Il capo dipartimento della Protezione civile: «Fondamentale accrescere la consapevolezza di chi abita in queste aree»
«Alla prova sono segnalate, in base a ciò che dice il portale su cui è stato possibile prenotarsi, 1.500-1.600 persone. Non sono sicuramente poche e, a queste, si aggiungeranno quelle che si recheranno direttamente agli stand».
Il capo dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, rassicura così sui numeri dei prenotati per l’esercitazione di Protezione civile «Exe Flegrei 2024» in programma per la giornata di domani, sabato 12 ottobre
I comuni coinvolti sono 7, Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Marano di Napoli, Quarto, Giugliano in Campania e Napoli (quartieri di Fuorigrotta, Bagnoli, Soccavo e Chiaiano) dove, dalle 9 alle 10, i partecipanti raggiungeranno le aree di attesa per testare la simulazione di un’evacuazione verso la stazione centrale di Napoli (Ferrovie dello Stato collabora alla prova) per coloro che non si allontaneranno con mezzi propri. Su trenta aree di attesa ne saranno attivate 14 ed il loro allestimento avverrà stasera.
«Il successo dell’attività di esercitazione nei Campi Flegrei – spiega Ciciliano – deve essere visto in due direzioni. Una molto importante e che prescinde dalla popolazione, che è il test di risposta della Protezione civile all’evento. Poi c’è il secondo elemento, ovvero la partecipazione della popolazione per limare meglio le attività del sistema di risposta all’emergenza e accrescere la consapevolezza dei territori su questo tipo di rischio».
Una considerazione che rimanda all’esercitazione flop del 26 giugno attivata per l’emergenza bradisismo che, a Pozzuoli, vide la partecipazione di solo 30 persone.
In quell’occasione, molti cittadini lamentarono una comunicazione insufficiente indicandola tra le cause della scarsa adesione.
Una considerazione che deve aver fatto anche il dipartimento della protezione civile che, per l’esercitazione sul rischio vulcanico di domani, ha attivato ulteriori modalità informative. All’incontro con la popolazione di settembre ed all’installazione di presidi informativi sul territorio, infatti, si è aggiunto anche un volantinaggio serrato che ha contribuito ad una maggiore diffusione dell’esercitazione.
Le attività sono iniziate mercoledì con una videoconferenza straordinaria con la commissione Grandi Rischi – Settore Vulcanico, permettendo il passaggio ad una fase di attenzione. La fase di preallarme, con il passaggio al livello arancione, è iniziata ieri con una riunione con la Commissione Grandi Rischi che ha attivato i cosiddetti “posti di comando”.
Nella giornata di oggi, invece, si stanno svolgendo vari test del piano di evacuazione, sia in ambito sanitario che per i beni culturali. Nel museo del Castello di Baia, che si trova in zona rossa, è avvenuta una simulazione dello stato di allerta arancione mettendo in campo la messa in sicurezza e la movimentazione dei beni culturali. «Il test di oggi è un momento importante – spiega Ciciliano – non è secondaria la gestione dei reperti culturali che sono memoria della nostra comunità, patrimonio molto presente, ovunque, sul territorio nazionale».
Ed, aprendo il campo ad una collaborazione istituzionale, aggiunge: «Si deve lavorare con il ministro della Cultura per mettere in sicurezza i luoghi, le opere della nostra storia, sia quelle danneggiate che possono essere facilmente restaurate con le attività del ministero, che quello non danneggiate».
I cittadini alle ore 17 riceveranno un messaggio It-alert, per testare il funzionamento del sistema per l’ipotesi di una possibile necessità di evacuazione e domani saranno chiamati alla partecipazione attiva.
Sull’importanza della partecipazione dei cittadini il Capo della protezione civile Nazionale spiega: «È importante che i cittadini partecipino, perché così imparano cosa fare se ci fosse davvero l’allerta; la loro presenza è anche uno stimolo per la protezione civile e gli altri corpi».
«Questa esercitazione – aggiunge – deve raggiungere due importanti risultati. Il primo è il test del sistema di risposta di Protezione Civile che si svolge indipendentemente dalla presenza della cittadinanza, anche se con la loro presenza i test che si fanno risultano più affinati, più precisi. Il secondo risultato è ovviamente legato direttamente alla presenza dei cittadini, per un forte discorso di consapevolezza sul rischio di questa area. Sicuramente è un’area complessa, ma questa complessità non è nata ieri e soprattutto non finisce domani».
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