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Parigi vieta il diesel: ma l’alternativa rivoluzionaria che dovrebbe adottare Milano è un’altra – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


Credits Melissa & Chris Bruntlett FB – Tunnel Bergen uscita

Dal 1° ottobre 2024,  la città di Parigi ha introdotto un divieto alla vendita di diesel in alcune stazioni di servizio situate sulle principali arterie della città, come la circonvallazione e le aree periferiche. Milano seguirà ancora una volta il modello parigino? O, invece, cercherà finalmente di trovare un’alternativa ai divieti?

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Parigi vieta il diesel: ma l’alternativa rivoluzionaria che dovrebbe adottare Milano è un’altra

# Il divieto per alcuni distributori di vendere diesel

Quattro stazioni di TotalEnergies hanno cessato la vendita di questo carburante, ritenuto eccessivamente inquinante. Il provvedimento fa parte di una strategia comunale più ampia per ridurre l’inquinamento atmosferico nella capitale francese, dove l’aria è spesso contaminata da ossidi di azoto e particolati, sostanze emesse dai veicoli diesel.

Questa decisione rientra nel piano del sindaco Anne Hidalgo, che mira a ridurre il ruolo dell’automobile in città. Già in passato, la città ha adottato misure restrittive per il traffico, come l’ampliamento delle piste ciclabili, la riduzione dei limiti di velocità a 30 all’ora (e a 50 sulla peripherique, la tangenziale parigina) e la riduzione delle strade aperte ai veicoli. Anche il nuovo divieto ha suscitato malcontento tra i residenti e i pendolari che dipendono dai veicoli diesel, soprattutto perché le alternative, come le auto elettriche e ibride, non sono ancora accessibili a tutti.

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Inoltre, la restrizione rischia di creare ingorghi nelle stazioni periferiche dove il diesel è ancora disponibile, poiché non tutte le infrastrutture sono pronte a gestire l’aumento previsto del traffico.

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# Il progetto europeo e francese per vietare il diesel

Le restrizioni parigine si inseriscono in un contesto europeo più ampio, che mira a eliminare i veicoli a combustione interna entro il 2035. L’Unione Europea ha previsto il divieto di vendita di nuove auto a benzina e diesel a partire da quella data, parte degli sforzi per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. In Francia, l’obiettivo è di vietare la circolazione delle auto diesel nelle città entro il 2030, anticipando le direttive europee.

Continua la lettura con: Anche l’Area C si rivolta alle politiche anti-traffico

# Milano deve scegliere: continuare nell’ostinata lotta alle auto o trovare una sua strada?

Milano ha già adottato politiche “parigine”, come l’introduzione delle strade a 30 km/h. La scelta di vietare il diesel potrebbe essere replicata, anche se una volta ancora l’imitazione potrebbe alimentare problemi ancora più grandi, per il fatto che a Milano non esistono infrastrutture di mobilità pubblica a livello della capitale francese. Forse potrebbe essere il momento della presa di coscienza che per molti a Milano la scelta di muoversi in auto non presenta alternative, a meno di gravi sacrifici in termini di tempo e di risorse economiche. Potrebbe Milano scegliere una sua strada, fatta di decisioni che creino armonia tra i diversi mezzi di trasporto?  

Una gestione più equilibrata di restrizioni insieme a investimenti significativi per migliorare il trasporto pubblico, in particolare per i collegamenti con l’hinterland, e a un piano di incentivi per rendere abbordabile l’elettrico potrebbero rappresentare una via più sostenibile per i cittadini milanesi. Ma nella pratica cosa si potrebbe fare?

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# La rivoluzione della mobilità: creare più livelli verticali per i diversi mezzi di trasporto

Credits: Ideogram.AI

Molto probabilmente, la soluzione strutturale a traffico e inquinamento arriverà dall’innovazione piuttosto che dal divieto di circolazione, di distribuzione o dalle ZTL

Al centro di questa visione ci potrebbe essere un vasto complesso di strade sotterranee, ispirato ai moderni parcheggi di City Life e a quanto avviene in numerose città del mondo, come Marsiglia dove dall’autostrada si entra in una rete di tunnel che portano a un sistema ramificato di parcheggi per poi accedere a piedi sulle strade cittadine. Questi tunnel sotterranei non solo risolverebbero il fattore traffico a Milano, ma potrebbero addirittura essere progettati con un sistema di purificazione dell’aria interno, o, in alternativa, con un sistema che sigilli l’aria inquinante al proprio interno, garantendo così che le emissioni inquinanti restino imprigionate sotto terra.

L’accesso a questi tunnel da parte delle automobili potrebbe avvenire tramite ingressi strategici dislocati in tutta la città, mentre l’uscita, una volta parcheggiata l’auto in uno dei numerosi silos sotterranei che si andrebbero a costruire, potrebbe avvenire da comodi ascensori dislocati in tutta la città.

Il traffico cittadino sarebbe ridotto, mentre le uniche zone di possibile traffico e emissioni inquinanti potrebbero essere i punti di accesso. Bisogna considerare, però, che questi punti di accesso sarebbero dislocati al di fuori della città e, comunque, con l’abbondanza di parcheggi interrati, la stragrande maggioranza delle vetture usufruirebbe raramente dei varchi di accesso.

Ma la vera rivoluzione consiste nel guadagnare spazi per la mobilità creando diversi livelli di movimento. Sottoterra ci andrebbero le auto. Mentre si potrebbero creare via di mobilità sospese al di sopra della superficie: ad esempio una rete di passerelle sospese, collegate tra i palazzi, permetterebbe ai pedoni di muoversi liberamente e, senza ostacoli, laddove si decidesse di destinare il “piano terra” ai ciclisti e ai mezzi, escluse le automobili, elettrici. Queste passerelle, realizzate con materiali leggeri e trasparenti, potrebbero ospitare giardini verticali, aree di sosta con punti di ricarica per biciclette elettriche e spazi dedicati a eventi culturali e sociali. Immaginate un percorso verde che attraversa i quartieri, incoraggiando la comunità a esplorare la città da un’altra prospettiva.

Infine, un’app comunale potrebbe aggiornare in tempo reale i cittadini sullo stato di traffico di tutte queste soluzioni, permettendo una pianificazione del viaggio intelligente, combinando le diverse modalità di trasporto.

Continua la lettura con: Il «modello CityLife» da estendere a Milano: persone nel verde, traffico sotto terra

MATTEO RESPINTI

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