Samuel Del Grande (13 anni), Michele Biccari (17) e Gaetano Gentile (21) sono i tre giovani tifosi del Foggia, morti domenica sera sulla statale 63 di ritorno da una partita della loro squadra del cuore con il Potenza
Appassionati di calcio, grandi tifosi della loro squadra, ma anche studenti e campioni di karate. Erano i tre ragazzi morti nella serata del 13 ottobre, in un incidente sulla statale 93 tra Potenza e Melfi, mentre rientravano a casa dopo aver assistito a Potenza all’incontro tra la squadra locale e quella del Foggia, della quale erano grandi tifosi.
Samuel Del Grande, 13 anni, Michele Biccari, 17enne, e Gaetano Gentile, 21, erano a bordo di un minivan condotto dal padre di uno dei tre, quando il mezzo si è scontrato con un’auto che procedeva in senso opposto.
Michele, a 17 anni nella squadra under 21 del Cus
Michele Biccari frequentava il quarto anno (manutenzione) dell’istituto tecnico Pacinotti di Foggia. Studente esemplare con la passione del calcio e anche della meccanica. Questa mattina, sul suo banco, i compagni hanno messo un mazzo di rose.
«Michele era un alunno esemplare», dice di lui il vice preside, Arturo Placido. «I suoi compagni di classe – continua Placido – sono distrutti dal dolore. Michele era un ragazzo bravissimo. Si applicava nello studio ed era un punto di riferimento per gli altri suoi compagni di classe. Questa mattina abbiamo fatto un minuto di silenzio. Il dolore è grande». Una delle sue insegnanti aggiunge che ogni lunedì il 17enne le mostrava «le coreografie che facevano allo stadio». «Era un ragazzo molto attaccato alla sua squadra – precisa la docente – ma un tifoso non esagitato. Un bravo ragazzo. È per tutti noi un dolore straziante».
Il ragazzo giocava anche nella squadra di calcio under 21 del Cus, il centro universitario sportivo di Foggia. «Anche se ancora minorenne – spiega Claudio Amorese, presidente del Cus – dallo scorso anno era in squadra. Era molto in gamba sotto il profilo sportivo e calcistico in particolare. Siamo profondamente scossi tutti. Siamo anche noi genitori e siamo addolorati in maniera davvero profonda. Era un ragazzo straordinario dalle grandi potenzialità».
Samuel, 13 anni e la passione per il karate
Tifoso del Foggia calcio era anche Samuel Del Grande, il più giovane dei tre, studente del primo anno all’Istituto tecnico Da Vinci di Foggia (settore trasporti). Ma Samuel coltivava anche la passione per il Karate: da diversi anni frequentava la palestra del maestro Gustavo Gagiano ed era allenato anche da Marco Piserchia. «Samuele – ricordano i due maestri di karate – era un ragazzo con un cuore d’oro. Un ragazzo di un bene immenso, sempre pronto a fare nuove amicizie. Nonostante la giovane età sia in palestra che fuori era sempre pronto ad aiutare i più piccoli. Era un ragazzo sempre con il sorriso. Anche in palestra era il primo a divertirsi con gli amici ma quando poi iniziavamo ad allenarci si impegnava tanto. Era anche molto tifoso del Foggia. Appena abbiamo saputo la notizia non volevamo crederci. Non so questa sera come e con quale spirito potremmo allenarci. Samuel resterà nel cuore di noi tutti».
Il 21enne Gaetano con il papà tifoso del Barletta
Tifoso ma anche appassionato di calcio il più grande dei tre ragazzi, il 21enne Gaetano Gentile, diplomato all’istituto tecnico Da Vinci di Foggia, che in passato aveva giocato a calcio in squadre non professionistiche. Sui social il dolore del padre Antonio.
«Mi hai lasciato troppo presto – scrive – figlio mio. Riposa in pace Gaetano. Gli Angeli ti accoglieranno in Paradiso».
Antonio Gentile è una figura storica della tifoseria di Barletta, dove viveva anche se il ragazzo è tifoso del Foggia.
Il 21enne, nella scorsa stagione, era stato tesserato con la prima squadra della Asd Virtus Calcio Foggia, che lo ricorda con un post sulla sua pagina Facebook. «Gaetano – si legge – era il numero otto della nostra prima squadra. Un infortunio al legamento a gennaio lo aveva costretto a fermarsi, ma la sua passione per il calcio non si era mai spenta. Aveva sempre il sorriso sulle labbra, anche nei momenti più difficili. Quella gioia, quella caparbietà, quella voglia di continuare a giocare, erano il suo marchio di fabbrica. Il calcio era nelle sue vene, ed era impossibile non essere contagiati dalla sua energia positiva. Non ci sono parole che possano lenire una perdita così grande, ma vogliamo ricordare il suo sorriso e la sua passione, che resteranno impressi nei nostri cuori».
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