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In un periodo in cui le crisi
aziendali potrebbero aumentare – il FVG vive un periodo di più
alto tasso di occupazione degli ultimi 20 anni – il Codice della
Crisi d’Impresa è una bussola per orientarsi in un panorama
sempre più complesso, dove la priorità è tutelare non solo
l’impresa, ma anche i suoi lavoratori. E’ la sintesi del
convegno di Confindustria Alto Adriatico con Camera Civile di
Pordenone, al Consiglio dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro
cittadino e da Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di
Pordenone, dal titolo La gestione dei rapporti di lavoro
subordinato nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza
(CCII).
Il presidente di CAA, Michelangelo Agrusti, in apertura,
riferendosi alla positiva soluzione di alcune crisi in Fvg, ha
spiegato che «la attitudine dell’Associazione, lo sanno bene
anche i sindacati, è salvaguardare l’occupazione o attenuare il
più possibile l’impatto sui lavoratori usufruendo di tutti gli
strumenti disponibili. Nella maggior parte dei casi ci siamo
riusciti; con una complessità di operazioni e di giurisprudenza
significativa».
Giuseppe Del Col, Direttore Operativo di Confindustria AA, ha
spiegato che «il Codice della Crisi ha previsto molte procedure,
la cui finalità principale è stata consentire la continuazione
dell’attività aziendale per trovare soluzioni alle problematiche
finanziarie attraverso accordi con i creditori, costruendo un
percorso che, salvaguardando l’impresa, permettesse anche di
soddisfare le esigenze dei creditori». Nelle situazioni più
complesse, quando si è giunti alla liquidazione giudiziale (ex
fallimento), “anche i lavoratori hanno subito le conseguenze più
incisive. A seguito della liquidazione, i rapporti di lavoro
sono stati risolti e, ad eccezione del TFR, i crediti dei
lavoratori hanno potuto essere compromessi», ha aggiunto.
Trasferendo rami d’azienda, ci sono stati casi di
ridimensionamento di organico e attivazione di procedure
sindacali».
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