Presentata al Tribunale di Avellino un’istanza di liquidazione giudiziale nei confronti dell’Asidep. L’udienza è fissata per il 28 novembre davanti al Collegio della Prima Sezione – Fallimenti e Procedure concorsuali – presieduto dal giudice Pasquale Russolillo.
A richiedere il procedimento 19 dei 51 dipendenti della partecipata dell’Asi della depurazione industriale che avanzano ancora 3 mesi di arretrati più una serie di emolumenti e si sono rivolti agli avvocati Gianluca Cozza e Vincenzo Forgione per far valere i propri diritti.
Una decisione giunta dopo che dallo scorso 18 luglio la società non effettua più il servizio, passato in gestione temporanea alla De Vizia Transfer spa, e gli operatori hanno ricevuto con acconti parziali, tutti fuori tempo rispetto alle scadenze fissate, solo 2 stipendi dei 5 che avanzano. Mentre non hanno avuto ancora alcuna notizia sull’avvio della cassa integrazione straordinaria per cessazione d’azienda.
Da qui la preoccupazione generale che per i ricorrenti si è trasformata prima in una lettera di diffida e poi nell’iniziativa che con l’entrata in vigore del nuovo codice per la crisi d’impresa sostituisce l’istanza di fallimento. D’altra parte, appare ormai evidente, secondo i legali che stanno trattando il caso, come ci siano profili di insolvenza. Anche perché, verificando qua e là le altre pendenze della srl sono emersi debiti per un importo totale di 4.729.637,3 euro solo verso Inps, Inail e Agenzia delle Entrate di Avellino. È quanto risulta da una cartella dell’Erario nazionale.
Insomma, la situazione economico-finanziaria della partecipata è disastrosa, nonostante un servizio come quello della depurazione, con clienti certi e moderati costi di esercizio, dovrebbe essere sempre in utile. Così, invece, non è stato e la crisi che si trascina da diversi anni all’Asidep, senza concrete soluzioni intraprese, assomiglia sempre più a quella del precedente braccio operativo dell’Asi sullo specifico asset, il Cgs, dichiarato fallito nel giugno del 2022 con circa 24 milioni di euro di passività complessive.
La nuova partecipata sorta proprio per prenderne il posto attraverso il fitto del ramo d’azienda, però, non è stata da meno, visto che in pochi anni si è arrivati ad una debitoria che pare sfiori gli 11 milioni di euro. Dunque, 35 milioni in totale ai quali far fronte. Con un secondo default che certamente avrà ripercussioni sulla stessa Asi, socio unico della partecipata della depurazione. In primis, rispetto alle responsabilità di natura economica alle quali far fronte in solido con la srl di esclusiva proprietà.
Ma, in secondo momento, anche per quelli che potrebbero emergere come rilievi di natura penale. In ogni caso, il Consorzio dell’Area di Sviluppo Industriale sembra destinato a dover rispondere, intanto, a livello tecnico e di strategia politica in primo luogo alla Regione Campania e, in particolare, all’assessorato alle Attività Produttive, che hanno diretta competenza sulle Asi. Di fronte ad un epilogo che si richiami ad un Cgs bis, quindi, non sono esclusi interventi da parte di Palazzo Santa Lucia che, a questo punto, potrebbe adottare un provvedimento commissariale e, comunque, quantomeno trovare il modo per elargire al consorzio la necessaria liquidità per permettere il pagamento dei dipendenti Asidep che restano in un limbo senza presente e futuro.
Dei 51 che erano in carico alla partecipata, infatti, solo 18 sono passati alla De Vizia Transfer spa, mentre gli altri senza stipendio e senza ammortizzatori sociali sono in enormi difficoltà economiche, dopo aver già congelato da tempo i pagamenti di mutui e utenze. Adesso, però, anche per i lavoratori ancora in attività si avvicina il momento della verità. Tra una settimana, infatti, e precisamente il 18 ottobre, scadrà l’affidamento trimestrale della gestione del servizio di depurazione all’operatore privato. E sull’eventuale proroga, almeno ufficialmente, non si ha alcuna certezza.
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