Pordenone – Non ha risparmiato la lunga escalation delle morti sul lavoro, nemmeno la 74esima Giornata che si è svolta a Udine e Maniago, mentre in settimana si era celebrata a Gorizia e all’interno di uno dei luoghi simbolo, il cantiere di Monfalcone e la prossima settimana sarà la volta di Trieste. L’ennesimo operaio schiacciato da un muletto a Gemona del Friuli, un uomo che non ha rivisto i familiari. Si depone la corona, si prega, si cerca di consolare i cari, ma il quadro si ripete. Gli infortuni denunciati da gennaio ad agosto (10mila 347) calano dello 0,4 per cento in regione, eppure sono numeri preoccupanti: Udine è la provincia più colpita con 4305 incidenti (+3,6% rispetto lo scorso anno), segue Pordenone con 2455 incidenti, calando rispetto lo scorso anno del 2,6%, a seguire Trieste con 2128 incidenti ed un meno 7,9% rispetto al 2023, incrementano gli incidenti nel Goriziano con 1459 casi e un +4,1% rispetto l’anno scorso.
LE VITTIME
Calano gli incidenti mortali, da 16 a 12, un numero in regione rilevante, maglia nera il territorio Udinese con sei morti, a seguire Pordenone con quattro, e le province di Gorizia e Trieste con uno. Le malattie professionali colpiscono maggiormente la provincia di Udine con 648 casi, a seguire, Trieste con 418, Gorizia con 216 e Pordenone con 207. «Abbiamo un’ulteriore piaga che tutti conosciamo», dichiara il presidente regionale Anmil e territoriale di Udine, Fernando Della Ricca, «le malattie professionali da asbesto che dal 1992 è stato bandito in tutt’Italia, la fibra killer non perdona e noi per questo non dobbiamo abbassare la guardia, ma affilare le armi della prevenzione e della tutela di chi ha subito ingenti danni fisici e delle famiglie dei lavoratori deceduti a causa dell’esposizione all’amianto, ci confrontiamo continuamente con Fincantieri affinché venga finanziata la ricerca e risarciti i familiari delle vittime dell’amianto».
L’ANALISI
«In regione abbiamo fatto tanto», ha spiegato il consigliere regionale Carlo Bolzonello, «ma questo non basta, dobbiamo smetterla di burocratizzare e investire nella formazione per i nostri giovani, la paura, il concetto di rischio i nostri ragazzi devono averlo dentro, dev’essere interiorizzato, vanno simulati gli incidenti attraverso le visiere, la digitalizzazione ci deve aiutare a creare la cultura della sicurezza».
«La diffusione della prevenzione e la cultura della sicurezza ha riferito Della Ricca rimangono i cardini su cui operare e coscienti del ruolo che ci compete, riteniamo che non si possa prescindere dall’istituzionalizzare la figura del testimonial/formatore che, l’Anmil, attraverso la scuola della testimonianza, ha voluto valorizzare ed incrementare raggiungendo una quota ragguardevole di trecento testimonial in Italia, entriamo sempre in un numero maggiore di scuole affinché gli studenti sappiano far fronte ai rischi e lo facciamo con un linguaggio a loro comprensibile, ma soprattutto portando i nostri lavoratori che hanno subito una perdita».
GLI OBIETTIVI
A questo proposito il presidente della XI Commissione Lavoro, Walter Rizzetto ha ricordato che in Senato sta per essere discussa la norma che approverà la figura del testimonial, da sempre caldeggiata dall’Anmil, una proposta normativa sulla base della propria esperienza di invalidi del lavoro. L’assessore regionale Riccardo Riccardi ha ricordato quanto il Friuli Venezia Giulia sia in prima linea sul fronte prevenzione.
Il pubblico intervenuto numeroso ha fatto tesoro degli interventi dei consiglieri regionali Diego Moretti, Enrico Bullian, Furio Honsell, del prefetto di Udine e Pordenone, Domenico Lione, della direttrice della sede Inail di Udine e Pordenone, Cristina Capobianchi, del segretario provinciale Uil, Luigi Oddo. Infine, sono stati consegnati i brevetti e i distintivi d’onore agli infortunati e grandi invalidi.
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