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i Focus Group di FPA su IA #finsubito prestito immediato


In un mondo del lavoro in cui si affacciano in maniera sempre più pervasiva i tool di intelligenza artificiale, come trasformare le attuali competenze in abilità utili ad affrontare i nuovi scenari che si stanno configurando? Il confronto sul necessario upskilling e reskilling delle persone che lavorano nella PA è stato al centro del Focus Group organizzato da FPA “Si scrive AI, si legge ‘Alto Impatto’”, che si è svolto il 20 settembre: il secondo di un ciclo di incontri, avviato a maggio scorso in occasione del FORUM PA 2024, che sta coinvolgendo esperti e rappresentanti di un variegato panorama di enti pubblici. Un’occasione per confrontarsi su sperimentazioni già in atto, su approcci innovativi che affrontano il cambiamento tecnologico ponendo una grande attenzione alla formazione del personale, tra piattaforme sperimentali e corsi di apprendimento personalizzati. Perché se l’intelligenza artificiale sta già dimostrando le sue enormi potenzialità su tutti i settori della società, sulla vita delle persone, sul lavoro, su organizzazioni e pubbliche amministrazioni a ogni livello, è sempre più evidente la necessità di creare dei momenti di confronto tra diverse realtà pubbliche e private, per comprendere a che velocità e in che modalità si stanno muovendo sul tema.

Proprio su queste basi è nato il Focus group AI “Si Scrive Ai, Si Legge “Alto Impatto”, che nel suo primo incontro a FORUM PA 2024 ha offerto l’opportunità di discutere sulle molteplici forme di adozione e integrazione dell’AI nel lavoro pubblico. L’obiettivo di questi incontri è infatti esplorare come l’AI possa trasformare i processi interni, migliorare l’efficienza dei servizi e rispondere alle esigenze dei cittadini, senza tralasciare le sfide legate alla governance, alle competenze e alle implicazioni economiche ed etiche.

Il punto di partenza è stato l’indagine sull’impatto dell’AI sul pubblico impiego, condotta da FPA, che ha analizzato l’esposizione delle diverse professioni della PA alla tecnologia utilizzando il metodo AIOE (Artificial Intelligence Occupational Exposure). Lo studio ha stimato che il 57% dei circa 3,2 milioni di dipendenti pubblici italiani (dati 2021) è altamente esposto all’AI, il 28% è moderatamente impattato, mentre il 15% ha un’esposizione minima o nulla. Tuttavia, questa esposizione non implica una sostituzione dei lavoratori, bensì una complementarità tra il lavoro umano e le nuove tecnologie, nonostante il 12% dei dipendenti pubblici risulti a “bassa complementarità” e dunque a rischio di obsolescenza. Ciò introduce uno dei temi più caldi e dibattuti quando si parla dell’impatto dell’AI: le competenze. Il dipendente pubblico, infatti, si troverà (e si sta già trovando) di fronte ad un percorso di upskilling o reskilling in cui verranno rimodulate molte delle funzioni svolte.

È seguendo questo scenario che si sono sviluppati, anche nel secondo Focus Group, gli interventi dei nostri esperti, di cui proponiamo alcuni estratti.

La parola agli esperti

Davide D’Amico: Direttore generale per l’innovazione digitale la semplificazione e la statistica -Ministero dell’istruzione e del merito

Sul fronte dell’istruzione, l’Intelligenza Artificiale (AI) costituisce un tema molto importante e si stanno effettuando delle analisi per comprenderne l’applicazione anche in applicazione alla personalizzazione degli apprendimenti. Gli assistenti virtuali basati su chat generativa guidano gli studenti lungo percorsi formativi su misura, mantenendo un equilibrio per evitare una sovraesposizione che potrebbe limitare la loro creatività. In questo contesto di trasformazione, il ruolo del docente si conferma cruciale: è necessario fornire loro una formazione specifica per integrare l’AI nella didattica, evidenziando opportunità e potenziali rischi.

Anche l’ambito dei servizi amministrativi gioca un ruolo fondamentale, con lo sviluppo di piattaforme che semplificano l’interazione tra scuole, famiglie e studenti. Un esempio pratico è il servizio automatizzato per la verifica dell’ISEE delle famiglie, che consente alle scuole di identificare rapidamente i beneficiari delle agevolazioni, riducendo la burocrazia e velocizzando le procedure.

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Le tecnologie attualmente in uso devono evolversi da semplici interfacce a funzioni verso soluzioni basate su processi guidati (wizard), rendendo la gestione delle attività scolastiche più accessibile, intuitiva e funzionale.

