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14.07 – giovedì 3 ottobre 2024
Consiglio, ancora discussione generale sulla variante al Pup. Aula ancora ferma questa mattina sulla discussione generale sul ddl 37 dell’assessore Gottardi di variante al Pup relativa all’ambito di connessione Corridoio Est. Sono al momento 1.365 le proposte di ordine del giorno presentate sul testo. A prendere la parola questa mattina i consiglieri Michele Malfer (Campobase), Andrea de Bertolini (Pd), Francesca Parolari (Pd), Chiara Maule (Campobase).
Francesco Valduga (Campobase): sono contro tutte le ipotesi di Valdastico
Riguardo all’intervento di ieri di Francesco Valduga una rettifica: nel comunicato di ieri mattina, nell’intertitolo che accompagnava la sintesi del suo intervento, abbiamo scritto “Non siamo contro la Valdastico ma contro questa Valdastico”. In realtà il capogruppo di Campobase ha affermato “siamo qui non solo a discutere di Valdastico ma di questa Valdastico” che, secondo Valduga, seguirebbe un tracciato che “non vedrebbe soddisfatti anche quelli che legittimamente chiedono un’alternativa alla Valsugana, perché questa Valdastico non sarebbe un’alternativa alla Valsugana”. Quindi, il capogruppo di Campobase ha ribadito di essere contro la Valdastico qualsiasi percorso si scegliesse.
Michele Malfer (Campobase): le osservazioni dei Comuni di Cavalese e Besenello
Il consigliere Malfer, riprendendo l’intervento di ieri (qui), ha letto le osservazioni e i verbali dei Comuni interessati e limitrofi a un eventuale tracciato. A partire da quello di Cavalese che evidenzia carenze di metodo e contraddittorietà di contenuto. Malfer ha letto la delibera con cui il Comune esprime contrarietà al documento preliminare di adozione della variante e al rapporto preliminare, che evidenzia che il tema della mobilità sostenibile ha sempre maggior rilevanza, aspetto non affrontato dal documento in esame.
Ancora, la delibera si concentra sugli obiettivi del documento preliminare che, ritiene il Comune, devono conciliarsi con gli obiettivi dell’Agenda 2030, mentre la visione proposta dal documento preliminare risulta limitata alla soluzione stradale. Ancora, ha letto il consigliere: il documento preliminare e il rapporto non affrontano gli impatti negativi sulla valle; la documentazione risulta generica. Malfer ha proseguito quindi leggendo le osservazioni su documento e rapporto preliminare del Comune di Besenello il cui Consiglio, ha letto il consigliere, esprime la propria totale contrarietà alla realizzazione dell’opera Valdastico A31 Nord, a prescindere dall’ipotesi di tracciato, e avanza una richiesta di revoca della proposta di variante avviata. Malfer ha ricordato i ricorsi alla giustizia amministrativa promossi dal Comune e le relative sentenze.
Andrea de Bertolini (Pd): ostruzionismo, strumento legittimo di dialettica
Il consigliere de Bertolini ha ricordato il post di ieri sera dell’assessore Failoni che stigmatizzava quello che succede in questi giorni in Aula: nessuna pretesa di insegnare a nessuno la politica, né di silenziare il dibattito, ha detto prima di ricordare che l’ostruzionismo è uno strumento che è usato dalle minoranze, ma che in passato è stato usato anche dalle maggioranze. Ha citato i casi che hanno visto protagonisti nel luglio 2022 Salvini in maggioranza sullo ius scholae e nel luglio 2015 l’attuale ministro Calderoli che presentò 85 milioni di emendamenti ostruzionistici. C’è per il consigliere la tendenza nel Paese a ritenere una perdita di tempo il fatto di ascoltare chi non la pensa come il pensiero dominante o la maggioranza politica.
La cosa che preoccupa è per de Bertolini è che la censura di questi strumenti porti con sé insofferenza che diventerà intolleranza ad ascoltare chi la pensa diversamente. L’ostruzionismo è uno strumento legittimo, di dialettica politica, ha ribadito. Trovo frettoloso e un po’ azzardato stigmatizzare in certi modi questo strumento, ha aggiunto citando l’articolo 21 della Costituzione. Se si cambiassero le norme impedendo l’ostruzionismo politico, ha dichiarato, saremmo tutti convinti che ci sarebbe stata una deriva autoritaria nella logica del non sentire le espressioni del dissenso, ultimo presidio di libertà. Chiunque può dire che siamo autoreferenzialisti che parlano un’ora a testa per sfogare la propria esigenza di presenzialità, ma chi ha una responsabilità su questo livello si dovrebbe fermare e astenersi. La minoranza in questi giorni si è fatta carico di questo strumento ed è stata presente in questi giorni in aula, non si è venuti qui in due, ha dichiarato, gli argomenti sono stati ripetuti perché sono condivisi da tutte le minoranze.
