“I dati Inail ci consegnano una situazione drammatica, con l’aumento consistente nei primi sette mesi dell’anno dei morti sul lavoro, 50 i decessi registrati, e degli infortuni. E’ evidente che occorre rafforzare le azioni per la prevenzione, ma il governo regionale continua a non raccogliere il grido d’allarme del sindacato, che ha tenuto alta l’attenzione costantemente sul problema, ed è inadempiente anche rispetto agli impegni presi”. Lo dice Francesco Lucchesi, segretario confederale Cgil Sicilia, commentano di dati diffusi ieri dall’Inail alla vigilia della 74esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, che si celebra oggi.
“In Sicilia pochi ispettori”
“Servono più ispettori del lavoro, per battere a tappeto le aziende – sottolinea Lucchesi – e ci chiediamo di fronte a numeri così drammatici cosa si aspetti a bandire in concorsi. Chiediamo di attivare subito l’osservatorio e di convocare il tavolo permanente su salute e sicurezza per valutare le iniziative da intraprendere, atteso per settembre, ma di cui non si ha notizia. L’attenzione sul problema- conclude Lucchesi- non può essere episodica o emozionale, perché è evidente che siamo di fronte a una strage continua che occorre fermare”.
Le categorie ed i settori più a rischio
Secondo gli ultimi dati nazionali forniti dall’Inail, le donne risultano meno colpite, sebbene mostrino un’incidenza più alta negli infortuni in itinere rispetto agli uomini. I settori più a rischio sono l’edilizia, le attività manifatturiere, i trasporti e il commercio, con un aumento significativo delle vittime nel settore delle costruzioni nell’ultimo semestre. I lavoratori stranieri sono quelli che soffrono di una incidenza crescente. I giovani tra i 15 e i 24 anni sono particolarmente vulnerabili, con un’incidenza che aumenta da 11,9 nel 2021 a 13,6 nel 2024. Anche gli ultrasessantacinquenni mostrano un dato allarmante, con un’incidenza che sale da 61,0 a 65,8.
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