Cosimo Elefante: RTD Regione Puglia

Il dipendente pubblico spesso si trova con una conoscenza limitata degli strumenti di AI e dei prompt da utilizzare. Per questo motivo, Regione Puglia ha previsto di avviare un programma di formazione, inizialmente rivolto ai dirigenti regionali, che verrà successivamente esteso a tutti i dipendenti, con l’obiettivo di insegnare un uso corretto degli strumenti AI ed evitare risultati inadeguati che potrebbero deludere le aspettative degli utenti.

Parallelamente, si stanno introducendo nuovi strumenti specifici di AI, destinati sia ai dipendenti che ai cittadini, sebbene con un approccio prudente. Tra le innovazioni in fase di sperimentazione ci sono chatbot progettati per assistere gli utenti nella compilazione delle domande di partecipazione a bandi. Allo stesso tempo, si stanno valutando soluzioni di AI per semplificare la redazione di determine e delibere a uso interno. Questo duplice approccio – formazione del personale e utilizzo strategico dell’AI per migliorare i servizi – non solo mira a promuovere un uso consapevole della tecnologia, ma rappresenta anche un valore aggiunto per la Pubblica Amministrazione, aumentando l’efficienza e la qualità dei servizi offerti ai cittadini.

Marco Baldi: Responsabile Centro Studi CNA

Nel contesto della rappresentanza imprenditoriale, la riflessione sull’adozione delle tecnologie innovative, in particolare dell’intelligenza artificiale, sta assumendo un ruolo sempre più centrale. È emerso che le imprese, soprattutto le piccole, sono sempre più interessate a comprendere come sfruttare queste tecnologie per migliorare i propri prodotti e servizi e per rispettare gli obblighi normativi e fiscali. Tuttavia, questo interesse si scontra con un divario significativo tra grandi e piccole imprese: le prime dominano il 90% del mercato nazionale delle soluzioni di AI, mentre il restante 10% è appannaggio di PMI e pubblica amministrazione.

I primi risultati di una nostra indagine (attualmente in corso) mostrano che in questa fase le piccole imprese nutrono notevole fiducia e interesse nell’AI ma hanno bisogno di un supporto specifico che le aiuti a capire in che modo possa aiutarle ad efficientare i loro processi produttivi. In risposta ai cambiamenti in corso, la CNA ha avviato diverse iniziative su tre fronti principali: in ambito formativo (rivolto ai quadri della Confederazione ed agli imprenditori associati), l’indagine sulle imprese manifatturiere di cui si è detto e che verrà presentata nei prossimi mesi, e sperimentazione in atto nel mondo dei patronati. In particolare, per questi ultimi, la Confederazione ha lanciato un progetto sperimentale volto a migliorare i servizi agli utenti attraverso l’uso di chatbot generativi, addestrati sui regolamenti e le normative del settore.

Antonella Serini: Coordinatrice del Servizio per la gestione delle banche dati, Anagrafe dei dipendenti pubblici, nell’ambito dell’Ufficio per l’innovazione amministrativa, la formazione e lo sviluppo delle competenze, DFP

Il Dipartimento della Funzione Pubblica – Presidenza del Consiglio dei Ministri – sta sviluppando una piattaforma di HRM Toolkit nell’ambito del “Progetto RiVa – La gestione strategica delle risorse umane per creare Valore Pubblico”, affidato a Formez dal Dipartimento.  L’Obiettivo del progetto è la costruzione, la sperimentazione e lo sviluppo di un modello di gestione strategica del personale basato sulle competenze per l’implementazione del processo di programmazione e gestione strategica, valido per tutte le PPAA e adattato in funzione delle peculiarità dei diversi comparti.

Il progetto intende individuare una metodologia unitaria ed integrata di gestione delle risorse umane in chiave strategica, basata su modelli di competenze, anche al fine di favorire l’evoluzione del mercato del lavoro e lo sviluppo di carriera nella pubblica amministrazione.

Una prima versione del portale progettoriva è già stata resa disponibile ad un set di amministrazioni pilota per avviarne la sperimentazione.

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Francesco Raphael Frieri: Direttore Generale risorse, Europa, innovazione e istituzioni, CDO, Regione Emilia-Romagna

Il primo tema complesso riguarda l’uso dell’AI generativa e il suo potenziale nel supportare i burocrati tradizionali, aumentando la produttività senza esporli a rischi come feedback errati o un uso improprio dei dati. Cresce infatti la difficoltà nel definire protocolli e linee guida per le sperimentazioni in ambito AI, a cui si aggiungono preoccupazioni sui costi di licenza e l’adeguatezza di queste tecnologie.

