Ollastra Alle 7 e 15 di ieri mattina erano tutti e trenta alla fermata dell’autobus per salutare e parlare con i bambini e gli adolescenti che andavano a scuola, poi via in chiesa, al Municipio, in cimitero, nelle abitazioni del paese, al bar e dentro il piccolo market di Ollastra: «Perché l’obiettivo di questa missione, cui partecipano suore, sacerdoti e laici, è riportare il senso di comunità fra le persone». ,105> ,100>
Padre Carmine Marrone, dal Lazio alla Sardegna per guidare la missione degli Oblati di Maria Immacolata, spiega che «non si tratta solo di diffondere la parola di Dio, portando il Vangelo nei luoghi di aggregazione, piuttosto cerchiamo di accogliere chiunque senta la necessità di condividere problemi e preoccupazioni di tutti i giorni. In tutti i luoghi dei paesi in cui siamo stati ci hanno detto “grazie”. Ci hanno aperto le porte di casa anche solo per la gioia di poter fare due chiacchiere, confrontarsi e raccontarsi. Perché poi il nome della nostra missione popolare è proprio in “domo tua”, ossia in casa tua, dove siamo stati e dove andremo fino a domenica prossima per stare vicino alla gente nelle loro abitazioni che si trasformano nel centro della vita del Vangelo». ,105> ,100>
Quattromila anime fra Ollastra, Siamanna, Siapiccia, Villanova Truschedu e Villaurbana: cinque i centri coinvolti dall’ Arcidiocesi di Oristano con l’obiettivo di fare “l’annuncio missionario del Vangelo”. ,105> ,100>
«Andiamo nei luoghi dove la gente abita e vive», racconta il parroco don Daniele Quartu. «L’idea è quella di raggiungere le persone ovunque si trovino: che sia il supermercato, il bar, le piazze, le scuole e naturalmente le abitazioni». Ore 9, dopo la breve messa nella piccola chiesa del centro storico di Ollastra, padre Carmine riunisce tutti per un briefing in cui ci si divide i compiti: «Questa mattina andremo nelle case di altre famiglie e a trovare anche gli ammalati». ,105> ,100>
Intorno al tavolo ci sono religiosi e laici arrivati da ogni parte d’Italia: Firenze, Pescara, Roma, Aversa, Somma Vesuviana, Catanzaro, Cosenza, Taranto, Messina e Palermo. Fra le suore qualcuna fa parte della Congregazione di San Giuseppe. ,105> ,100>
Padre Carmine fa il punto dicendo che «gli incontri a Ollastra hanno coinvolto 21 famiglie e in ogni casa c’erano ad attenderci almeno trenta persone. Non è stata una catechesi, piuttosto un momento d’ascolto per mettersi intorno alla parola per capire come risuonasse nella vita». Il secondo obiettivo: «Far crescere la dimensione interparrocchiale guidata dai parroci, don Daniele e don Enrico». ,105> ,100>
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Missionari oblati di Maria Immacolata: «La missione popolare resta un luogo di annuncio genuino della buona notizia (“Dio ti ama, Cristo ti salva”), un annuncio semplice, diretto, comunitario. Siamo una famiglia religiosa, fondata da Sant’Eugenio de Mazenod nel 1816. Oggi siamo poco meno di 4mila, sparsi in 70 nazioni del mondo». ,105> ,100>
Primo giorno il 5 ottobre con la visita alle scuole, le celebrazioni quotidiane dell’Eucaristia, i centri di ascolto e la condivisione del Vangelo nelle famiglie ospitanti, le assemblee di condivisione sulla parola di Dio, la liturgia penitenziale preceduta dalla processione, ma anche i momenti di festa che aiuteranno a stare insieme. Paese per paese, fino al 13 ottobre: «L’apertura è stata a Villanova con le reliquie di santa Bernadette Soubirous, da Lourdes, chiudiamo domenica la messa conclusiva delle 5 comunità a Siapiccia». ,105> ,100>
«La speranza – hanno spiegato i parroci – è che possa essere una felice occasione di crescita e condivisione per i nostri paesi e non solo per le comunità parrocchiali, affinché, pur nella diversità, si possa crescere nella passione per l’umano e per i valori, non solo religiosi, ma anche civili che regolano il nostro vivere». ,105> ,100>
Gli abitanti, di ogni età, sono felici: «Io pensavo che si parlasse esclusivamente di Dio, invece abbiamo scherzato e ci siamo confrontati su tanti temi» racconta Isabel Mocci, la cassiera del supermercato dove o missionari arriva alle 12 in punto: «È stato un bel momento di condivisione, non me l’aspettavo e sarebbe bello se fosse sempre così». Il vice parroco di Sant’Elia (Cagliari), Ivan Garro, annuncia la cena che si terrà a Villaurbana l’11 sera: «Siamo stati invitati da un gruppo di giovani». ,105> ,100>
La sfida: «Che questa religiosità abbia un volto più missionario. Chi ha la fede deve provare a metterla a frutto, così come stiamo facendo questi giorni». Per Alessandra Lecis, fra le parrocchiane di Ollastra, «è stato tutto molto commovente, non sempre s’incontra qualcuno con cui parlare». L’obiettivo poi non è che «la gente debba andare in chiesa, ma che la chiesa vada dalla gente. Soprattutto dai giovani». Fra quelli che disertano la chiesa: «Non è una questione di chiusura mentale, rispondono di non avere tempo per andare a messa». ,105> ,100>