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Avete ristrutturato l’abitazione con il Superbonus? Preparatevi a mettere mano al portafoglio, perchè la rendita catastale aumenterà. Una “stangata” per gli edifici ristrutturati col 110 in Emilia Romagna: 44mila 438 (ossia il 5,4% sul totale di 817mila 809 edifici residenziali censiti in Emilia Romagna). Ma non può essere considerato un fulmine a ciel sereno.

Le norme della Legge di Bilancio 2024 prevedono già la revisione delle rendite per gli immobili in cui è stato usato il Superbonus. Il ministro dell’economia Giorgetti ha già inserito la misura nella Legge di Bilancio 2024 (articolo 1, commi 86 e 87) e lo ha ribadito nella circolare 13/E/2024 dello scorso 13 giugno. I contribuenti devono già segnalare alle Entrate la modifica delle caratteristiche dei loro immobili perché si proceda alla revisione. Il ministro ha annunciato controlli per chi non lo ha fatto, ma l’aumento dei costi è già nero su bianco anche per i contribuenti che hanno adempiuto all’obbligo. E il conto sarà pagato soprattutto da chi ha un reddito medio basso e abita in condomini e case popolari ristrutturate col Superbonus.

Gli immobili sono divisi in categorie catastali. Chi già possiede un’abitazione signorile (categoria A1) o vive e ville (A8 e A9) corre rischi scarsissimi di passare alla “categoria” superiore. È già al massimo o quasi. Chi invece ha eseguito lavori in abitazioni di tipo civile (A2), di tipo economico (A3) o di tipo popolare (A4) potrebbe vedersi aumentare la categoria catastale. Il salto di una classe comporta un aumento della rendita tra il 17 e il 18%; l’aumento di due tra il 37 e il 38%. Secondo i tecnici, gli immobili che rischiano di fare questo salto sono soprattutto case popolari e condomini.

Una notizia pessima soprattutto in Emilia Romagna. Se, infatti, nel resto d’Italia a usufruire del Superbonus sono state ville e case di lusso, in regione circa l’80 per cento dei finanziamenti sono andati ai condomini: per la precisione agevolazioni fiscali per 7,9 miliardi di euro sui 10,1 totali. L’impatto delle rendite sulle imposte varia in base a diversi parametri, ma anche in questo caso a rischio sono i ceti medio bassi. Vero è che l’abitazione principale non è soggetta all’Imu – il cui aumento è invece certo per le seconde case – e gode di una detrazione Irpef al 100%, ma l’aumento della rendita può portare a un aumento dell’Isee, a cui sono legati molti sostegni ai meno abbienti. Sono poi certi, e per tutti, l’aumento delle spese di registro in caso di vendita o successione, così come la maggiorazione sulle ipoteche catastali. l



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