Le sperimentazioni in corso sono numerose, coinvolgendo sia grandi multinazionali che soluzioni Open Source per lo sviluppo di applicazioni personalizzate. Nel settore sanitario, ad esempio, i sistemi di supporto per il personale medico sono stati integrati con tecnologie emergenti (alcune delle quali sviluppate in collaborazione con altre regioni europee), tra cui il deep learning. In ambito ambientale, si attendono invece i prototipi di “Destination Earth”, un’iniziativa mirata a migliorare le previsioni meteorologiche.

A ciò si aggiunge un altro progetto in fase di implementazione che prevede l’utilizzo di gemelli digitali capaci di valutare gli impatti delle politiche pubbliche del territorio e gestirne gli effetti economici e distributivi sulla popolazione e le imprese.

Luigi Piper: Senior Assistant Professor of Business Economics, University of Salento

Uno dei principali ostacoli riscontrati è la resistenza al cambiamento, particolarmente evidente tra le generazioni più anziane, mentre la Generazione Alfa cresce già immersa in un ambiente dove l’AI è parte integrante della quotidianità. Questa resistenza si manifesta in numerose professioni, inclusa quella medica, dove l’adozione dell’IA incontra sfide significative, spesso legate all’elevato carico di lavoro dei medici o alla limitata fiducia nella qualità dei dati utilizzati dai sistemi IA. Se i dati non sono accurati e validati, l’IA rischia di diventare inefficace o, in alcuni casi, dannosa. Un esempio concreto è rappresentato dalle schede di dimissione ospedaliera, che molti medici preferiscono redigere manualmente. Tuttavia, strumenti basati sull’IA potrebbero automatizzare questo processo, riducendo potenziali refusi e liberando tempo per attività cliniche più complesse.

Per garantire l’efficacia di tali sistemi, diventa cruciale sviluppare dataset affidabili, condivisibili e interoperabili tra le diverse amministrazioni pubbliche. A questo proposito, i Paesi Bassi offrono un esempio virtuoso attraverso il sistema PALGA, una banca dati nazionale che raccoglie, protegge e condivide dati strutturati sulla patologia. PALGA supporta i patologi fornendo loro dati storici fondamentali per migliorare le diagnosi e sviluppare piani di trattamento più efficaci. La condivisione di dati rilevanti non solo potenzia la conoscenza clinica, ma crea un ecosistema di informazioni di valore per l’intero settore sanitario. In Italia, tuttavia, la grande varietà e complessità delle amministrazioni rappresenta un ostacolo significativo all’implementazione di un sistema simile, richiedendo uno sforzo maggiore per uniformare e rendere interoperabili le diverse piattaforme di gestione dei dati.

Sara Letardi: Tecnologo ISTAT

L’istituto sta affrontando l’introduzione dell’AI con un approccio simile a quello adottato durante l’avvento dei siti web, riconoscendone sia le opportunità che i rischi. Si sta lavorando allo sviluppo di soluzioni e casi d’uso per sperimentare l’AI, tra cui la creazione di un framework di governance che raccolga buone pratiche e policy utili a gestire questi cambiamenti. Un elemento cruciale è la formazione del personale, avviata spontaneamente e destinata a proseguire con percorsi più strutturati, come corsi ICT per migliorare la competenza digitale. L’obiettivo è soddisfare le diverse esigenze di specialisti e personale amministrativo, creando sinergie tra le competenze presenti nell’Istituto e sensibilizzando sull’uso consapevole dell’AI.

Una PA al passo con il cambiamento?

La vera questione, tuttavia, rimane: “La PA è davvero pronta per questa sfida?“. I passi da compiere sono ancora numerosi, ma le innovazioni introdotte dai singoli Enti offrono prospettive promettenti per il futuro. Siamo però di fronte a un processo in continua evoluzione, in cui la formazione continua del personale e una strategia mirata per le nuove assunzioni saranno elementi decisivi. Come ha sottolineato in conclusione Gianni Dominici, Amministratore Delegato di FPA, è necessario un profondo ripensamento del lavoro nella PA, che deve adattarsi alle nuove sfide attraverso una revisione dei fabbisogni professionali e l’adozione di tecnologie avanzate. Non è più sufficiente sostituire il personale in pensione; occorre invece immaginare e costruire un’amministrazione moderna, in grado di affrontare le sfide future con strumenti adeguati.

L’innovazione – ha ricordato Dominici – è un processo che parte dal basso e dalle best practices del territorio”.



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