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Corruzione, i favori di Toti ad Amico e i finanziamenti schermati al comitato: “L’altra volta sono uscite cose sui giornali, ora lo faccio con persone non riconducibili” #finsubito prestito immediato


Genova. Un sistema corruttivo “fotocopia” di quello  (già ampiamente raccontato da Genova24 in questi mesi) con gli imprenditori Aldo Spinelli e Francesco Moncada  è quello che riguarda il rapporto dell’ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti con l’imprenditore nautico Luigi Amico.

E’ quanto emerge dalle carte dell’inchiesta che ha portato all’accordo per il patteggiamento dell’ex governatore e che vede l’imprenditore – difeso dall’avvocato Giuseppe Sciacchitano – indagato per corruzione.

Il “sistema”  è spiegato e temporalmente scandito dal giudice Matteo Buffoni nel decreto di sequestro preventivo che ha disposto ieri il sequestro di oltre 175mila euro al comitato Toti. Di questi, come spiegato, 94mila euro sono il frutto del reato di corruzione nell’esercizio della funzione commesso con Spinelli (84mila) e Moncada (10mila). I restanti 81mila euro sequestrati sono il frutto dei versamenti dell’imprenditore Amico al comitato.

Lo schema, dicevamo, è sempre lo stesso: l’imprenditore chiede aiuto per alcune pratiche, la Regione (grazie alla mediazione dell’ex capo di Gabinetto della Regione Cozzani e all’interessamento diretto dello stesso ex presidente Toti) si muove per rispondere ai ‘desiderata’ dell’imprenditore che subito dopo effettua bonifici al comitato che fa capo al governatore. E ancora una volta gli incontri avvengono non negli uffici della Regione ma a casa dell’imprenditore.

Noi siamo allineati” chiarisce il 17 maggio 2021 Amico parlando con Cozzani a cui chiede “un pizzico di attenzione” da parte di Toti che non riusciva a incontrare “da più di un anno”. E Cozzani lo tranquillizza: “I nostri amici… se hanno bisogno vengono a bussarci direttamente”. Cozzani si muove e due settimane dopo – spiega il giudice Buffoni – Amico ottiene in concessione alcuni capannoni a levante delle riparazioni navali. Il 7 giugno, quattro giorni dopo il via libera, eroga al comitato Toti un finanziamento da 30mila euro.

Da quel momento, scrive il giudice, “si intensificano le richieste dell’imprenditore per essere agevolato in alcune pratiche”, “l’impegno di Toti e Cozzani nell’esaudire i desiderata di Amico” e nel contempo “i finanziamenti di Amico al Comitato”.

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Nel giro di un mese e mezzo, tra agosto e settembre 2021, Amico riesce a ottenere il parere di un ufficio regionale per la chiusura della conferenza dei servizi  su una pratica di suo interesse a cui seguono altri due finanziamenti da 10mila euro ciascuno arrivati a nome della moglie di Amico e dell’amministratore delegazione della società.

E Cozzani, che si era interessato alla pratica coinvolgendo il segretario dell’autorità portuale Paolo Piacenza (indagato per abuso d’ufficio), dice alla segretaria di Toti che gli comunica l’avvenuto finanziamento: “Allora ho fatto un buon lavoro”.

Amico, però, ha un progetto di ampia portata: un grande bacino di carenaggio al coperto nell’area che ha già in concessione e chiede “una spinta nelle pratiche”, cioè il rinnovo della concessione e un finanziamento al progetto.

E nel frattempo si preoccupa che i nuovi finanziamenti al comitato Toti siano schermati: “L’ultima volta – dice Amico in una telefonata con Cozzani del 15 febbraio 2022 – erano venute fuori cose sul giornale. Quindi se posso ora lo faccio attraverso persone non riconducibili però devono essere di fiducia, hai capito?”. Il sistema usato sarebbe quello di utilizzare il conto del mandatario elettorale di una deputata di Noi Moderati dell’imperiese, che a sua volta avrebbe girato i soldi al comitato.

A casa di Amico il 2 settembre 2022 viene organizzata una cena a cui partecipano oltre allo stesso imprenditore Matteo Cozzani, Giovanni Toti e Paolo Signorini e l’oggetto è proprio “il finanziamento pubblico al progetto di Amico relativo alla costruzione del Bacino”.

Nel frattempo, qualche giorno prima il 26 agosto il comitato Toti riceve un finanziamento da 30mila euro.

“Si riproponeva – scrive il giudice – la situazione in cui il presidente della Regione Liguria incontrava personalmente un imprenditore preferendo l’abitazione o gli uffici di quest’ultimo ai propri luoghi istituzionali per trattare nello stesso contesto sia di pratiche di grande interesse per l’impresa sia di erogazioni liberali alla propria attività politica”.

E ancora, il 29 settembre Amico, questa volta senza schermarsi, eroga attraverso due delle sue aziende in totale altri 13 mila euro di finanziamento al comitato Toti.

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Ad agosto 2023 si concretizza il finanziamento della Regione al progetto. E Cozzani lo spiega così ad Amico: “Per la questione bacino ho fatto inserire 20 milioni di euro nella nostra programmazione Fsc […] Cosi tra noi e Autorità portuale riusciremo a mettere un 30 milioni di contributo pubblico sul progetto. Spero possano bastare”. “Ottimo, grazie Matteo”. Risponde Amico.

E il 28 settembre 2023 vengono erogati a favore del comitato Toti 23mila euro suddivisi tra tre società del gruppo Amico (Amico&co, Amico Servizi e Officine meccaniche Sarimi). 

Rapporti e finanziamenti, come emerge dalle carte dell’inchiesta proseguono fra favori e finanziamenti anche nell’anno in corso con l’ultimo finanziamento di 450 euro da parte di Amico per la partecipazione all’ultima cena elettorale di Toti a Villa Zerbino.

Poi deflagra l’inchiesta con l’arresto di Signorini, Toti e Spinelli e la notizia che lo stesso Amico è indagato per corruzione. E così ad agosto il dietrofront dell’autorità portuale – ormai commissariata visto che anche Paolo Piacenza è indagato – che boccia il progetto del nuovo bacino di carenaggio. Nel documento che boccia il progetto di realizzare in partenariato pubblico-privato un nuovo un bacino di carenaggio, fra diversi elementi tecnici e carenze documentali che vengono sottolineate, c’è anche un esplicito riferimento , come ha riportato il quotidiano Shipping Italy, al finanziamento da oltre 20 milioni di euro da parte della Regione Liguria e all’inchiesta in corso.

Per Toti, se il giudice ratificherà l’accordo, compresto ‘il filone Amico’, la vicenda si chiuderà con un mese in più di condanna, 26 mesi anziché 25 (quello già concordato con la Procura per le vicende Spinelli e Moncada) e la confisca del denaro sequestrato. Amico invece resta indagato fino alla chiusura delle indagini. Poi anche lui, se sarà rinviato a giudizio, potrà scegliere se patteggiare o affrontare il processo.





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