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Ci sono troppi dirigenti in Ita Airways? #finsubito prestito immediato

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Quando parliamo di personale dirigente, pensiamo subito a chi in una azienda, più o meno importante, prende le decisioni strategiche, gestisce il personale, effettua operazioni di tipo finanziario o legale, insomma, parliamo di quell’insieme di persone che, di fatto, gestiscono un’impresa, e ne sono anche responsabili dei risultati.

Sono quei soggetti, generalmente, più pagati i quali hanno un forte impatto sulle performance delle aziende, che sono chiamati a dover gestire.

Abbiamo preso in analisi alcuni dati che si riferiscono al numero del personale dirigente impiegato in 3 società pubbliche, e cioè: Ferrovie dello Stato, CDP-Cassa Depositi e Prestiti, Autostrade per l’Italia, e poi abbiamo messo a confronto questi dati con gli stessi dati numerici della dirigenza di Ita Airways e infine, quelli di quest’ultima, con quelli della dirigenza del Gruppo Lufthansa, che a breve acquisirà una quota di minoranza della nostra compagnia di bandiera.

Infatti, quando si parla di Ita Airways, spesso gli argomenti riguardano i voli, i ritardi, le cancellazioni o i problemi legati sostanzialmente al tipo di attività che esercita il vettore, ma non si parla quasi mai dei numeri che questa azienda rappresenta nel panorama delle partecipate pubbliche, e poi di come leggere tutti questi numeri.

Iniziamo da Autostrade per l’Italia, che nel 2023 ha prodotto un fatturato di circa 4,3 miliardi di euro e un utile di 956 milioni di euro. La società Autostrade, conta circa 5.200 dipendenti di cui quasi 200 ricoprono ruoli dirigenziali. Ferrovie, invece, nel 2023 ha totalizzato un fatturato di circa 14,8 miliardi di euro e un utile di oltre 100 milioni di euro, annovera nelle sue file più di 92.000 dipendenti, di cui 900 sono dirigenti. Ultima società italiana ad essere presa in esame è CDP, la cassaforte del nostro Governo. Cassa Depositi e Prestiti, ha fatturato nel 2023, circa 478 miliardi di euro, prodotto un utile di 2,7 miliardi di euro, e conta circa 1.700 dipendenti, di cui 115 circa sono dirigenti.

Arriviamo quindi a Ita Airways che nel 2023 ha fatturato circa 2,4 miliardi di euro, ha dichiarato un utile negativo per 5 milioni di euro, conta circa 4400 dipendenti, 38 sono dirigenti, di cui almeno 8 sono di nuova nomina.

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Analizzando le performance del personale dirigenziale, partiamo con il dire che ITA Airways (ITALIA TRASPORTO AEREO S.P.A.) in questo specifico caso è stata la più diligente tra tutte le partecipate pubbliche, ovvero, conta 1 dirigente ogni 118 dipendenti, rispetto a CDP, che invece conta 1 dirigente ogni 15 dipendenti, ma anche rispetto ad Autostrade, che ha 1 dirigente ogni 30 dipendenti. Ferrovie è quella che maggiormente si avvicina più di tutte ai numeri di ITA, infatti, per ogni dirigente conta circa 100 dipendenti.

Se prendiamo il fatturato delle rispettive aziende e lo dividiamo per il numero di dirigenti il risultato che emerge è quanto ogni dirigente è produttivo per l’impresa.

Infatti per produttività dei dirigenti, Cdp risulta essere al primo posto, con 4,1 miliardi di euro per ogni dirigente impiegato. Segue, al secondo posto, Ita Airways con circa 65 milioni di euro per ogni dirigente in esercizio. Il terzo posto, se lo prende Autostrade con 21,5 milioni di euro per ogni dirigente, infine, l’ultimo posto con 16,4 milioni di euro per dirigente, va alle Ferrovie.

L’analisi si fa più interessante quando dobbiamo raffrontare il numero dei dirigenti impiegati, rispetto agli utili generati nell’arco dell’anno dalle rispettive società in questo caso il 2023. Ecco che al primo posto c’è Cassa Depositi e Prestiti che per ogni dirigente ha prodotto un utile di 30,2 milioni di euro, segue Autostrade con 4,7 milioni di euro per ogni dirigente impiegato, poi le Ferrovie con 111 mila euro per ogni dirigente in forza, e fanalino di coda, troviamo ITA, con un impatto negativo di meno 132 mila euro per ogni dirigente attualmente in forza.

