C’è accordo sul fatto che il prossimo bilancio dell’Ue (2028-34) debba essere più flessibile e facile da gestire. L’idea però che circola in Commissione di affidare i fondi in blocco a ognuno dei 27 Stati Membri, come fatto con il Pnrr, solleva dubbi tra le realtà locali
Un piano della Commissione Europea per assegnare la gestione di 1.200 miliardi di euro del prossimo bilancio dell’Ue agli Stati membri ha sollevato obiezioni tra i rappresentati delle regioni europee, durante un dibattito in commissione Bilancio del Parlamento Europeo lunedì.
“Un approccio Ue non significa mettere insieme 27 piani diversi”, ha dichiarato Marie-Antoinette Maupertuis, membro del Comitato delle Regioni (Francia/Alleanza Europea), l’organo consultivo dell’Ue che rappresenta le autorità locali.
Secondo Maupertuis sarebbe un “grave errore”, infatti, allontanarsi dalla governance multilivello e dal principio di sussidiarietà.
Cosa si prevede per il nuovo budget 2028-34 dell’Unione Europea
Una bozza del piano, visionata da Euronews e da altri media europei, indica che la Commissione sta valutando di affidare a ogni Stato membro un’unica dotazione finanziaria, che copra circa 530 programmi.
L’obiettivo è quello di legare più strettamente i finanziamenti all’attuazione di riforme o al raggiungimento di obiettivi politici del blocco, tagliando al contempo parte della burocrazia, in modo simile all’approccio adottato con i fondi di recupero post-pandemia.
In base a questo approccio, per esempio, gli Stati membri che desiderino investire nell’edilizia sociale potrebbero essere obbligati ad affrontare il divario occupazionale tra i sessi, mentre quelli che vogliano ottenere finanziamenti per costruire strutture di accoglienza per i migranti potrebbero vedersi imposta la condizione di migliorare la cooperazione transfrontaliera.
L’idea di riforma dovrebbe prendere corpo dall’estate del 2025, quando cominceranno i negoziati per il prossimo Quadro finanziario pluriennale (Qfp), il piano settennale che fissa i limiti di spesa dell’Ue.
“Non sono convinto” che un fondo unico affidato a ogni Paese, sebbene possa essere più efficiente, “sia la strada da seguire, [ma] non abbiamo visto i dettagli”, ha commentato ai giornalisti la scorsa settimana Tony Murphy, presidente della Corte dei Conti europea che ha sede a Lussemburgo.
“Il [prossimo] bilancio dell’Ue dovrebbe concentrarsi sui settori in cui abbiamo un valore aggiunto, in cui quando investiamo in una parte dell’Unione, questo serve all’intera Ue”, ha dichiarato la responsabile della Direzione generale bilancio della Commissione, Stephanie Riso, il mese scorso a un evento organizzato dal think tank Bruegel di Bruxelles.
Secondo Riso il blocco ha l’opportunità di creare un bilancio più flessibile, più veloce, più efficace e più orientato alle politiche per il 2028-34. Un “cambiamento di paradigma” di cui c’è bisogno, ma per migliorare la sinergia con le regioni dell’Ue, ha detto la rappresentate Maupertuis, chiedendo agli eurodeputati di coinvolgere le autorità locali nella gestione di fondi che interessano ogni realtà europea.
Con la collaborazione di Gerardo Fortuna
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