L’ostruzionismo non vuole solo far perder tempo ha spiegato: rimane il dato oggettivo che la comunità trentina è lacerata su questa vicenda. Ha citato il principio delle rette parallele: dà conto di quello che sta succedendo, due rette non si incontreranno mai in questo segmento di dibattito politico. Perché si è finiti su questa condizione? Tra i fattori di innesco de Bertolini ha collocato il fatto che la maggioranza ha scelto una linea ignorando ciò che parte della comunità stava rappresentando, non solo per ragioni ideologiche, ma anche tecniche. Chi ha ignorato i territori, per il consigliere, ha innescato il significato dell’ostruzionismo. Non si dica che è irresponsabile chi agisce con l’ostruzionismo: de Bertolini ha richiamato al rispetto del riconoscere i ruoli. Nel momento in cui si favoriscono gli incrementi di flusso di traffico gli esiti per l’ambiente non possono che essere nocivi, ha aggiunto, vanno considerati anche i tempi e i costi di realizzo. Ha indicato una sinonimia tra variante e Valdastico; varando la variante non si sa che percorsi di reversibilità potrebbero esserci. Un’altra perplessità: il tracciato, sull’ansa che torna verso Verona.
Francesca Parolari (Pd): la maggioranza motivi le proprie proposte
La consigliera Parolari ha sottolineato, apprezzando le parole del collega, che non si è ancora nella fase ostruzionistica, si è ancora nella discussione generale: l’ostruzionismo sarà uno strumento che forse si metterà in campo, ma nel momento si è ancora nel merito. Si ha il dovere di entrare nel merito delle questioni. Ha sfidato a trovare anche una sola parola detta in questi giorni a fine ostruzionistico: si è andati sempre nel merito delle questioni.
Dell’opera, ha detto, si parla da 60 anni, nel momento in cui si mette in calendario questo tema, una delle opere principali del programma di maggioranza, si sarebbero dovute avere ore occupate dagli interventi della maggioranza che si sono risolti invece in un’ora e che si sono limitati a contestare le intenzioni e le chiacchiere che girano fuori dall’Aula. Per Parolari non si è assistito a una presentazione seria e fondata sui dati di ciò che si propone, è stata riversata sulle minoranze una lagnanza. Ma se un’opera è così sostanziale in un programma politico è immaginabile che non ci siano elementi per sostenerla? Parolari ha parlato, rivolta alla maggioranza, di una rapidità della resa: vi siete accaniti verso la minoranza accusandola di voler bloccare i lavori d’Aula, di fermare le intenzioni della maggioranza, ma si vorrebbe invece che si portassero ragioni, dati. Non basta dire “siamo stati eletti e questo è l’unico motivo per cui possiamo completare il programma”: chi è stato votato e ha vinto ha il dovere di governare, ma non in maniera dispotica, motivando e portando legittime giustificazioni alle proposte che presenta, come alla minoranza spetta controbattere e portare le proprie proposte. Si tratta di un legittimo esercizio di democrazia.
Ancora: dal 1965 è cambiato il mondo, sostenere che siccome sono 59 anni che si parla di Valdastico questa sia un’opera che si deve per forza mettere a terra non ha senso. La consigliera ha quindi proposto una disamina della documentazione relativa alla variante. Ha rilevato una contraddizione: ci si dice che non è l’atto che definisce la Valdastico, ma ci sono già atti interni che definiscono l’opera. Qui di fatto si parla di Valdastico, si individua il tracciato, con tutte le contraddizioni che la previsione di quest’opera crea con quello che nel mondo gira attorno.
Chiara Maule (Campobase): dubbi su parte tecnica, ambientale, tracciato, costi
L’intervento di Maule ha preso le mosse dalle parole della maggioranza nella prima giornata della discussione generale: sono tutte frasi che definiscono certezze, nessun dubbio. Ha detto di averne tanti di dubbi. Non è perché sono passati 58 anni di dibattito che l’autostrada si deve fare, ha detto. Poi: i dubbi riguardano la parte tecnica, l’aspetto ambientale, il tracciato, la sensibilità collettiva cambiata, i costi dell’opera.
Avere delle domande, ha affermato Maule, forse potrebbe essere opportuno. L’opzione non affronta compiutamente il tema della mobilità sostenibile, né la salvaguardia di ambiti di orientamento paesaggistico, è in parte incoerente con gli interventi per realizzare il corridoio del Brennero. La consigliera ha evidenziato la necessità di un maggior approfondimento e un confronto con le amministrazioni comunali e ha ricordato le questioni di metodo e la necessità di avere tutti i dati già sollevate in aula. Non ascoltare ciò che viene detto ai territori e quello che dice il Cal di fatto porta, ha detto Maule, a poter dire che uno scivolone sia stato fatto da questa maggioranza in questa parte.
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