovuta al parto non ha mai potuto avere altri figli. Nel nuovo fascicolo non era infatti passata inosservata la fotografia scattata dalla scientifica pochi minuti dopo i fatti, ma mai messa agli atti. Per terra all’interno dell’auto, sopra ai tappettini c’è una scatolina blu, un sorta di bomboniera.
Un caso destinato a rimanere irrisolto
Un elemento fondamentale che aveva portato all’uomo, che avrebbe gettato «a sfregio» la bomboniera nell’auto dopo aver ucciso il primario. Sembrava dunque trattarsi di una vendetta. Nella nuovo indagine l’attenzione degli inquirenti si era focalizzata anche sul nonno, poiché trovato in possesso di un’arma compatibile con quella utilizzata per il delitto. Il suo decesso ha portato però all’estinzione del reato, mentre sul figlio gli elementi raccolti sono risultati insufficienti. Il caso ora è chiuso e il delitto Montanari resterà un «cold case».
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