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Pensioni 2025 per i nati nel 1961, 1962 e 1963, la guida misura per misura #finsubito prestito immediato


Un bonus contributivo per chi nonostante ha maturato i requisiti per la pensione resta al lavoro. Da Bruxelles i veti per non cambiare le regole di pensionamento, anzi, autentici diktat per cercare di abbassare la spesa pensionistica e salvaguardare le regole Fornero che sarebbero le uniche utili alla sostenibilità delle pensioni. Infine, ridurre l’età di uscita dal mondo del lavoro che nonostante sia a 67 anni come limite, in media scende a 64,2 anni.
Sono gli argomenti cardine di qualsiasi discorso sulla ipotetica riforma delle pensioni a cui lavora il governo. Una riforma difficile che probabilmente non vedrà i natali nel 2025. Una cattiva notizia senza dubbio. Ma che sottintende il fatto che anche l’anno prossimo ci saranno lavoratori che centreranno la pensione a 62, 63 o 64 anni.

Pensioni 2025 per i nati nel 1961, 1962 e 1963, la guida misura per misura

Chi si chiede come potrà andare in pensione nel 2025 ne è nato nel 1961, oppure nel 1962 o ancora nel 1963 deve pazientare ancora qualche giorno per avere la risposta. Perché nella legge di Bilancio si decidono le sorti di alcune misure di pensionamento oggi in vigore. Ma se questa domanda fino a qualche giorno fa non aveva ancora una risposta certa, adesso pare di sì. Perché se è vero che ormai la legge di Bilancio per il capitolo pensioni guarda solo ed esclusivamente alle ipotesi di concedere un bonus a chi rinvia il pensionamento, vuol dire che tutte quelle misure che scadono a fine anno saranno sicuramente confermate l’anno prossimo.
Possibilità sempre maggiori quindi. Ma serve l’ufficialità che per il momento diventa una sorta di formalità. In base a questo scenario si aprono le porte delle pensioni 2025 per i nati nel 1961, 1962 e 1963.
La piega che sta prendendo la legge di Bilancio con il suo pacchetto pensioni allontana le tante novità che dovevano essere introdotte. Addio alla possibile quota 41 per tutti. Niente misure a larga flessibilità come proposte dal CNEL poche settimane fa. Possibile quindi che resti attiva la quota 103 anche nel 2025, nonostante scada il 31 dicembre del corrente anno.

Quota 103 nel 2025, in pensione in nati fino al 1963

La pensione di quota 103 è in funzione dal 2023. I requisiti per accedere vedono nei 62 anni quelli dell’età minima dal punto di vista anagrafico. E vedono nei 41 anni la soglia minima di contributi previdenziali da versare.
Chi esce con la quota 103 non può svolgere attività lavorative, perché vige il divieto di cumulo dei redditi da pensione con i redditi da un’attività lavorativa sia dipendente che autonoma. Il divieto di cumulare i redditi della pensione con i redditi da lavoro vale fino a 67 anni di età quando decade.. Ed ha un’unica eccezione che riguarda il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo.
Nel 2023 la pensione di quota 103 era calcolata con il sistema misto e poteva essere fino a 5 volte il trattamento minimo come importo massimo. Nel 2024 la pensione è diventata a calcolo contributivo con il tetto massimo sceso a 4 volte il trattamento minimo INPS.
Nel 2023 le finestre per la decorrenza della pensione con quota 103 erano di 3 e 6 mesi rispettivamente per lavoratori del settore privato e lavoratori del settore pubblico. Nel 2024 si è passati sempre rispettivamente per privati e pubblici a 7 e 9 mesi.
Allo stato attuale delle cose crediamo che la conferma della misura sarà nella versione 2024.

L’Anticipo pensionistico Sociale, ecco come funziona nel 2025

Pure l’Ape sociale alla fine dovrebbe essere nuovamente confermata e quindi ci sarà l’Anticipo pensionistico sociale per i nati fino al 1962. Con la proroga dell’Ape sociale infatti potrebbero andare in pensione con 63 anni e 5 mesi di età come soglia anagrafica minima per la misura quanti rientrano tra i caregiver, gli invalidi, i disoccupati e gli addetti ai lavori gravosi.

Servirebbero 30 anni di contributi per caregivers, invalidi e disoccupati e 36 anni per chi rientra in una delle 15 attività di lavoro gravoso previste.
La proroga dovrebbe riguardare la versione 2024 della misura, quella che prevede per esempio lo stesso divieto di cumulo dei redditi da pensione con i redditi da lavoro della quota 103.

L’Ape sociale dovrebbe continuare ad essere senza tredicesima, senza assegni familiari, senza maggiorazioni, senza reversibilità e indicizzazione. E continuerebbe ad essere erogata fino ai 67 anni di età al massimo e con un importo non eccedente i 1.500 euro al mese.

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Non c’è bisogno di proroga per la pensione a 64 anni nel 2025

La pensione anticipata contributiva a 64 anni di età pure nel 2025, non deve attendere nulla. Perché la misura sarà attiva anche nel 2025.
Quindi se l’Ape sociale e la quota 103 devono essere confermate e prorogate dai legislatori nella legge di Bilancio, la pensione anticipata contributiva sarà sicuramente attiva anche nel 2025.

Anche l’anno prossimo si andrà in pensione a 64 anni di età come limite minimo anagrafico e 20 anni di contributi come limite minimo contributivo. L’importante è che il primo accredito di contributi a qualsiasi titolo sia stato versato dopo il 31 dicembre 1995, a prescindere dalla tipologia di versamento.
Anche nel 2025 per andare in pensione con l’anticipata contributiva sarà necessario raggiungere un importo soglia della prestazione. Che deve essere pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale per tutti gli uomini e per le donne senza figli avuti. Pensione che deve essere pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale per le donne con un solo figlio avuto o 2,6 volte l’assegno sociale per le donne con due o più figli avuti.



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