Lo Russo: “Tappeti rossi a un secondo produttore di auto se crea posti di lavoro qui” – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni

“Tappeti rossi a qualsiasi produttore cinese, vietnamita, coreano che voglia venire a Torino purché voglia investire soldi propri e dare posti di lavoro. Se per attirarli servissero soldi pubblici, invece discutiamone”. Stefano Lo Russo ieri mattina è arrivato in commissione Lavoro con uno studio fatto da lui e da alcuni colleghi del Politecnico. Partendo da lontano, da queste analisi macro, è poi arrivato a rispondere alle domande sulla crisi dell’automotive a Torino. Certo il Comune, spiega il primo cittadino, “non vede i dossier relativi a possibili gruppi interessati a investire, ma quando e se arriveranno sul nostro tavolo saremo ben lieti di approfondire”. Pronto invece, se invitato, a un eventuale incontro con la delegazione della casa automobilistica cinese Jac, in arrivo nelle prossime settimane.

Ciò che Lo Russo è intenzionato a fare è invece pungolare il governo sul fronte degli investimenti pubblici utili a innovare infrastrutture elettriche e incentivare la produzione green. “Mi farò carico di promuovere un’iniziativa con le parti sociali, i partiti, la Regione, il ministero dello Sviluppo, i Comuni dell’area metropolitana, per tracciare una rotta di politica industriale”. I sindacati da tempo gli hanno detto che la Città non può stare silente. E Lo Russo lo sa: “Credo sia doveroso da parte delle istituzioni locali promuovere un’iniziativa di questo genere per portare all’attenzione del governo le criticità del comparto, a partire da Stellantis e Mirafiori, e chiedendo al governo una chiara strategia sugli investimenti pubblici per incentivare la produzione di auto, elemento essenziale per garantire i livelli occupazionali torinesi”.

Un discorso che, secondo il primo cittadino, non può prescindere però dagli obiettivi e dalle politiche dall’Europa in materia di Green Deal. “Oggi non basta ragionare solo sulla produzione di auto elettriche, ma sull’energia, su come venga prodotta, quali gli investimenti in rinnovabili, perché sarebbe un paradosso far girare auto elettriche con energia ricavata da fonti inquinanti. Serve anche ragionare sulla rete di distribuzione che deve essere oggetto di importanti investimenti, per arrivare pronti al 2035”.

Una data “disgraziata”, qulla del 2035, secondo Giovanni Crosetto (Fdi) perché decreta lo stop alla produzione di motori endotermici. “Il 18 ottobre – dice l’europarlamentare – i sindacati su questo hanno indetto uno sciopero”. Sul secondo produttore cinese “si imponga l’utilizzo di componentistica italiana”. Per Domenico Garcea (Forza Italia) “Lo Russo sul secondo produttore ha cambiato linea. E va bene così perché, se Stellantis continua a delocalizzare dobbiamo valutare le alternative”. Per Andrea Russi (M5S) “l’azienda non è in crisi, bensì in salute, però non ha interesse a investire in Italia e a Torino. Proprio per questo non abbiamo apprezzato le parole del sindaco, che parevano volte a giustificare la crisi dell’automotive sul nostro territorio con le difficoltà nel passaggio verso l’elettrico”.