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Tavares (Stellantis), scontro in Parlamento. Le accuse dei politici. E lui chiede altri incentivi #finsubito prestito immediato


di
Claudia Voltattorni

Audizione del Ceo Stellantis alla Camera: c’è un problema di accessibilità economica, io parlo di un milione di  clienti, non di veicol, va stimolata la domanda. Le opposizioni: ricatto inaccettabile

«Stellantis non ha alcuna intenzione di affrancarsi dall’Italia, noi manteniamo i nostri impianti industriali in Italia perché li amiamo e perché sono la risposta alle sfide del futuro, abbiamo a cuore i nostri clienti, i nostri lavoratori e i cittadini, perciò vi chiediamo di lavorare insieme». Con queste parole Carlos Tavares, ceo di Stellantis, si è congedato dalla sua prima volta a Montecitorio dove maggioranza e opposizioni lo hanno ascoltato e interrogato in audizione nelle commissioni riunite di Attività produttive della Camera e Industria del Senato, presenti anche i leader di Pd, Azione e M5S, Elly Schlein, Carlo Calenda, Giuseppe Conte.

«Ridurre i costi»

L’Italia, ha assicurato l’ad, non è in discussione, anzi, «noi combatteremo per mantenere la nostra leadership, stiamo studiando nuovi progetti qui, produrremo nuovi veicoli elettrici in Italia e per l’Italia e anche per l’export», però «serve stabilità, nelle regole e nelle decisioni, perché la transizione energetica sarà lunga e ostica, non è una nostra decisione ma noi siamo pronti, non siamo contro le regole europee come altri». Però «dipende da voi, siete voi i decisori», dice rivolgendosi ai parlamentari, perché «bisogna creare stabilità, per aiutarci gli uni gli altri». L’obiettivo di un milione di auto? «Io parlo di un milione di clienti – puntualizza -, ma c’è un problema di accessibilità economica, bisogna ridurre i costi, perché produrre auto elettriche in Italia costa il 40% in più e c’è la concorrenza della Cina che ha un vantaggio competitivo del 30%». E c’è poi l’energia, «che in Italia costa il doppio della Spagna». Spiega che il Piano industriale per l’Italia è fino al 2030: «Io devo capire come assorbire quel 40% in più prima di assegnare nuovi veicoli». E per vendere le auto elettriche allo stesso prezzo delle altre «bisogna ridurre i costi».




















































«Nuovi incentivi»

La soluzione, secondo Tavares, la deve trovare la politica: «Bisogna stimolare la domanda, con notevoli iniezioni di incentivi per aiutare la classe media: non chiediamo soldi per noi ma per aiutare i vostri cittadini che devono poter acquistare i veicoli». Smentisce poi che l’azienda voglia vendere Maserati: «Non è vero, abbiamo anzi nuovi prodotti, dalla Grecale alla Levante, ma questi hanno bisogno di grandi investimenti». L’elettrico è un’opportunità ribadisce, «siamo pronti alla transizione», ma «ci troviamo davanti ad un qualcosa non creato da noi, in futuro ci saranno veicoli a benzina, full hybrid, mild hybrid, a batteria e servirà un’economia di scala per affrontare questo caos, la buona notizia – dice – è che Stellantis è una società di serie A con una strategia duttile e flessibile». Rassicura anche sul futuro della gigafactory di Termoli, che ha appena perso i fondi del Pnrr per non aver presentato il piano del progetto: «Termoli è prioritario, pensiamo che l’Europa possa avere 4-5 gigafactory, ma se si potenzia il mercato dell’elettrico, tutto dipende da quello, se c’è domanda».

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Scontro con i parlamentari

L’incontro durato oltre 3 ore è stato molto ruvido con duri attacchi dai parlamentari e repliche stizzite («Vedo una certa rabbia», ha detto Tavares). E alla fine non ha soddisfatto nessuno, né i parlamentari né i sindacati. Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm infatti confermano lo sciopero di venerdì 18 ottobre e la manifestazione a Roma, mentre tutte le opposizioni annunciano una mozione unitaria alla Camera per «pretendere da Stellantis un serio e credibile progetto industriale con investimenti, modelli e garanzie per la produzione e l’occupazione». Durissimo il leader di Azione Calenda che con il ceo ha avuto anche un battibecco: «Da Tavares solo un sacco di chiacchiere. L’unica certezza è che il milione di auto sbandierate non esiste più: esiste un milione di clienti ma li dobbiamo trovare noi con gli incentivi, quello che ha detto è datemi i soldi, è un ricatto inaccettabile». Elly Schlein si dice «molto preoccupata, ci aspettavamo molto di più, condividiamo le ragioni dello sciopero. Per Conte, è stato un «intervento insufficiente e deficitario». Soddisfatto invece Tavares: «È stato un modo utile per fare chiarezza, c’è bisogno di un dialogo franco e trasparente, per questo sono ansioso di continuare il confronto». L’ad lascerà Stellantis nel 2026.


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12 ottobre 2024

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