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Inail: 550 morti sul lavoro nel 2023 e già 680 nel ’24. Meloni: «La sicurezza non è un costo ma un diritto» #finsubito prestito immediato


di
Redazione Economia

Gli infortuni sul lavoro nel 2023 sono stati 375 mila. Ma nel 2024 i numeri sono anche peggiori: 680 denunce di decessi nei primi otto mesi. Il nodo delle ispezioni e la pianta organica

Gli infortuni riconosciuti sul lavoro nel 2023 sono provvisoriamente 375.578 (pari al 64% delle denunce), di cui il 18,1% avvenuti «fuori dall’azienda», cioè «in occasione di lavoro con mezzo di trasporto» o «in itinere», nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. Gli infortuni mortali accertati sul lavoro sono, al momento, 550 (il 48% delle denunce), di cui oltre la metà (52,2%) «fuori dall’azienda». Lo rileva l’Inail nella sua relazione annuale 2023, presentata nella sala dei gruppi parlamentari alla Camera.  Ma i numeri del 2024, ancora provvisori, sono peggiori. Le denunce di infortunio presentate all’Inail nei primi otto mesi di quest’anno sono state 386.554 (+0,9% rispetto allo stesso periodo del 2023 e -20,2% rispetto agli otto mesi del 2022), con aumento più rilevante per gli incidenti avvenuti nel tragitto casa-lavoro. I casi mortali (denunciati e quindi ancora in fase di accertamento per il riconoscimento) sono stati 680 (+3,5% rispetto ai 657 denunciati nello stesso periodo del 2023).

«La sicurezza non è un costo»

«La sicurezza sul lavoro non è un costo, ma un diritto di ogni lavoratore. Garantire questo diritto è una priorità permanente, che deve vedere tutti in prima fila»: ha scritto la premier Giorgia Meloni in un messaggio. «Più prevenzione, più controlli, pene più severe per chi non rispetta le regole. Questa è la strategia che il governo sta portando avanti», ha aggiunto. 




















































Le nuove assunzioni

«Abbiamo disposto l’assunzione di 1600 ispettori del lavoro in più, con l’obiettivo di incrementare sensibilmente il numero delle ispezioni. Dal primo ottobre è operativa la patente a crediti per il settore dell’edilizia, una novità importante che non solo monitora ma anche incentiva il miglioramento delle condizioni di sicurezza nei cantieri, premiando le imprese virtuose e sanzionando quelle che non lo sono. Abbiamo incoraggiato le imprese a migliorare le condizioni di salute e sicurezza dei
lavoratori, anche attraverso le maggiori risorse stanziate per i bandi ISI, passate dai 333 milioni di euro del 2022 ai 500 milioni per il 2024. Siamo intervenuti anche sul piano delle sanzioni, sia amministrative che penali, reintroducendo il reato di somministrazione illecita di lavoro, fattispecie
depenalizzata in passato ma risultata essere la più cresciuta nel tempo», ha aggiunto Meloni.

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La ripartizione tra settori professionali

«Nel 2023, il 79,2% degli infortuni in complesso si concentra nella gestione assicurativa industria e servizi, il 4,5% in agricoltura e il 16,3% nel conto Stato, (cioè la gestione che riguarda i dipendenti delle amministrazioni statali e gli alunni e docenti delle scuole statali di qualsiasi ordine e grado). Per i casi mortali, la gestione Industria e servizi ha registrato l’85,3% degli infortuni, la gestione agricoltura l’11,6% e la gestione conto Stato il 3,1%», spiega il presidente dell’Inail Fabrizio D’Ascenzo.

In aumento le malattie professionali

Le denunce di malattie professionali nel 2023 sono state invece oltre 72mila, in aumento del 19,8% rispetto al 2022. Questo incremento era atteso dopo la forte flessione che, a causa della pandemia da Covid-19, ha caratterizzato sia il 2020 (quando sono pervenute circa 45mila denunce) sia, in minor misura, il 2021 (poco più di 55mila casi). Le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono circa 49mila. Per un singolo lavoratore afflitto da diverse patologie possono essere protocollate più denunce.

Il compito della Vigilanza

Vigilare su fabbriche e cantieri è compito dell’Ispettorato del Lavoro, tocca invece all’Inail risarcire gli infortunati e i disabili e le famiglie che hanno perso un congiunto. Dal 2010 l’Istituto eroga un finanziamento annuale a fondo perduto (Bando Isi) per rimborsare dal 50 al 65% delle spese le aziende che investono in sicurezza, ad esempio sostituendo attrezzature vecchie e pericolose, eliminando l’amianto dalle strutture o migliorando i sistemi di protezione per le cadute o, ancora, mettendo in sicurezza le macchine agricole. Lo Stato vuole prevenire oltre che curare, e questo è un bene. Ricevendo un massimo di 130 mila euro (ma la cifra media è 38 mila) tu imprenditore hai un contributo importante per migliorare la sicurezza di un ponteggio, sostituire il tuo vecchio trattore o una macchina da taglio non più sicura. Le domande presentate ogni anno superano le 20.000. (qui l’inchiesta di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera che spiega che alcune risorse non sono state utilizzate)


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14 ottobre 2024



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