Il patron della Cassandro srl, che ha ottenuto un incarico di 5 mesi per monitorare e rendicontare progetti per oltre 68 milioni di euro, nel 2020 finì nei guai per presunte truffe ai fondi comunitari
Il Comune di Foggia ha esternalizzato la rendicontazione del Pnnr affidandola alla Cassandro srl. Provvedimento che se sul piano formale appare ineccepibile, su quello dell’opportunità è destinato a incrinare gli equilibri della maggioranza. Fino a comprometterli. La Cassandro SrL, specializzata in finanziamenti comunitari, è stata individuata attingendo all’albo fornitori: incarico di 5 mesi, compenso 43.480 euro per monitorare e rendicontare progetti per oltre 68 milioni di euro. Ma a contrapporsi alla limpidezza formale è un pesante precedente che grava proprio sulla Cassandro SrL, per presunte truffe ai fondi comunitari.
I guai giudiziari della Cassandro srl nel 2020
Primavera 2020, l’allora prefetto della Bat Maurizio Valiante (oggi prefetto di Foggia) emette un’interdittiva antimafia nell’ambito dell’operazione «Grande Carro»: a finire nei guai l’agronomo barlettano Manlio Cassandro, che dagli operatori del settore è ritenuto un vero talento nella rendicontazione dei bandi comunitari. Cassandro viene scarcerato cinque mesi dopo «per assenza di gravi indizi di colpevolezza» (la Dda di Bari gli contestava rapporti riconducibili al clan Sinesi-Francavilla, lo stesso presente in tutto il rapporto con cui il Viminale nell’agosto 2021 sciolse per mafia il Comune di Foggia), mentre la Cassandro SrL viene ammessa a controllo giudiziario per due anni.
Le polemiche politiche
Le polemiche che ora rischiano di travolgere l’amministrazione guidata da Maria Aida Episcopo, consistono su «come possa provvedere alla rendicontazione del Pnnr una società coinvolta, anche se poi prosciolta, in un’inchiesta di mafia». In effetti «sul piano dell’opportunità si tratta di una follia di cui chiederò conto alla sindaca, perché le intenzioni di partenza non erano queste» commenta stizzito Italo Pontone (Pd), mugugni che diventano grida per Pasquale Cataneo (Italia del Meridione) che aggiunge «doveva essere “tutta un’altra storia” come annunciato in campagna elettorale, invece queste decisioni lasciano supporre che l’etica non sia in cima ai pensieri di questa amministrazione». Rincara la dose Antonello Di Paola (Tempi nuovi), che assicura «faremo gli opportuni controlli, questa scelta sul piano morale si commenta da sé», mentre l’assessore alla legalità, Giulio De Santis, ai consiglieri che gli chiedono spiegazioni confessa «di non essere al corrente del provvedimento». Indiscrezioni raccolte dal Corriere riferiscono che anche il prefetto sia sorpreso, anzi basito, dalla scelta. Che il Comune di Foggia avesse seri problemi con la gestione del Pnrr lo si era capito dal richiamo, rivolto a tutta l’amministrazione, dal dirigente dell’area finanziaria Carlo Dicersare, per merito del quale la cittadinanza aveva appreso che di 68 milioni di euro di opere finanziate lo stato di avanzamento non andava oltre il 10% (la media regionale è del 27%, quella nazionale 43%).
Cosa prevede il Pnrr a Foggia
L’assessore ai Lavori Pubblici, Pino Galasso, motivò quel ritardo con «la mancanza di dirigenti rispetto alla vastità degli interventi da porre in essere». L’istituzione di due nuove aree – «Rigenerazione urbana Pnrr» guidata da Alessia Cordisco e «Opere pubbliche Pnrr» retta da Irene Licari – avrebbero dovuto scongelare una paralisi che rischia di costare carissimo (nel caso in cui le opere non dovessero essere portate a termine entro dicembre 2026, l’intero peso economico ricadrebbe sul Comune), ma la prima mossa ha prodotto l’anfibio amministrativo – normativamente corretto ma eticamente discutibile – del cosiddetto caso Cassandro. Giorni fa, in una riunione nella parrocchia di Sant’Anna, si è discusso dei «lavori del Pnrr che hanno sfigurato piazza Filippo Corridoni – argomenta il parroco Gianmaria Di Giorgio -, che prima era vita, comunità, occasione di ritrovo, oggi un cumulo di macerie. Non ci è stato detto quando finiranno, solo che dobbiamo aver pazienza e che la piazza tornerà più bella di prima. Non possiamo che sperare sia davvero così», nel frattempo però il cantiere è fermo. In città sono almeno una dozzina i cantieri interrotti, simbolo di un corto circuito non solo amministrativo.
Il Pnnr del Comune di Foggia sta via via assumendo le sembianze del fallimento simbiotico tra amministrazione e città: nessuno spiega come cambierà, in che tempi e con quali prospettive. Il contrario del mandato che caratterizzò la giunta Decaro a Bari, a cui Galasso è stato strappato per «cambiare il volto di Foggia». Finora gli esiti non sono stati quelli sperati, delusione cui ora va aggiunto il pasticciaccio brutto del caso Cassandro.
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