Mettendo poi a confronto i numeri di ITA con quelli di Lufthansa si può notare che il colosso tedesco dei cieli, nel 2023, ha fatturato 35,4 miliardi di euro, generato un utile di 1,7 miliardi di euro, ed ha circa 139 mila dipendenti impiegati di cui 800 sono dirigenti. E anche qui i numeri si fanno interessanti, perché se Ita come dicevamo, ha 1 dirigente ogni 118 dipendenti, Lufthansa riesce a fare molto meglio, e infatti ne ha 1 ogni 173. Nella divisone del fatturato/dirigenti, Lufthansa per ogni dirigente produce circa 44 milioni di euro di ricavi, contro i 63 milioni di Ita, ma ogni dirigente di Lufthansa ha contribuito ad un utile di 2,1 milioni di euro contro il negativo di ITA per ogni dirigente pari a meno 132 mila euro. E se poniamo attenzione ai risultati possiamo notare che Ita Airways è una delle poche aziende in cui lo Stato è imprenditore, ad aver chiuso un bilancio in negativo nel 2023.

“Lo scorso anno per le compagnie aeree è stato un anno record e sarà molto difficile assistere ad un altro anno così proficuo. Purtroppo una delle pochissime aziende del trasporto aereo che non è riuscita ad intercettare questa cosiddetta “bolla” è stata proprio ITA Airways – spiega a Startmag Cristiano Spazzali, analista, consulente ed esperto di trasporto aereo, ex direttore generale di AzzurraAir e che segue da tempo il dossier ITA Airways: “Un azienda del trasporto aereo che in una annata del genere, non riesce a fare profitti quando tutti fanno profitti, significa una sola cosa, che ha impostato una strategia poco incisiva sul mercato“. Spazzali spiega che ”in ITA non ci sono problemi di costi operativi, ma di ricavi. Un load factor medio al 79% è troppo basso per un vettore con 95/100 aeroplani che punta a fare utili. Gli utili in una compagnia aerea si fanno aumentando le vendite e i passeggeri, non certamente con i tecnicismi finanziari. L’obbiettivo per una compagnia aerea dovrebbe essere quello di arrivare ad imbarcare almeno l’85/87 % della propria offerta, e credo che con l’ingresso di Lufthansa, che possiede i mezzi e le competenze necessarie, questo potrà avvenire in tempi relativamente brevi”.

Spazzali su questo tema specifico ritiene che i prezzi dei biglietti di ITA attualmente siano tropo alti: “Se ad esempio sul mercato domestico applichi delle tariffe troppo alte, non invogli il passeggero a viaggiare, quindi quel passeggero seguirà per forza di cose percorsi alternativi all’aeroplano. Un volo di andata e ritorno GENOVA-ROMA, pagarlo 450/500 euro è una follia, lo stesso vale per un volo ROMA-PARIGI che nello stesso periodo costa 540 euro tasse incluse. Per fare un confronto con i prezzi di Lufthansa un MONACO-PARIGI, a/r nello stesso periodo e negli stessi orari costa poco meno di 270 euro tasse comprese, mentre un volo, sempre Lufthansa, MONACO-FRANCOFORTE andata e ritorno, nello stesso periodo, costa meno di 300 euro tasse incluse. La morale in tutto questo ragionamento è che non puoi solo puntare sul viaggiatore altospendente, primo perché Ita non è una executive carrier, secondo perché è meglio avere 100 piccoli compratori da un euro che 1 solo da 100 euro, è una regola di mercato, se poi riesci a creare un mix, meglio ancora. Il rischio mantenendo prezzi così alti è che prima o poi si possano inserire su quelle destinazioni le low cost, o altre compagnie aeree, portandoti via quote di mercato”.

Come andrebbe impostata la governance aziendale in una compagnia aerea delle dimensioni di Ita? Secondo Spazzali, ”in una azienda del trasporto aereo di medie/piccole dimensioni come è Ita Airways, la catena di comando dovrebbe essere estremamente corta. Per aziende di queste dimensioni credo in una dirigenza più snella e orizzontale, piuttosto che troppo burocratizzata, complessa e verticale. Il ceo è la figura di riferimento, quella che prende le decisioni e imposta la rotta, e sotto in linea orizzontale una decina di dirigenti di peso, inseriti nei ruoli chiave, uomini o donne di fiducia, determinati a dargli una mano consentendo di portare avanti e gestire l’azienda al meglio, e di identificare immediatamente eventuali criticità”.

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Spazzali conclude: “Oltre alla parte dirigenziale è certamente necessario che ci siano anche altre figure di responsabilità, una sorta di capi ufficio, in determinate aeree dell’impresa, ma non necessariamente devono essere dei dirigenti. Basterebbe costruire dei semplici quadri aziendali, con compiti di coordinamento, e professionalmente preparati, per ottenere lo stesso risultato ma con meno dirigenti. Un’azienda del trasporto aereo con circa 15/20 dirigenti, rispetto a ITA che al momento ne ha 38, avrebbe dei risparmi in termini di costo per la compagnia, stimabili in oltre 5 milioni di euro l’anno, una cifra che avrebbe portato ITA, se non in inutile, almeno a pareggio nel 2023”.



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