Quelli un po’ più avanti negli anni ricordano il vociare dei bambini, il loro viavai di mattina presto e di pomeriggio, quando si entrava e si usciva dalla scuola. I più giovani, invece, lo conoscono come un edificio abbandonato, salvato dall’incuria totale solo perché accanto c’è una chiesa dove tuttora si celebra messa, ma comunque ridotto in condizioni precarie.
È il complesso immobiliare che sta nel rione Miranda, a Terzigno. Appartiene alla congregazione religiosa «Istituto delle Suore Catechiste del Sacro Cuore» di Casoria dal 1976, quando i coniugi Antonio e Michelina Fabbrocini lo donarono alle suore per esclusive finalità sociali ed assistenziali. Quello stabile ha ospitato un asilo per decenni. Poi la crisi delle vocazioni, la difficoltà della congregazione ad essere presente sul territorio, la chiusura della scuola, avvenuta più di venti anni fa.
L’appello
Ora, però, l’istituto religioso starebbe per vendere tutto ai privati, dismettendo il fabbricato e privando il rione di un possibile presidio sociale e culturale. Ed è per questo che gli eredi diretti di Antonio Fabbrocini e Michelina Parmendola (i figli Alfredo, Mariano, Annamaria e Lucio) hanno preso carta e penna e scritto al prefetto Michele di Bari, al sindaco Francesco Ranieri e al vescovo di Nola Francesco Marino, chiedendo loro di «bloccare il vergognoso tentativo di speculazione privata e ad assicurare che il predetto complesso immobiliare venga restituito (in comodato d’uso gratuito, o con modalità alternativa da definire), nella disponibilità della comunità cittadina di Terzigno, per essere restaurato e destinato a quelle finalità sociali per cui era stato donato». Insieme alla lettera, una petizione aperta ai cittadini.
Chi siano i Fabbrocini per Terzigno e per tutta l’area vesuviana, è piuttosto noto: proprio Antonio nel 1921 fondò una banca insieme al padre e da allora la stirpe ha rappresentato un punto di riferimento economico ma anche sociale e culturale per il territorio che gravita intorno al vulcano. Del resto, tra i firmatari della lettera ci sono i genitori di Alfredo, già capo della Mobile a Napoli e ora questore di Barletta–Andria–Trani e di Gabriella, apprezzata docente di dermatologia scomparsa a marzo del 2023.
La donazione che fecero alle suore voleva essere un atto di generosità nei confronti di Terzigno e del rione Miranda, allora molto più periferico ed isolato di adesso. Come espressamente specificato nell’atto notarile, essa venne effettuata «a scopo di assistenza, beneficenza, studio, educazione ed istruzione, per venire incontro alle esigenze spirituali, culturali e morali degli abitanti del rione Miranda di Terzigno».
Il complesso immobiliare, chiamato «Opera Sociale Antonio e Michelina Fabbrocini», ha svolto questa funzione per decenni. Ora la famiglia Fabbrocini vorrebbe impedire che diventi un bed and breakfast o magari un supermercato. Per adesso alla lettera nessuno ha risposto: il Comune attende gli sviluppi, i residenti di rione Miranda raccontano che qualche giorno fa si sono viste le suore della congregazione con un uomo in giacca e cravatta, forse il legale di fiducia. Ogni sabato pomeriggio don Antonio, il parroco di Terzigno, va a dire messa nella cappella attigua e qualche anziana donna ha fatto circolare la petizione anche lì: «fermiamo la speculazione».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link